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Altri Mondi
“La prima neve” di Andrea Segre è un film commovente e delicato, pieno di poesia e di grazia, nonostante tratti di drammi terribili, la cui intensità sovrasta gli stessi personaggi che li subiscono.
Dani (Jean Christophe Folly) viene dal Togo, è arrivato, come tanti, con un gommone nel sud dell’Italia e adesso è ospite in una casa di accoglienza nella CONTINUA...
Chissà se esistono davvero spiriti destinati a vegliare su di noi. Quando le difficoltà incombono e i dubbi si fanno più cocenti, quando non tutto gira come vorremmo o quando le prove della vita si fanno più dure. Quando perdiamo una persona cara, una costante e amorevole presenza nella nostra vita. Ecco quando, quando ci serve di più. Delle presenze immateriali che ci sorvegliano a mezza distanza tra terra e cielo. Se poi queste presenze si materializzano, come succede a Momo, la vita si fa certamente più movimentata. E nelle fiabe, come logico, tutto è possibile...CONTINUA...
Non è mai semplice trattare cinematograficamente l’adolescenza senza rischiare di incorrere in facili cliché narrativi, artificiosamente problematici o modaioli che siano, come dimostra larga parte del cinema mainstream americano, o tante delle nostre fragili commedie votate più al “cazzeggio” o a una vaga spensieratezza senza pathos e senz’anima. Non è facile ma non è impossibile, entrare con tocco lieve ma con estrema attenzione alla verosimiglianza di fatti e situazioni narrate, come dimostra l’agrodolce commedia Le migliori cose del mondo, della brasiliana...CONTINUA...
Abbandonati dopo tre film violenti, scioccanti e perversamente affascinanti i sentieri dell’irrinunciabile vendetta, e dopo Thirst, inconsueto thriller sentimentale e vampiresco tratto liberamente da Zola, l’ispirato regista sudcoreano Park Chan-wook si trasferisce artisticamente nella landa hollywoodiana per immaginare il suo primo film (teoricamente) mainstream. Grazie a una interessante sceneggiatura di Wentworth Miller ecco che viene fuori Stoker, thriller psicologico dalle venature orrorifiche e omaggio indiretto, ma dal titolo...CONTINUA...
Paolo Sorrentino non è il primo e non sarà certo l’ultimo, tra gli artisti d’ogni genere ed epoca, a voler cantare Roma nella sua ambigua e cocente bellezza e nelle sue contraddizioni che sembrano ancorarla ad uno spazio che da sempre sopravvive e che anzi si rigenera, da che storia è storia, in un territorio immaginato al di là del bene e del male. Col suo ultimo film, La grande bellezza, si è lanciato dunque in un’impresa ardua, ovvero quella di voler seguire, di là dal tempo passato e consumato dai decenni di distanza trascorsi nel secolo breve e nel nuovo...CONTINUA...
Hey Mr.Pinochet / You’ve sown a bitter crop / It’s foreign money that supports you / One day the money’s going to stop / No wages for your torturers / No budget for your guns / Can you think of your own mother / Dancin’ with her invisible son / They’re dancing with the missing / They’re dancing with the dead / They dance with the invisible ones / Their anguish is unsaid / They’re dancing with their fathers / They’re dancing with their sons / They’re dancing with their husbands / They dance alone, they dance alone". Sting, They Dance Alone...CONTINUA...
L’arte, in fondo, ci racconta sempre delle storie. Anche le composizioni più astratte, le tessiture più intrecciate e le narrazioni più criptiche ci raccontano sempre qualcosa la cui interpretazione più credibile, fuori da ciò che comunemente si potrebbe supporre, è proprio negli occhi di chi guarda. O quanto meno è un continuo gioco di rimandi e di specchi, tra l’autore e chi partecipa della sua arte: lo spettatore, il lettore e l’ascoltatore non sono mai recettori passivi. François Ozon, regista francese oramai totalmente affermatosi a livello europeo, torna...CONTINUA...
Che la guerra sia, da sempre, il più “grande spettacolo del mondo” in qualche modo lo si è tutti intuito, considerandosi calati nella realtà con spirito critico e sufficienti cognizioni a supporto, ma che ancora una volta fosse un anime, nemmeno edulcorato dal presunto candore di genere, a mostraci impietosamente futuri prossimi o presenti alternativi a cavallo tra distopia e fantascienza e sempre intrisi di materia filosofica distillata dallo spirito del tempo, è un’ulteriore conferma di come più la finzione ci appare a rigor di logica lontana e perversamente...CONTINUA...
La fede è un inganno, un’ illusione, un modo per semplificarsi la vita oppure la corrente animico-spirituale più potente del mondo? Il confine tra fisico e metafisico, tra immanente e trascendente, tra caso e destino, tra caos cosmico e karma è davvero così netto come sovente le religioni immaginano? A questi interrogativi, ispirandosi al bestseller Life of Pi, con il quale Yann Mattel vinse il prestigioso Booker Price nel 2002, cerca di rispondere il regista taiwanese Ang Lee, adattando in forma cinematografica una storia avventurosa e drammatica densa...CONTINUA...
Chi utilizza l’intrattenimento animato come elemento degno di trasmissione della propria cultura e della propria storia è sempre meritevole di lode o quanto meno di attenzione, a parere di chi vi parla. Se poi lo fa anche bene, come nel caso in questione lo Studio Ghibli e il suo regista Goro Miyazaki, è giusto che il prodotto che ne derivi venga divulgato e analizzato con tutte le attenzioni del caso, dagli addetti ai lavori e non soltanto. Del resto lo Studio Ghibli ci ha ormai ben abituato a lungometraggi che si elevano dal puro intrattenimento e dalla ripetitività...CONTINUA...
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