Non è affatto difficile scrivere una recensione, tanto più su di un libro del quale hai colto gli aspetti positivi. Lo può diventare quando ti rendi conto che molto di quello poi che ti viene naturale mettere nero su bianco, di fatto, è già stato pubblicato da altri. In particolare, nel caso di “Neronovecento” edito dalla giovanissima casa editrice Cordero, bisogna dare atto a Daniele Cambiaso, il curatore e autore dell’introduzione, di aver ottimamente sintetizzato l’opera e il significato di questa antologia noir. Quindi difficile possa aggiungere molto altro rispetto quanto contenuto nelle prime pagine di presentazione del libro, oltretutto non priva di interessanti e condivisibili riflessioni: “Forse non è casuale che proprio nel Novecento si sia registrato il grande sviluppo della letteratura di tensione via via affrancatasi da tutta una serie di stereotipi negativi che la confinavano a una funzione di puro intrattenimento fino ad assumere, almeno agli occhi di alcune scuole di pensiero, il valore di nuovo romanzo sociale. Definizione forse impegnativa, quest’ultima, ma è un fatto che negli ultimi decenni il noir, il giallo, la spy story hanno in qualche modo colmato il vuoto lasciato dalla crisi del giornalismo d’inchiesta e del romanzo storico” (pag. 5).
“Neronovecento” ci presenta dodici autori (Claudio Asciuti, Giorgio Ballario, Denise Bresci e Ugo Polli, Vindice Lecis, Giulio Leoni, Stefano Mantero, Angelo Marenzana, Adele Marini, Giorgio Merega, Riccardo Parigi e Massimo Sozzi) alle prese con dieci racconti per dieci crimini, ognuno dei quali fa riferimento ad un decennio del secolo appena scorso: fiction, trama noir e soprattutto il recupero di ambientazioni storiche altrimenti poco frequentate dalla letteratura contemporanea oppure non sempre descritte con un approccio rigoroso.
Con Stefano Mantero e il suo “Sogno di Anna” ci troviamo nei primi anni del XX secolo quando un piroscafo salpa da Genova, destinazione Nuovo Mondo: qui un omicidio, tra viaggiatori facoltosi ed emigranti in cerca di fortuna, troverà forse soluzione e colpevole in un finale esplicitamente onirico e non privo di ambiguità. Poi è la volta di Angelo Marenzana col suo “Non come in guerra”, ambientato poco dopo la fine del primo conflitto mondiale, nel mezzo delle sommosse operaie represse nel sangue: anche qui un delitto banale e apparentemente di facile soluzione che nasconde un’enorme corruzione nel cuore dello Stato. La collaudata coppia di giallisti toscani Riccardo Parigi e Massimo Sozzi raccontano il loro delitto nel Veneto e nel Friuli dei primi anni venti, quando faceva capolino un fascismo che prometteva la fine dei conflitti sociali, seducendo chi voleva ordine senza porsi troppi scrupoli: un giovane privo di vocazione circense, un nonno tiranno e un epilogo che vuol dire vendetta, cinico e nero quanto basta, ed in qualche modo anche attuale, come commesso “a propria insaputa”.
Il maggiore Morosini, grazie al suo creatore Giorgio Ballario, lo ritroviamo alla fine del racconto “L’uomo con la valigia”, dove l’uomo del titolo è un travet, dalla vita apparentemente molto ordinaria e tranquilla, trasferitosi dall’Italia nell’Eritrea degli anni Trenta ed ora in fuga da qualcosa che di pagina in pagina si coglie essere un delitto; salvo risultargli fatale la troppa paura di venire scoperto. Con Denise Bresci e Ugo Polli siamo negli anni ’40, all’indomani della seconda guerra mondiale, dove ad una vicenda del recente passato che ha visto protagonisti dei partigiani, un’imboscata dei tedeschi, superstiti annichiliti dal dolore, anche grazie a diverse prospettive temporali che si susseguono di pagina in pagina, si aggiunge la ricerca di un traditore e poi un autentico colpo di scena che mette in discussione chi fino ad allora era stato considerato una vittima innocente.
Giulio Leoni, coerente con la sua passione per la magia e l’illusionismo, ci racconta una storia ispirata al naufragio del transatlantico Andrea Doria del 25 luglio 1956: il viaggio in nave di un aviatore americano, e quindi la sua tragica fine, trova la sua motivazione in una vicenda dove sono protagoniste le illusioni (e poi un omicidio) provocati da una poco convinta Cassandra. Gli anni ’60 sono curati da Claudio Asciuti col suo “Amesha Spenta”, il racconto stilisticamente più sperimentale tra punteggiatura eretica e una trama che mescola passato e presente dalla prima all’ultima pagina: una vecchia fotografia ritrovata per caso fa emergere tutto il verminaio imbastito tempo prima dai servizi e dai presunti contrapposti estremismi per dare luogo alla strategia della tensione. Su questa linea prosegue Adele Marini con “L’ultimo scatto”, ambientato negli anni ’70: anche qui delle foto scattate in maniera improvvida, che avrebbero potuto svelare i mandanti e gli esecutori di una strage, scatenano reazioni letali e svelano il passato nerissimo di un “moderato” dei giorni nostri.
Degli anni ’80, il decennio che vide la fine obbligata del totalitarismo comunista, si occupa Vindice Lecis con “L’attentato che non ci fu”: protagonista è un funzionario comunista sardo in pensione, che viene incaricato da Ugo Pecchioli di indagare dell’incidente automobilistico in cui anni prima, esattamente nel 1973, venne coinvolto, a Sofia, Enrico Berlinguer. Episodio che fece da subito sospettare il KGB, contrario al compromesso storico, oppure i servizi bulgari, notoriamente sbrigativi e spesso mossi da eccesso di zelo. Il secolo finisce con gli anni ’90 e con il racconto “Il sogno” di Giorgio Merega: ambientato inizialmente nella Genova del 1992, poco prima dell’inizio ufficiale delle Colombiadi, vede protagonista il disincantato Bruno Leone, capo della Sezione Omicidi della Squadra Mobile. Qui la morte per denutrizione di un senzatetto indiano e poi la scoperta dell’ un efferato omicidio, con tanto di squartamento di un losco personaggio, sveleranno una storia di sfruttamento dell’immigrazione e di vendetta: la soluzione del caso però rimarrà confinata ad un sogno rivelatore avvenuto molti anni dopo la scoperta dei due cadaveri. E’ vero che questi racconti, opera di dodici autori, sono caratterizzati registri narrativi diversi tra loro ma, vuoi per la loro brevità, vuoi per l’inquadramento storico che ne rappresenta il filo rosso comune, forse non ci fa nemmeno troppo caso; non fosse altro che il livello qualitativo di queste pagine, anche grazie ad autori collaudati come Riccardo Parigi e Massimo Sozzi , Giorgio Ballario e Giulio Leoni, appare del tutto degno di un’antologia.
Anche il “noir” del titolo va interpretato in maniera corretta: viste le dimensioni dei singoli racconti non rappresenta necessariamente una trama piena di enigmi tenebrosi, ma semmai può fare riferimento all’epilogo a sorpresa, riferito comunque a qualcosa di letale, ed anche al “nero” di vicende storiche tragiche e ancora controverse. “Mistero, suspence, azione, ma anche memoria, riflessione e riscoperta sono i compagni di questo viaggio attraverso il secolo più nero della Storia. Neronovecento” (dall’introduzione di Daniele Cambiaso).
Edizione esaminata e brevi note
Daniele Cambiaso, il curatore dell’antologia, è nato a Lavagna (GE) nel 1969 e vive a Genova. E’ insegnante di materie letterarie, si è occupato di letteratura mystery su riviste (Delitti di carta, Culture) e siti specializzati (Gialloweb, Giallo & Co, Giallomania, ThrillerMagazine). Il thriller storico Ombre sul Rex (Fratelli Frilli Editore, 2008) è il suo romanzo d’esordio, seguito da L’ombra del destino (Rusconi, 2010), scritto con Ettore Maggi. Per la primavera del 2013 è prevista la pubblicazione del romanzo Quel che resta del fuoco, scritto con Cristina Origone. Suoi racconti, scritti anche collaborando con altri autori, sono apparsi nelle antologie Crimini etruschi (Laurum, 2006), Colpi di testa (Noubs, 2007), Carabinieri in giallo (Giallo Mondadori, 2008), La tierra de los caìdos (Robin, 2008), Toscana tra crimini e misteri: Massa Carrara (Felici, 2009), Toscana a luci rosse (Laurum, 2009), Bersagli innocenti (Dario Flaccovio, 2009), Ribelli (Robin, 2011), Il fumo uccide (Effigi, 2012) e Rime assassine (Effigi, 2013). Ha curato l’antologia Nero Liguria (Perrone Lab, 2011) e, con Angelo Marenzana, le antologie Crimini di regime (Laurum, 2008) e Crimini di piombo (Laurum, 2009); inoltre ha partecipato alla stesura del saggio collettaneo Pare… letteratura (Longo, 2008).
Autori Vari, “Neronovecento”, antologia a cura di Daniele Cambiaso, Cordero Editore, Genova 2013, pag. 224.
Luca Menichetti. Lankelot, luglio 2013
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