Ho qui davanti a me il bellissimo libro “The Wild Forests of Norrbotten” e devo confessare che ho qualche difficoltà a scriverne in maniera disinvolta. E non perché non abbia molto da dire. Semmai il contrario. Però quando vuoi raccontare le pagine di un libro fotografico, pochi testi e tantissime immagini suggestive, allora il rischio è di risultare ripetitivo, forse un po’ banale, probabilmente stucchevole nel descrivere con le parole di “bello”, “emozionante” e quant’altro l’opera di Andrea Barghi. Quindi l’unico consiglio veramente spassionato che mi sento di dare ai curiosi e agli appassionati di fotografia è quello di spippolettare in rete; e sicuramente qualche foto presente in “The Wild Forests of Norrbotten” la potrete trovare. Vi appariranno immagini suggestive di una natura ancora incontaminata, ma che non rendono come quelle presenti sulla carta stampata. Ammettiamolo, se si tratta di immagini spesso non c’è tecnologia che tenga: su un libro come questo le foto, riprodotte in ampi fogli di cellulosa, acquistano altro significato. E fanno ben altro effetto.
Andrea Barghi e Veronica Bernacchioni qualche anno fa, dalla Toscana, si sono trasferiti stabilmente nel nord della Svezia. Il fotografo toscano ormai da anni si recava nelle regioni scandinave, si immergeva nella flora e nella fauna scandinava per poi tornare in Italia con un fantastico bottino di foto. Una consuetudine che ha quindi facilitato la decisione definitiva di abbandonare un’Italia berlusconizzata che ormai Andrea e Veronica non sopportavano più, e quindi vivere stabilmente in luoghi che meglio si adattano alla personalità e al lavoro di un fotografo naturalista (o per la precisione un “fotografo di emozioni”, come leggiamo sul sito di Andrea Barghi). “The Wild Forests of Norrbotten” rappresenta una ricerca fotografica sulle foreste del Norbotten, al di là del Circolo Polare artico, nella Lapponia svedese, che, senza alcuna forzatura od esagerazione, possiamo davvero raccontare come “l’ultima frontiera selvaggia d’Europa”, un paradiso di flora e di fauna, alci, ghiottoni, orsi, renne, uccelli, tra aurore boreali, foreste sterminate. Un libro del genere, vista l’attività di Barghi, prima o poi sarebbe stato pubblicato ma che, grazie all’intuizione di Veronica Bernacchioni, sua partner oltre che direttore creativo della casa editrice indipendente ed agenzia creativa Varda, ha visto la luce in tempi brevi proprio con l’occasione dell’Anno Internazionale delle Foreste 2011 e grazie al sostegno di intelligenti mecenati e partners; non ultimo il sostegno, tra gli altri, di Ban Ki-moon (ONU) che ha firmato l’introduzione, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente svedese, persone come Bo Lundin, e Rolf Lofgren, i comuni di Gällivare e di Jokkmokk. Un libro che ha visto Veronica Bernacchioni coautrice a pieno titolo, non fosse altro che è stata lei a crearlo graficamente, a scegliere la carta riciclata al 100 X 100 della Cartiera DALUM Di Odense, Danimarca, una delle maggiori cartiere di carta riciclata nel mondo. Oltre a conferire direttamente con l’ONU, con Lester Brown e con tutti coloro che vi hanno scritto.
Il libro, in inglese e svedese, contiene testi di Veronica Bernacchioni, Andrea Barghi, Frédéric Forsmark, Mats Karström, Mikael Karlsson, Andrea Margaritelli, Francesco Petretti, Malin Sahlin, Lester Brown, che ben raccontano la nascita del progetto, le impressioni e l’apprezzamento per l’arte fotografica del fotogtrafo, che qui, in un habitat ideale per esprimere tecnica e personalità, ci ha dimostrato al meglio cosa significa la frase che campeggia nell’homepage del suo sito: “Ho sempre considerato la macchina fotografica un mezzo e non un fine. La natura è stata il mio punto di partenza e mi ha permesso di “scendere” più dentro di me”. Frase che mi ricorda quella di John Hedgecoe: “Attrezzatura e tecnica sono solo l’inizio. È il fotografo che conta più di tutto”. Un grande libro e non soltanto perché opera di un grande fotografo che ci ha regalato bellissime foto, ma grande anche perché è un libro proprio bello esteticamente, di grandi dimensioni, 288 pagine stampate su carta da 200 grammi. Un libro che ad oggi però solo pochi privilegiati hanno la fortuna e avranno la fortuna di possedere: stampato in Italia in 2500 copie, non è in commercio.
In considerazione del fatto che raccontare delle foto è forse esercizio ozioso, oltretutto col rischio già citato di diventare pure mielosi, allora per cogliere qualche impressione che ci ha lasciato “The Wild Forests of Norrbotten” ci potranno forse venire incontro delle citazioni di grandi fotografi. Così Helmut Newton: “Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia.”. E poi Nadar: “Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare”. Non so davvero se Nadar avesse davvero l’intenzione di negare la fotografia artistica o se il suo, com’è probabile, fosse solo un paradosso. Di certo, per parafrasare questo pioniere della fotografia, con “The Wild Forests of Norrbotten” Andrea Barghi c’ha visto benissimo.
Edizione esaminata e brevi note
Andrea Barghi è nato in Toscana nel 1953 ed è un fotografo naturalista affermato in Italia e all’estero. Ha collaborato con famose riviste di cultura e fotografia (“Airone”, “Oasis”, “I Viaggi di Repubblica”, ”Fotografia Reflex”, ecc.) e curato numerosi libri fotografici e pubblicazioni multimediali (con l’Agenzia Svedese per la Protezione della Natura e su riviste come Io Fotografo e Video per E-ducation ed RCS). Vive in Svezia.
Veronica Bernacchioni è editore e direttore creativo della casa editrice indipendente ed agenzia creativa Varda. È stata a capo di una analoga agenzia italiana per circa dieci anni, sviluppando progetti internazionali di cultura, natura e ambiente (in collaborazione fra gli altri con le Nazioni Unite, il WWF internazionale, l’Earth Policy Institute).
Andrea Barghi, Veronica Bernacchioni, The Wild Forests of Norrbotten – The northernmost wilderness area of Europe, Varda, Varda 2011, pag. 288 (swedish/english – Not for sale International edition)
Luca Menichetti. Lankelot, luglio 2012
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