A Perugia dal 3 al 7 aprile 2019 si svolge la 13esima edizione del Festival internazionale del giornalismo, un Festival ormai riconosciuto a livello internazionale come luogo di incontro irrinunciabile
per la discussione sul giornalismo e su temi cruciali che riguardano da vicino le nostre società contemporanee.
Oltre 600 speaker e quasi 300 eventi per 5 giorni intensi tra tavole rotonde, presentazioni, keynote speech, workshop, interviste, serate teatrali. Il 49% degli speaker sono donne, il nostro obiettivo per il 2020 è arrivare almeno al 50%.
Tra gli argomenti dell’edizione 2019, suddivisi sul sito per categorie: disinformazione, cambiamento climatico, cyber guerra e disinformazione, intelligenza artificiale, ruolo delle tecnologie, crisi umanitarie e migrazioni, giornalismo investigativo, l’importanza della relazione di fiducia con i cittadini, fact-checking, data journalism, engagement, start-up, giornalismo investigativo transnazionale, diversità e inclusione per migliorare la qualità dei contenuti, i modelli di business: membership, abbonamenti, sostegno pubblico, filantropia, la libertà dei media sotto attacco.
Come sempre gli eventi saranno a ingresso libero e in live streaming. Tutti i contenuti del Festival saranno disponibili anche on-demand sulla piattaforma media.journalismfestival.com e su Youtube.
Per il programma completo vi invitiamo a consultare il sito o a scaricare l’app del Festival #ijf19TALK
Qualche nome del Festival 2019:
Julia Angwin – direttrice e cofondatrice di The Markup, una redazione nonprofit indipendente. È una delle più note giornaliste investigative in campo tecnologico. Ex giornalista di ProPublica e Wall Street Journal, Angwin ha diretto due squadre di inchiesta finaliste al Premio Pulitzer, mentre nel 2003 ha vinto il Pulitzer per il Giornalismo Divulgativo, insieme ad altri giornalisti del Wall Street Journal, per il lavoro investigativo
sulla corruzione aziendale.
Matthew Caruana Galizia – giornalista e ingegnere informatico. Ha lavorato per cinque anni presso l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), dove ha fondato l’Unità Dati e Ricerca nel 2014, ed è stato ingegnere capo in sei importanti inchieste: Offshore Leaks, Swiss Leaks, Luxembourg Leaks, Fatal Extraction, Panama Papers, e Paradise Papers. Il lavoro principale dell’Unità sui Panama Papers, che ha supportato le indagini di centinaia di giornalisti in tutto il mondo, ha portato la squadra di Caruana Galizia a vincere il Pulitzer nel 2017. Caruana Galizia ha lasciato l’ICIJ nel 2018 per continuare a
lavorare sul caso intorno all’assassinio della madre, Daphne Caruana Galizia, la giornalista investigativa uccisa da un’autobomba a Malta nell’ottobre 2017.
Maria Ressa – Maria Ressa è CEO e direttrice esecutiva di Rappler, social news network creato nel 2012 che combina giornalismo professionale con modelli partecipativi. Ressa è stata giornalista in Asia per circa 30 anni, principalmente nelle redazioni della CNN a Manila e Jakarta, per cui si è occupata principalmente di terrorismo nel Sud-Est asiatico, e per ABS-CBN News. Nel 2018 è stata nominata Persona dell’Anno da Time Magazine. Con i suoi lavori investigativi su Rappler ha svelato il sistema di corruzione che coinvolge il governo autoritario di Duterte nelle Filippine. Ressa è stata arrestata e rilasciata su cauzione per una accusa di diffamazione solo poche settimana fa. La diffamazione è l’ultima di una serie di accuse che sono state rivolte contro di lei per vari presunti crimini, tra cui l’evasione
fiscale. “Non siamo intimiditi. Nessuna causa legale, nessuna oscura propaganda né le menzogne possono mettere a tacere i giornalisti filippini che continueranno a mantenere la linea. Queste acrobazie legali mostrano fino a che punto il governo si spingerà per mettere a tacere i giornalisti, compresa la meschinità di costringermi a passare la notte in prigione”.
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