Redigere una classifica delle leggi italiane più orride potrà risultare forse un esercizio sterile, visto che da diversi anni a questa parte il livello della produzione normativa, evidentemente condizionata da segreterie di partito che hanno soppiantato i pareri di giuristi competenti ed indipendenti, sembra aver molto a che fare col baratro etico ed intellettuale che caratterizza l’attuale classe politica. Di sicuro però il cosiddetto “Sblocca Italia”, decreto poi convertito con legge 11 novembre 2014, n.164, anche negli anni a venire potrà essere ricordato come uno dei provvedimenti più indecenti, se non il più indecente, tra quelli emanati dal governo renziano di centro-destra-sinistra. La realtà che sta dietro lo slogan “Sblocca Italia” è tristissima e, al fine di svelare il vero significato degli articoli e dei singoli commi presenti nella legge 11 novembre 2014, Tomaso Montanari ed altri già alla fine dello scorso anno avevano pubblicato gratuitamente un pdf sul sito di altreconomia. Adesso quel pdf è diventato un libro a tutti gli effetti e così possiamo leggere gli interventi di un folto numero di professionisti ed intellettuali – diciotto in tutto – impegnati a difendere, dall’assalto della più famelica speculazione, quel poco che ancora rimane del paesaggio e dell’ecosistema italiano.
Un libro (con vignette di Sergio Staino, Ellekappa, Altan, Giannelli, Danilo Maramotti, Mauro Biani, Giovanni Beduschi, Vincino, Massimo Bucchi, Giuliano, Vauro Senesi, Tiziano Riverso, Giorgio Franzaroli) scritto da giuristi (Paolo Maddalena, Giovanni Losavio), urbanisti (Vezio De Lucia, Edoardo Salzano, Paolo Berdini) e molti altri tra giornalisti, archeologi, ambientalisti, storici dell’arte (Massimo Bray, Salvatore Settis, Anna Donati, Maria Pia Guermandi, Pietro Dommarco, Domenico Finiguerra, Anna Maria Bianchi, Antonello Caporale, Carlo Petrini, Wu Ming, Luca Martinelli, Pietro Raitano), alcuni dei quali spesso accusati di essere “radical-chic”; ma la sostanza, memori del detto “il diavolo si nasconde nei dettagli”, ha voluto dire una serie di brevi capitoli, efficaci nello sbugiardare quello che nasconde il burocratese contenuto negli articoli della legge; e di conseguenza la retorica della velocità (lo “sblocca”) del fare – a prescindere dai contenuti – che fino ad ora è stata spacciata quale premessa di modernità.
Tomaso Montanari scrive difatti di volere “un Paese che sappia distinguere tra cemento e futuro. E scelga il futuro”: un modo di ricordare che lo sviluppo deve coincidere con il bene di tutti e non con l’interesse di pochi, con la qualità della vita e non con la distruzione del paesaggio. Parole che sicuramente non saranno molto gradite a coloro che si spacciano per liberali e riformisti e che soprattutto tendono ad archiviare come esercizio di estremismo ogni appello a non cementificare e a non massacrare ambiente e bellezze artistiche. Le uscite temerarie – ed arroganti – del premier sui “comitatini”, per non dimenticare quella più antica sugli inceneritori, dicono qualcosa. In questo senso la legge 164 ha dimostrato la perfetta continuità dei presunti rottamatori con la politica del centrodestra berlusconiano, incarnata dal ministro Lupi. Possiamo quindi affermare che i renziani, estremizzando i progetti di Berlusconi e dei suoi attila pseudo liberali, hanno predisposto la distruzione dei più basilari principi costituzionali in difesa dei beni comuni e del paesaggio.
Una legge che, col pretesto della cosiddetta deregulation, probabilmente si rivela la più regressiva, la più distruttiva tra quelle imbastite da una classe politica di incapaci. Tra i tanti interventi possiamo ricordare “Fuori dalla Costituzione” di Paolo Maddalena: “l’interesse all’esecuzione dell’opera, (e purtroppo, tranne 3 o 4 casi, si tratta di pere del tutto inutili e dannose), prevale addirittura sulla tutela del territorio, della salute e dell’incolumità dei cittadini. Un’affermazione gravissima, priva di logica e scandalosamente a favore solo delle grandi imprese […] La terza direttrice che segue lo Sblocca Italia è quella di rafforzare la forza deleteria della speculazione finanziaria […] basti pensare che si inventa i project bond e consente di derogare all’obbligo di garantire le obbligazioni tramite ipoteca, non solo agli investitori qualificati, come già prevedevano i provvedimenti adottati dal governo Monti, anche alle società e ai soggetti giuridici controllati da investitori qualificati” (pp.15-19).
Anche Massimo Bray non le manda a dire, chiedendosi oltretutto se davvero sia stato necessario per “sbloccare” l’Italia stravolgere l’ordinamento con un provvedimento legislativo urgente di cui non si è valutato l’impatto: “un provvedimento incautamente complesso, che deroga ma non chiarisce, tenta di semplificare ma crea stratificazioni normative; e non tutela l’ordinamento e tutti gli interessi opposti all’urgenza” (pp.36). Paolo Berdini in “Le mani sulla città” dimostra la continuità del provvedimento renziano rispetto le precedenti porcherie legislative e mette in evidenza i disastri prossimi venturi, scrivendo anche di Firenze: “Il Comune sotto la guida del nuovo sindaco Nardella ha redatto il dossier “Florence city of opportunities”, un’inedita apertura al mercato immobiliare internazionale. Il dossier comprende 59 schede di compendi immobiliari privati e pubblici (12 sul totale) di straordinario valore storico, architettonico e rubano che negli anni dell’urbanistica pubblica erano stati sottoposti a straordinari interventi di recupero urbano, come bel caso dell’ex carcere delle Murate. Anche questo compendio immobiliare viene gettato in pasto alla famelica speculazione finanziaria e immobiliare perché questo è l’obiettivo dello Sblocca Italia” (pp.51).
Carlo Petrini, tra i tanti, ricorda ancora una volta come la legge, anziché fermare la colata di cemento, “la rilancia, la promuove, la incentiva. E lo stesso fa con le trivellazioni offshore in Adriatico o con grandi e inutili opere come la Orte – Mestre [ndr: non a caso sponsorizzata accanitamente dal ministro Lupi]” (pp.126). Ed inoltre: A mettere d’accordo tutti, a sgombrare qualsiasi dubbio, a svelare la distanza abissale tra gli auspicati buoni propositi (veri o presunti che fossero) e la realtà, ci ha pensato lo Sblocca Italia, in modo particolare per quanto concerne le misure dedicate all’edilizia e alla gestione dibeni comuni (alcuni sanciti da un referendum, com’è avvenuto per l’acqua). Oggi persino il Governo Monti, grazie all’iniziativa dell’allora Ministro dell’Agricoltura Mario Catania, può apparire più progressista e innovatore dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi” (pp.123). Salvatore Settis torna a scrivere di paesaggio e di silenzio assenso quale grimaldello per scardinare la sostanza dell’art.9 C.: “lo sventramento, la parcellizzazione, la distruzione di decorazioni storiche e, nella maggior parte dei casi, una certezza” (pp.66).
Questi sono solo alcuni dei disastri che emergono dalla lettura di “Rottama Italia”. Effetti deleteri di una legge oltretutto scritta molto male, opera di personaggi che non si sa se siano mossi più da malafede, da cialtroneria o da ambedue le cose; e che fino ad ora probabilmente non sono stati colti in tutta la loro gravità, forse anche a causa del burocratese e della propaganda governativa prontamente rilanciata dai media senza alcun filtro critico. Dopo questa legge la parola rottamare probabilmente diventerà sinonimo di divorare; e più precisamente divorare suolo, beni comuni, paesaggio, beni artistici, buon senso, futuro.
Edizione esaminata e brevi note
Tomaso Montanari, (Firenze, 1971) storico dell’arte, è professore associato presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli studi di Napoli Federico II. Ha pubblicato per Einaudi i saggi “A cosa serve Michelangelo e Il barocco”; per Skira, il pamphlet “La madre di Caravaggio è sempre incinta”. Il libro “Costituzione incompiuta. Arte, paesaggio, ambiente” (da lui curato, e scritto insieme a Alice Leone, Paolo Maddalena, Salvatore Settis; Einaudi 2013). Ha vinto il Premio Internazionale Capalbio per la Saggistica 2013. Collabora con Il fatto quotidiano. Nel novembre del 2012 ha ricevuto il Premio Giorgio Bassani. Nel febbraio 2013 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica «per il suo impegno a difesa del nostro patrimonio».
Autori vari, “Rottama Italia. Perché lo Sblocca-Italia è una minaccia per la democrazia e per il nostro futuro”, Altreconomia, Milano 2015, pp.145. A cura di Tomaso Montanari.
Luca Menichetti. Lankelot, luglio 2015
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