Categoria: Letteratura

Cancelli Claudio, Sergi Giuseppe, Zucchetti Massimo

Travolti dall’alta voracità

Un libro delle edizioni Odradek che nel suo catalogo contiene non pochi titoli “antagonisti” poteva far pensare ad un’operazione ad uso e consumo di lettori anarcoidi in vena di complottismo e, come iscrivono insigni editorialisti, “superati dalla storia”. La verità, se andiamo a leggere i contenuti di “Travolti dall’alta voracità”, è decisamente diversa: le argomentazioni ecologiste di opposizione al modello Tav italiano (e “modello Tav italiano” non è espressione messa lì a caso) che sono state accusate di estremismo silvo-pastorale e, come scriveva recentemente Federico Orlando, non più importanti...CONTINUA...

Schine Cathleen

La lettera d’amore

Fosse stato un Harmony, non m'avrebbe stupido. Ma è un Adelphi e lo stupore, in senso negativo, c'è stato. “La lettera d'amore” è un romanzo mediocre, anche se sono apprezzabili gli sforzi di chi me lo ha “passato” pensando potesse essere quanto meno discreto. Il libro è uscito in Italia, la prima volta, nel 1996, un anno dopo la pubblicazione negli States. Ed è stata la prima opera della Schine ad essere stata tradotta nella nostra lingua. Di cosa parla? Parla di Helen, una bella libraia quarantaduenne, divorziata, libera, intraprendente, madre di una ragazzina di undici anni che, un bel...CONTINUA...

Travaglio Marco

Ad personam

“Qualche giorno dopo la dalemiana Anna Finocchiaro verrà sorpresa da un cronista de L’espresso mentre si scusa con l’onorevole avvocato Ghedini, che le chiede un atteggiamento morbido, senza ostruzionismi, sulla Cirami: «Cercate di capire i nostri problemi…a partire dai girotondi». Una frase che la dice lunga sulla voglia del centrosinistra di fare opposizione” (pag. 221). Una frase che ne ricorda anche altre tipo “non alziamo i toni altrimenti si favorisce Berlusconi”, oppure “opporsi in questo modo è controproducente” e via dicendo. L’episodio, uno dei tanti che troviamo nel libro di Travaglio...CONTINUA...

Arslan Antonia

La strada di Smirne

“Da qui riprende il filo del racconto lasciato sospeso nella Masseria delle allodole.” Ne “La strada di Smirne” ci sono tutti. Meglio: ci sono coloro i quali sono riusciti a sopravvivere all'olocausto del 1915. Sempad, il gentile farmacista armeno, è stato massacrato assieme a buona parte dei suoi figli maschi. Le tre figlie femmine, insieme alla loro mamma Shunshanig, alla zia Azniv e al piccolo Nubar, scampato all'eccidio solo perché travestito da bambina, fuggono dalla loro amatissima terra e cercano rifugio in Italia, da Yerwant. Lui, fratello del buon Sempad, è un medico...CONTINUA...

Ferrarese Lapo

Incubi. Racconti horror

“Qualcosa stava scivolando giù dal muro! Sembrava una macchia di sporco che stesse colando dal piano di sopra, rapida ma inesorabile, senza alcun rumore. Ma non era tanto quello a incuriosirlo, quanto il fatto che la ‘cosa’ sembrava cambiare direzione volontariamente”. Tre storie, tre inquietanti narrazioni racchiuse in 177 agilissime pagine, tre racconti brevi che recuperano le atmosfere fascinose di Ai confini della realtà. Un libro breve ma incisivo, quello del fiorentino, classe 1969, Lapo Ferrarese, grande...CONTINUA...

Di Giovan Paolo Roberto, Martini Gianfranco

Piccoli padri. Una conversazione sulla nascita dell’Unione Europea e il suo futuro

Il titolo “Piccoli padri” al plurale è riferito a tutti quegli uomini, politici e studiosi che negli anni, forti di una convinzione federalista e spesso nell’ombra, hanno contribuito al consolidarsi della Comunità europea prima e dell’Unione europea poi. Dietro i “grandi padri” come Adenauer, De Gasperi, Schumann, Spaak, Spinelli c’erano tanti funzionari che lavoravano e organizzavano i lavori delle istituzioni  con uno spirito di servizio  ormai desueto; e questo libro, nel celebrare uno di loro, ci ricorda una politica che non era  disgiunta da utopie difficilmente realizzabili, ma di cui avremmo...CONTINUA...

Cavina Cristiano

Scavare una buca

“Nessun lavoro ammazza la gente. Ci sono le persone a farlo. E se non sono gli altri, lo fanno da sole. Questo mestiere non è peggio di un altro. E nemmeno meglio. Ma certi lavori sono diversi. Scavare una buca dentro una montagna è diverso”. Coltivare una cava. Sembra un paradosso in termini. Eppure è così. La cava di gesso si coltiva come un pezzo di terra. Non ci sono aratri a scavare ma enormi perforatrici che penetrano in profondità e portano alla luce materiale sepolto da millenni. E' questo il lavoro che svolge il protagonista del quinto romanzo...CONTINUA...

Ghata Yasmine

La bambina che imparò a non parlare

"Muettes". E' questo il titolo originale de "La bambina che imparò a non parlare". Muettes vuol dire mute. Mute come le protagoniste di questo interessante e breve romanzo di Yasmine Ghata. Una madre, una figlia e un lutto lacerante, la perdita dell'uomo di famiglia, marito della prima, padre della seconda. Non conosciamo i nomi di queste due figure femminili ma, d'altro canto, non se ne avverte la necessità. Il loro mutismo, che è poi quello del titolo francese, è generato dalla perdita, dall'abbandono inaspettato, non voluto ed asprissimo. La madre tace il proprio dolore, incapace persino...CONTINUA...

Mazzucco Melania G.

La lunga attesa dell’angelo

“Il ratto delle Sabine”, un dipinto del Tintoretto. Sulla copertina de “La lunga attesa dell'angelo” c'è proprio un dettaglio di questo quadro. Non avevo mai letto la Mazzucco ed il titolo del libro, che pure è tratto da un verso della Plath, non mi ha intrigata. Però lei, quella donna dipinta col panneggio rosso che le avvolge i fianchi hanno afferrato sguardo e curiosità. Ho sbirciato la quarta di copertina ed ho trovato riferimenti al grande pittore veneziano: amo le vite tradotte in romanzo. L'ho comprato. La voce narrante è proprio quella del grande pittore, ormai vecchio e prossimo...CONTINUA...

Barghi Andrea, Grasso Maurizio

Plettri nelle mani di Dio. Improvvisi a quattro mani sul tema The Beatles

Chi ancora non avesse letto “Plettri nelle mani di Dio” si potrebbe chiedere: “ma che significato ha l’ennesima biografia sui Beatles?”. Domanda mal posta perché l’opera di Barghi e Grasso non pretende certo di essere una summa esaustiva dell’arte dei Beatles e, per fortuna, neppure uno stitico bignami ad uso di chi non conosce il quartetto di Liverpool. Il libro, nell’economia di poco più di 160 pagine, si rivela semmai come un’intelligente e competente riflessione su aspetti probabilmente trascurati dai fan più superficiali, sia dalla critica musicale, la quale, almeno in Italia e nel campo...CONTINUA...