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Sciascia Leonardo
Ho pescato questo libricino da uno scatolone, in fondo allo stand della Sellerio a "Più libri più liberi" nel 2011. Non sapevo neppure che Leonardo Sciascia lo avesse scritto. Leggo il risvolto di copertina: "Questo racconto-inchiesta è stato pubblicato nel 1971, ha avuto dalla critica – non soltanto italiana – un vasto ed entusiastico consenso, è stato ristampato nel 1977: ma resta, tra i libri di Sciascia, il meno conosciuto".
"Atti relativi alla morte di Raymond Roussel", il titolo dice praticamente tutto. Sciascia si limita, per modo di dire, a raccogliere e lasciarci leggere, senza...CONTINUA...
“Dalle parti degli infedeli” rientra tra le micro-cronache siciliane che Sciascia più volte ha messo al centro dei suoi libri. Episodi reali e dimenticati perché apparentemente trascurabili o perché volutamente tacitati ma che, come lo scrittore di Racalmuto tiene a sottolineare, portano con sé momenti di vita esemplari e tracce di storia tutt’altro che secondarie.
La vicenda ricostruita in questo caso riguarda Monsignor Angelo Ficarra, Vescovo di Patti dal 1937 al 1957. Sciascia, nel 1979, viene in possesso delle lettere che costituiscono...CONTINUA...
Il 1° ottobre del 1862 nella città di Palermo si verifica "un fatto criminale di orrida novità". Tredici persone, in tredici punti diversi del capoluogo siciliano, vengono pugnalate quasi in contemporanea.
Solo pochi mesi prima, esattamente nel maggio del 1862, l'avvocato piemontese Guido Giacosa era stato nominato Sostituto Procuratore Generale del Re presso la Corte d'Appello di Palermo. Ed è proprio a Giacosa e al Consigliere Mari che vengono affidate le indagini per scoprire la verità circa questa efferata vicenda. Viene catturato a breve uno dei pugnalatori, Angelo...CONTINUA...
Penultimo libro di Sciascia, “Il cavaliere e la morte”, uscito per i tipi di Adelphi poco prima che lo scrittore siciliano morisse. Il titolo, come intuibile, fa riferimento ad un’opera di Albrecht Dürer, l’incisione “Il cavaliere, la morte e il diavolo" (1514). Ed è proprio di fronte a questa magnifica incisione che si trova il Vice, il protagonista, all'inizio della narrazione. Oltre a lui, che ricorda di aver acquistato quel capolavoro senza nemmeno sapere...CONTINUA...
A Roma, nella piccola piazza del Teatro di Pompeo, si apre una porta e uno spazio minuscolo. Al suo interno una libreria che ho scoperto solo di recente. Libri, per lo più usati, sono collocati con ordine lungo le pareti. Non cercavo nulla di particolare ma ho trovato questa bella edizione de "Il Consiglio d'Egitto" di Leonardo Sciascia. La copertina propone un disegno di Francisco Goya mentre il libro, pubblicato da Einaudi, risale al 1967, quinta edizione di un'opera uscita nel 1963.
Un romanzo storico, CONTINUA...
"Il mare colore del vino" risale al 1973 anche se, al suo interno, sono racchiuse tredici storie scritte tra il 1959 e il 1972. E' lo stesso Sciascia, nella nota finale, a spiegare il perché di questo libro: "I lettori, coi quali credo di essere ormai in ottimi rapporti, certo non si chiederanno e non mi chiederanno perché li ripubblico, se la sollecitazione mi viene appunto da loro: e cioè dal fatto che quando di uno di questi racconti è stato fatto un film (Un caso di coscienza) e da due altri dei telefilms (CONTINUA...
Adelphi ha raccolto in un unico volumetto le prime due opere di Leonardo Sciascia. Le poesie de “La Sicilia, il suo cuore” sono state pubblicate, la prima volta, nel 1952 e, al tempo, erano accompagnate dai disegni dello scultore catanese Emilio Greco. I ventisette brevi testi che compongono le “Favole della dittatura”, invece, rappresentano l’esordio di Sciascia. Lo scrittore le pubblicò nel 1950: costituiscono la sua opera prima. Pier Paolo Pasolini le recensì con un saggio apparso su “La libertà d’Italia” il 9 marzo 1951, riproposto in chiusura del libro Adelphi.
“La Sicilia, il suo cuore”...CONTINUA...
Leonardo Sciascia ha scritto "La storia della mafia" nel 1972. Nello stesso anno il breve saggio fu pubblicato nella rivista "Storia illustrata". E' stato ripresentato nel 1976 su "Libération" e, più tardi, nel 1986, è stato incluso nel libro di Fabrizio Calvi "La vita quotidiana della mafia dal 1950 ad oggi". Da quel momento de "La storia della mafia" non si hanno più notizie. Fino al 2013, almeno: la rediviva casa editrice Barion, marchio editoriale nato tra le due Guerre e rilevato, negli anni sessanta, da Ugo Mursia, ha recuperato l'interessante scritto di Sciascia e lo ha riportato alla luce...CONTINUA...
… nel giro di tre settimane ne è venuto fuori questo racconto. Come un sommesso omaggio ad Alessandro Manzoni, nell’anno in cui clamorosamente si celebra il secondo centenario della sua nascita.
Così Leonardo Sciascia nella Nota che chiude “La strega e il capitano”, libro pubblicato nel 1986. Lo spunto per la composizione di questo testo, che ha tutta l’aria e lo stile di un documento di ricostruzione storica, arriva dal capitolo trentunesimo de “I promessi sposi”. Qui Manzoni cita il protofisico Lodovico...CONTINUA...
Posso dire di aver lavorato a questo saggio più, e con più impegno e passione, che a ogni altro mio libro.
Così Leonardo Sciascia al termine della Nota posta in chiusura di “Morte dell’inquisitore”, un libro pubblicato, per la prima volta, nel 1964. Un’inchiesta storica legata al nome di fra Diego La Matina, siciliano di Racalmuto che condivide con Sciascia il luogo d’origine e forse molto altro. Un “antenato” la cui memoria è stata tramandata, seppur in maniera confusa e vagamente distorta, sotto forma di leggenda orale e popolare...CONTINUA...
Leonardo Sciascia chiese che “Una storia semplice” venisse pubblicato postumo. Un’esplicita volontà puntualmente rispettata. Infatti il lungo racconto venne dato alle stampe proprio poco tempo dopo la morte dello scrittore siciliano. Con questo breve componimento sembra che Sciascia abbia desiderato lasciarci una sorta di monito e, al tempo stesso, un insegnamento di moralità e civiltà.
La storia è “semplice” forse perché Sciascia l’ha vista ripetersi tante volte, “semplice” perché potrebbe appartenere a qualsiasi tempo e a qualsiasi luogo. “Semplice” perché nient’affatto “semplice”, in una...CONTINUA...
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