Come è ovvio fino ad oggi le pubblicazioni di saggi disneyani, intesi come biografie, vicende della The Walt Disney Studio, con tutto l’impatto sociale che ne è derivato, sono state innumerevoli. In questa prospettiva la “biografia romanzata” (cit.) “Mickey Mouse. La vera storia del topo più famoso del mondo” di Dario Amadei ed Elena Sbaraglia, ha il pregio di essere incentrato quasi esclusivamente sul personaggio di Topolino. Scelta oculata perché, come scrivono gli autori, ricordando perché non viene quasi mai citato Paperino: “perché non si può parlare di Donald Duck in poche righe, quasi fosse un comprimario; sarebbe offensivo, perché per raccontarlo bene ci vuole un libro intero” (pp. 233). Parole che mostrano ben più di un semplice interesse, semmai un’autentica predilezione degli autori per il mondo disneyano. Predilezione che si coglie nell’approccio quasi fiabesco (“Se puoi sognarlo puoi farlo) dell’incipit, ovvero la storia di Walt Disney, il “geniale creativo con una fantasia smisurata” (pp.13), alle prese con il parto di Mortimer, poi presto trasformato in Mickey Mouse. Le vicende di Topolino e dei suoi disegnatori viaggiano spedite nel corso di decenni, sempre in compagnia dei topi, cani, cavalli antropomorfi, come vivessero di vita propria. Difatti nell’ampio capitolo “L’universo dei topi” ritroviamo tutta una serie di personaggi – Manetta, Gancio, Zia Topolinda – che soltanto gli autentici amatori e collezionisti di fumetti ricorderanno.
Ma “La vera storia del topo più famoso del mondo” inevitabilmente contiene molto altro oltre la storia delle storie di Mickey Mouse: seppur senza troppi dettagli, ad esempio, il racconto di come molti dei più geniali disegnatori si siano avvicinati al mondo disneyano e in particolare a quello di Topolino. Oppure, di capitolo in capitolo, la storia dei corti cinematografici e poi televisivi del topo più famoso del mondo; le vicende tutte italiane dei fumetti di Topolino, da quello di Guglielmo Guastaveglia ai giorni nostri, con tutti gli autentici capolavori di creati da Guido Martina, Giovan Battista Carpi, Romano Scarpa; i rapporti con la cultura, ovvero con il fascismo, con Cesare Pavese ed Elio Vittorini.
Racconti di una famiglia di topi, dei loro amici, dei loro antagonisti, di anno in anno, come interpretati dai più famosi e abili disegnatori, tra il tentativo di rimanere fedeli alle origini e quello di offrire invece un Mickey Mouse più in linea col sentire contemporaneo. La cosiddetta biografia romanzata di Dario Amadei ed Elena Sbaraglia in ogni caso non è semplice panegirico del genio disneyano, e soprattutto del suo figlio più famoso (insieme a Donald Duck). Da bravi amatori del genere, abbandonando l’approccio fiabesco e rientrando in una realtà non sempre piacevolissima, hanno dimostrato competenza e onestà intellettuale quando ci ricordano come “negli ultimi decenni, intere generazioni di lettori e spettatori sono state nutrite con storie provenienti principalmente dall’Oriente, interamente basate sullo scontro fisico fra personaggi astrusi con poteri sovrannaturali e accompagnate da un corollario di videogiochi che danno la possibilità di rivivere in prima persona gli scontri più salienti” (pp.122). In pratica, anche senza citare esplicitamente i nomi, una contestazione nei confronti dell’invasione dei manga, dei vari Mazinga, la cui qualità di disegno, tra l’altro, ha fatto storcere il naso a più di un appassionato del “vecchio” stile disneyano.
Con altrettanta onestà intellettuale si dà atto che anche nel mondo di Mickey Mouse non tutto è andato per il verso giusto: “Negli anni del dopo Scarpa diminuisce la qualità delle sceneggiature e, sotto la spinta dell’esigenza di riempire di fumetti le numerose testate, si perde un po’ di vista la ragione del successo mondiale di Topolino […] alcuni dei nuovi disegnatori non sono affatto all’altezza dei grandi del passato (pp.172). Salvo, fortunatamente, l’avvento di Cavazzano, di De Vita ed altri che hanno fatto sì che la produzione disneyana, almeno in Italia, non cadesse troppo in basso.
Volendo tirare le somme, “Mickey Mouse. La vera storia del topo più famoso del mondo” rappresenta davvero quello che Dario Amadei, in una recente intervista ha definito “un’affascinante viaggio nel tempo”. Almeno per tutti gli autentici amatori – che immaginiamo tutti ormai un po’ “agè” – delle più belle creazioni di Walt Disney.
Edizione esaminata e brevi note
Dario Amadei, è medico, formatore, autore di quindici libri di saggistica e narrativa. Tra le sue pubblicazioni Un mondo migliore (Sovera Multimedia Edizioni), Le vere fiabe dei fratelli Grimm (Il caso e il vento) e Cronache di Monterotto (Edizioni Simple).Nel 2010 ha fondato, insieme ad Elena Sbaraglia, Magic BlueRay, impresa culturale.
Elena Sbaraglia, è psicologa e formatrice. Da anni, lei e Dario Amadei, si occupano di biblioterapia, bibliolettura interattiva e narrazione creativa.
Dario Amadei, Elena Sbaraglia, “Mickey Mouse. La vera storia del topo più famoso del mondo”, Graphofeel (collana “Intuzioni”), Roma 2022, pp. 244.
Luca Menichetti. Lankenauta, novembre 2022
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