Il titolo “Piccoli padri” al plurale è riferito a tutti quegli uomini, politici e studiosi che negli anni, forti di una convinzione federalista e spesso nell’ombra, hanno contribuito al consolidarsi della Comunità europea prima e dell’Unione europea poi. Dietro i “grandi padri” come Adenauer, De Gasperi, Schumann, Spaak, Spinelli c’erano tanti funzionari che lavoravano e organizzavano i lavori delle istituzioni con uno spirito di servizio ormai desueto; e questo libro, nel celebrare uno di loro, ci ricorda una politica che non era disgiunta da utopie difficilmente realizzabili, ma di cui avremmo forse bisogno come medicina per volare più alto e distanziarci dalle attuali mediocrità.
Forse quel “consolidarsi” riferito alla UE, visti i risultati sconfortanti che sono scaturiti da Nizza, Lisbona e da tutti i vertici intergovernativi, non è proprio l’espressione giusta. Lo diventa se riferito ad un inguaribile ottimista come Gianfranco Martini, indubitabilmente un “piccolo padre”, che pur consapevole delle difficoltà e di tutte le incongruità dell’attuale sistema sovranazionale, non si è mai perso d’animo e sempre ha rilanciato l’obiettivo di una compiuta integrazione europea. Il libro è costituito da una lunga intervista di Roberto Di Giovan Paolo a Martini, in cui il nostro “piccolo padre” racconta la sua vita, le sue esperienze professionali come sindaco di Lendinara, come componente del Consiglio dei comuni d’Europa e l’attuale attività di membro della Direzione dell’Aiccre e del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa.
La seconda metà del volume raccoglie suoi scritti apparsi sulla rivista “Comuni d’Europa” (“dal quartiere alla regione per una Comunità europea federale”). “Piccoli padri”, nell’intento di sottolineare “le motivazioni sempre più attuali di una concreta partecipazione dei cittadini al processo di unificazione federalista europea”, risulterà più facilmente potabile per quei lettori che alle spalle hanno già studi politico-sociali e che magari, con qualche ragione, potranno pure essere in sintonia con un euroscettico razionale come Lucio Caracciolo (si veda il suo “Non morire per Maastrich” edito da Laterza). E’ vero che l’intervista, che di fatto ripercorre la vita di Gianfranco Martini, non è appesantita da considerazioni tecniche e politologiche tali da farne un saggio ad uso di soli specialisti, ma proprio questo sguardo volto ad un “piccolo padre” potrà ampliare lo sguardo di tutti coloro che, nello studiare materie come l’organizzazione politica europea, si sono limitati a conoscere le argomentazioni dei teorici federalisti, dei funzionalisti, degli istituzionalisti. Insomma un guardare dietro le quinte delle istituzioni europee che ci fa scendere dal volo alato delle grandi teorie e, guadagnandoci in concretezza, ci ripaga con l’umanità e la passione di un convinto federalista. Un libro che possiamo pure definire una celebrazione dell’attività di Gianfranco Martini, ma che al di là dell’argomento sulla concezione dell’Europa, probabilmente ha il suo punto di forza in alcuni brani contenuti al termine dell’intervista.
Nella considerazione che viviamo un periodo in cui la categoria dei cattolici è rappresentata anche da quelli di “In mutande ma vivi”, gli argomenti di Martini sono a dir poco consolanti: “confesso il mio attuale disagio per quella parte della Chiesa istituzionale e gerarchica nella quale stento a riconoscermi [..] Credo che i cristiani e, in genere, tutti gli uomini, debbano avere ben chiara la distinzione tra fede e religione. La fede è l’atteggiamento dell’uomo nei confronti di Dio; la religione è l’istituzionalizzazione della fede, la sua, potremmo dire, codificazione che poi dà origine alle chiese. Oggi probabilmente si è più attenti alla religione che alla fede, alla chiesa che al Vangelo: di qui un profondo e crescente disagio […] Ne è derivata anche una forte convinzione di laicità nel mio agire nella società civile e nell’impegno politico, pur in un partito nel quale ho militato fino alla sua scomparsa, la Democrazia Cristiana, che aveva indubbiamente radici confessionali. Queste però non impedirono mai ad alcune personalità, ne cito una per tutte, Alcide De Gasperi, di difendere e garantire la sua laicità. Ricordo, per concludere, un pensiero di Pietro Scoppola nel suo libretto autobiografico degli ultimi mesi della sua malattia (Un cristiano a modo suo): Nella Chiesa da cittadini, non da sudditi. ..[..] dissenso che va vissuto con discrezione, ma anche con determinazione e fermezza, come scommessa e sfida, che ha spesso come premio la solitudine istituzionale, preziosa risorsa per l’uomo” (pag. 96-99). Parole contenute in un libro che voleva regalarci riflessioni sull’Europa ma che si dimostrano più che mai adatte, e felicemente inattuali, alla nostra esotica Italia.
Edizione esaminata e brevi note
Roberto Di Giovan Paolo, giornalista professionista, è stato consulente editoriale e di comunicazione strategica; ha insegnato come docente alla Luspio Sociologia dei processi culturali e comunicativi e Comunicazione politica. Dal maggio 1996 è membro del Policy Bureau europeo del Ccre e dal febbraio 2006 ricopre la carica di segretario generale dell’Aiccre, nella sua sezione italiana. È tra i fondatori di Elanet, rete europea della società dell’informazione. Dal 2008 è senatore della Repubblica. Per Nutrimenti ha pubblicato Comunicare rende liberi con Maria Rita Moro e prefazione di Tullio De Mauro.
Gianfranco Martini (Lucca, 1925) nel 1943 – per sfuggire a un forzato arruolamento nell’esercito della Repubblica di Salò – si rifugia a Lendinara, nel Polesine, dove dal 1951, per 10 anni, ricopre la carica di sindaco. In seguito è stato assessore provinciale a Rovigo. Nel 1964 si trasferisce a Roma e dirige con Umberto Serafini il Consiglio dei comuni d’Europa: Cce (oggi Ccre). Oggi è membro della Direzione dell’Aiccre e del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa; ha presieduto, dalla sua creazione, l’associazione che raggruppa le Local Democracy Agencies
Approfondimento in rete: http://www.aiccre.it/
Roberto Di Giovan Paolo, Gianfranco Martini, Piccoli padri. Una conversazione sulla nascita dell’Unione Europea e il suo futuro, Iacobelli, Pavona di Albano Laziale 2010, pag. 206
Luca Menichetti. Lankelot, febbraio 2011
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