Categoria: Letteratura

Mieli Renato

Togliatti 1937

“Togliatti 1937”, opera di Renato Mieli pubblicata per la prima volta nel 1964, è stata ristampata da Rizzoli soltanto nel 1988 e da allora più nulla. Un saggio definito “di scomode verità” che, come al tempo della prima edizione, avrebbe potuto imbarazzare i nostalgici del socialismo reale e poi coloro che si erano malamente riciclati come democratici. Ma “Togliatti 1937” è un libro che, grazie allo stile e all’equilibrio di Renato Mieli, non si presta a quelle becere operazioni editoriali che abbiamo conosciuto negli ultimi vent’anni, spesso condizionate da intenti elettorali. Mieli era uno spretato...CONTINUA...

Rajchman Chil

Treblinka 1942-1943. Io sono l’ultimo ebreo

Chil Rajchman è uno dei pochi ebrei usciti vivi da Treblinka. Il suo inferno è durato un anno intero. Poi la clamorosa fuga: Rajchman è riuscito a scappare dal campo di sterminio. Nel 1945, prima che la Guerra avesse fine, ha scritto questo libro che è stato pubblicato solo nel 2009, quattro anni dopo la morte del suo autore. "Treblinka 1942-1943. Io sono l'ultimo ebreo" è un libro di una portata storica e testimoniale eccezionale perché, come spiega la Wieviorka in prefazione, è uno dei pochi testi ad essere stati scritti immediatamente dopo gli eventi che narra. Spesso le memorie dei sopravvissuti...CONTINUA...

Barghi Andrea, Bernacchioni Veronica

Laponia. Nature and Natives

“Immagini di Andrea Barghi, un fotografo in grado di stabilire un rapporto personale con i soggetti ritratti. Soggetti, si, perché essi sono sempre i protagonisti con i quali entra in dialogo e dei quali si pone in ascolto. E non è mai un dialogo in superficie. Egli cerca sempre di cogliere il mistero di ogni albero, animale o torrente che gli si fa incontro, la magia di ogni ambiente che lo accoglie. Perciò le sue foto visualizzano il libro: sono nate dallo stesso amore, sono documento di uno stesso atteggiamento di ascolto”. Così  scriveva il monaco camaldolese Salvatore Frigerio nella presentazione...CONTINUA...

Murakami Haruki

Norwegian Wood. Tokyo Blues

“Continuai ad aspettare a lungo. Fu solo dopo molto tempo che la lucciola si sollevò in volo. Come se si fosse risvegliata all’improvviso, allargò le ali e un attimo dopo aveva già oltrepassato la ringhiera e fluttuava nell’oscurità. Poi, quasi volesse recuperare il tempo perduto, disegnò un rapido arco nell’aria accanto al serbatoio. Restò ferma lì per un po’ a guardare la scia di luce confondersi col vento, poi finalmente si allontanò in volo, in direzione est. Anche dopo che la lucciola era scomparsa, la sua scia luminosa restò a lungo dentro di me. Nel buio totale dietro i miei occhi chiusi...CONTINUA...

Biondani Paolo, Porcedda Carlo

Il cavaliere nero

“Cavaliere nero”, visto l’argomento del libro, è forse un titolo un po’ fuorviante. Silvio Berlusconi, protagonista assoluto del saggio di Biondani e Porcedda, tra l’altro, è sempre stato un tale camaleonte che non potremo mai etichettarlo con facilità, tanto più se si parla di schieramenti politici ed ideologie sfruttate a proprio uso e consumo. Si poteva titolare tipo Cavaliere “al” nero, ma poi sappiamo che per molti italiani, quella stragrande maggioranza che ammira i furbi anche se poi la cosa va a loro danno, il “nero” così inteso non rappresenta affatto qualcosa di negativo. Quindi gli autori...CONTINUA...

Bucci Francesco

Eugenio Scalfari. L’intellettuale dilettante

Si dovrebbe sempre diffidare quando si legge da subito un elogio. La cosa potrebbe rivelarsi una semplice premessa a ben altro. Così nel caso dell’Introduzione a “Eugenio Scalfari. L’intellettuale dilettante”, dove Francesco Bucci prende la mira prima di sparare centocinquanta pagine che a dir poco ridimensionano il protagonismo di uno dei più autorevoli giornalisti italiani. Leggiamo: “Eugenio Scalfari è stato un grande direttore di giornale ed è tuttora un grande giornalista. I suoi editoriali di politica, di economia, di finanza, di costume sono esemplari per lucidità di analisi e chiarezza...CONTINUA...

Mingarelli Hubert

Un pasto in inverno

"Un pasto in inverno" somiglia più a una novella che a un romanzo. Si legge in un paio d'ore, a voler essere generosi. E' scritto in una lingua semplice e diretta e, per certi versi, sembra arrivare da un tempo lontano. Un tempo in cui i soldati raccoglievano le loro memorie, scrivevano episodi legati alla loro esperienza di guerra e di morte per non permettere al tempo di consumarla e dissolverla. Lo scenario che accoglie i pochi personaggi della storia è sempre essenziale e scarno, proprio come la scrittura di Mingarelli che, evidentemente, non ha bisogno di troppi dettagli per raccontare ciò...CONTINUA...

Ozick Cynthia

Corpi estranei

Un "corpo estraneo" è qualcosa che non trova la propria collocazione. Una sorta di alieno che si muove in un contesto che non gli appartiene. Un "corpo estraneo" rischia di essere risucchiato oppure espulso. E di "corpi estranei" in questo romanzo della Ozick ce ne sono diversi: i vari personaggi, ognuno a modo proprio, sembrano essere "corpi estranei". Estranei al tempo che vivono, estranei alla famiglia a cui appartengono, estranei al luogo in cui si trovano. E forse è per questo che le figure che popolano "Corpi estranei" si muovono in continuazione: sembrano cercare, più o meno disperatamente...CONTINUA...

Ferrarotti Franco

1951: oltre l’oceano

Franco Ferrarotti è il più noto sociologo italiano all’estero, sua è stata la prima cattedra di sociologia in Italia. Personalità complessa, eclettica, molto creativa, in queste agili ma intense pagine è ancora un giovane e brillante studioso, che decide improvvisamente di mettersi in viaggio per l’America via mare. Dopo la laurea nel 1949 con CONTINUA...

Murakami Haruki

1Q84 – Libro 3

"Stava scrivendo un romanzo ambientato in un mondo con due lune, in cui esistevano i Little People e le crisalidi d’aria. Quel mondo lo aveva tratto dal romanzo di Fukaeri, La crisalide d’aria, ma ormai era diventato completamente suo. Mentre era piegato sui fogli a quadretti, la sua coscienza viveva lì. Anche quando posava la penna e si allontanava dalla scrivania, con la mente restava in quel mondo. Allora provava una sensazione particolare, come se il corpo e la mente si dividessero, e non riusciva più a distinguere il confine tra la realtà e l’immaginazione...CONTINUA...