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Bianchi Enzo
Dopo aver letto questo libro di Enzo Bianchi, che ha scelto un titolo assai accattivante, viene una gran voglia di rimettersi a leggere il Vangelo e di andare a Bose, in comunità, dove vivono insieme fratelli e sorelle con ruoli paritari e in armonia.
Vien voglia di partecipare alla liturgia e di sentirli cantare i Salmi, insieme o a cori alterni, nella loro bella chiesa. Un esempio di come possa esistere una comunità mista, onesta...CONTINUA...
El pan ed sèira, l’è bon admàn. Il pane di ieri è buono domani.
Proviene un grande senso di pace – lo stesso che si respira a Bose – da queste pagine di Enzo Bianchi, che della Comunità Monastica di Bose è il priore e il fondatore.
È come se padre Enzo invitasse alla sua tavola i lettori e raccontasse loro, con la sua voce profonda, i ricordi della sua infanzia e giovinezza, dei suoi genitori, delle persone più significative per la sua formazione, condividendo così una sua dimensione più familiare e intima....CONTINUA...
Sulla vecchiaia
Ogni volta che leggo un libro di Enzo Bianchi mi sento rasserenata e ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di conoscerlo attraverso i suoi scritti e di frequentare la sua comunità, a Bose.
Così è stato anche per questo suo nuovo testo sulla vecchiaia, un'età della vita cui anche l'autore sente di appartenere ormai, un'età paragonabile in natura all'autunno, nella quale ci si addentra come un novizio: così accade sempre per ogni tappa della vita...CONTINUA...
Enzo Bianchi, il priore di Bose, sembra invitarci ancora una volta – dopo “Il pane di ieri” – attorno al camino per ascoltare i suoi racconti, magari sorseggiando un bicchiere di buon vino e parlando a bassa voce, con un linguaggio essenziale e semplice.
I leit-motivs – quelli che può riconoscere chiunque segua anche solo gli articoli del priore sui quotidiani– ci sono tutti: una vita bella, buona e beata, il CONTINUA...
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