Autori Vari

Il prezzo del futuro. 15 scrittori raccontano l’economia del domani

Pubblicato il: 29 Marzo 2016

“Il futuro è adesso” è uno slogan che i rampanti della politica stanno twittando in maniera compulsiva e che invece molti cittadini, categoria “apoti”, considerano a dir poco ridicolo e irritante. Una formuletta facile facile che ha meritato una sorta di nemesi con la raccolta di racconti pubblicati a cura di Gian Filippo Pizzo e Vittorio Catani. Del resto sappiamo che il genere fantascientifico è sempre stato considerato uno strumento in grado di analizzare criticamente il presente, proprio come scrive Valerio Evangelisti nella prefazione al “Prezzo del futuro”: “un genere che, quando parla del futuro, molte volte allude al nostro presente, lo distorce, lo satireggia, lo critica […] una chiave per leggere, sotto forma appena appena allegorica, i tempi che stiamo vivendo e quelli che verranno. Tutti autori italiani, e non a caso: l’Italia è tra le vittime di una crisi finanziaria che non pare avere fine, cui si risponde con soluzioni arruffate e discutibili (pp.7).

Quindici racconti (più un breve scritto di Stanley G. Weinbaum) per un argomento, la cosiddetta fantaeconomia, probabilmente marginale rispetto l’intera produzione fantascientifica, ma che sia Gian Filippo Pizzo che Vittorio Catani, nell’Introduzione e nella Presentazione, hanno raccontato con dovizia di particolari; oltretutto – aspetto spesso carente nelle antologie “di genere” – proponendoci una sorta di guida alla lettura dedicata ad ogni contributo e agli autori: Pier Francesco Prosperi, Gian Filippo Pizzo, Vittorio Catani, Antonino Fazio, Carducci e Fambrini, Angiolino e Garello, Marco Rossi Lecce, Giovanni Burgio, Michele Piccolino, Franco Ricciardiello, Francesco Troccoli, Cavallotti e Rovinetti, Giovanni De Matteo, Mauro Antonio Miglieruolo. Venti scrittori per una varietà di storie e situazioni che non possiamo certamente sintetizzare in poche righe: a fronte di pagine che si rivelano affini per correttezza di sintassi e stile lineare – parziale eccezione con “Nobilissima missione ignobile” di Miglieruolo, in virtù del linguaggio forse più barocco e sperimentale – leggiamo di tutto e di più, com’è giusto che sia per una letteratura che fa della trama il suo punto di forza: ovvero una Venezia seicentesca e ucronica in “Imperius burlesque” di Ricciardello (in questo caso non possiamo neppure parlare di futuro); oppure cosa succede a non pagare una rata (“Il prestito” di Bruno Vitiello); una vendita porta a porta con effetti devastanti (Fidealizzare” di Antonino Fazio); un gioco ispirato alla psicostoriografia” di Asimov per l’attività sfortunata di un giocatore di borsa (“Fase 2 Slow Time” di Vittorio Catani); l’evoluzione di un corso di management molto particolare e letale (“Sette contro il capitale” di Stefano Carducci e Alessandro Fambrini); le peripezie di minatori spaziali in un contesto di turbocapitalismo interplanetario (“La miniera” di Andrea Angiolino e Francesca Garello”); i modelli econometrici applicati all’eliminazione degli ultracinquantenni (“Omega meno tre” di Giovanni Burgio); un hacker che ha vendicato milioni di poveracci e il suo infido avvocato (“Robin Hood” di Piero Cavallotti e Riccardo Rovinetti); alieni che vengono a salvarci alla loro maniera da una bancarotta planetaria (“Nobilissima missione ignobile” di Mauro Antonio Miglieruolo); cantieri spaziali e sindacati ancora una volta in un contesto di iperliberismo (“In caduta libera” di Giovanni De Matteo); una società che privilegia il lavoro a tutti i costi e che giunge a vietare il sonno (Hypnos” di Francesco Troccoli); un governo futuro che ancora una volta racconta favole rassicuranti (“Lo sterco del diavolo – relazione sull’Italia” di Gian Filippo Pizzo); un’Italia governata da un personaggio che assomiglia moltissimo a Berlusconi e che si trova ad affrontare il tracollo finanziario causato da una sciagurata vincita al Superenalotto (“Il ritardo del sei” di Pierfrancesco Prosperi); il principio della domanda e dell’offerta applicato all’antropofagia in una società post apocalittica (“L’era del baratto” di Marco Rossi); una correlazione del tutto particolare tra salute e successo negli affari (“Il grafico” di Stanely G. Weinbaum).

E’ evidente semmai che “Il prezzo del futuro” rappresenta tante variazioni su tema, dove l’economia a volte va intensa in senso del tutto generico, altre volte riferita più specificatamente ai rapporti di lavoro oppure alla necessità impellente di fare soldi, oppure ancora alle controversie tra scuole di pensiero. Di sicuro la rappresentazione di rapporti umani e sociali in un contesto distopico e che quindi tendono ad evolvere verso esiti drammatici se non addirittura raccapriccianti. Anzi, per parafrasare lo slogan incriminato potremmo precisare: “il distopico è adesso”; non fosse altro che qualche racconto (in particolare si veda “Il tirocinio” di Michele Piccolino) non sembra nemmeno ambientato in un prossimo futuro, ma piuttosto tra le quinte di un cupo e realistico presente.

Da notare che Giovanni De Matteo, l’autore di “In caduta libera” viene ricordato come esponente del “connettivismo”, ovvero quel movimento che “considera la fantascienza un laboratorio per analizzare le dinamiche del cambiamento attraverso la prospettiva del futuro, coniugando estrapolazione scientifica, analisi sociologica e sperimentazione linguistica” (pp.327). Viene quindi da pensare che aspetti del connettivismo siano presenti non solo in De Matteo, ma, pur privilegiando innanzitutto situazioni grottesche e inquietanti, anche in altri racconti dell’antologia. Idea del tutto plausibile soprattutto nella considerazione che il futuro, qui interpretato come specchio nero del presente, si possa prospettare innanzitutto con forme sempre più sofisticate di mistificazione e  per  un ulteriore imbarbarimento nei rapporti economici e sociali.

Edizione esaminata e brevi note

Gian Filippo Pizzo, si occupa da quaranta anni di fantascienza e fantastico, soprattutto come recensore e saggista, ma anche con qualche racconto. Ha scritto diversi libri sul cinema fantastico pubblicati da Gremese, Tedeschi, Della Vigna, Odoya e, da solo o insieme a Walter Catalano, ha curato diverse antologie. L’ultima sua opera, in collaborazione con Catalano, Chiavini e Tetro, è “Guida alla letteratura horror” (Odoya 2014)

Vittorio Catani, (Lecce, 1940) ha pubblicato il suo primo racconto di fantascienza nel 1962. Dal 1990 collabora alla pagina culturale della “Gazzetta del Mezzogiorno”. Ha pubblicato cinque romanzi, sette volumi di racconti e tre di saggistica. Collabora anche a fantascienza.com, a Robot, al trimestrale di ecologia online Villaggio Globale.

Autori vari, “Il prezzo del futuro. 15 scrittori raccontano l’economia del domani”, La Ponga Edizioni (collana Cose che voi umani), Nova Milanese 2015, pag. 368 . A cura di Gian Filippo Pizzo e Vittorio Catani.

Luca Menichetti. Lankelot, giugno 2015