Le tante donne famose e meno famose, tra le quali molte scrittrici, che troviamo citate nell’ultima opera di Maria Pia Ercolini, non devono far pensare ad un’operazione che prenda spunto magari da un’analisi letteraria per poi approdare a luoghi, strade e a una sorta di topografia dell’immaginario. Equivoco possibile se solo pensiamo che recentemente per i tipi di Guerini e Associati è stato pubblicato “Da Pietroburgo a Mosca. Le due capitali in Dostoevskij, Belyj, Bulgakov” di Gian Piero Piretto, dove la geografia viene raccontata proprio in funzione dei romanzi analizzati; ovvero un itinerario che parte dalla letteratura per poi incontrare le atmosfere reali e l’urbanistica delle capitali russe.
Diverso discorso, anzi quasi opposto, invece con “Percorsi di genere femminile” che, non a caso, fa parte della collana “guide” della Iacobelli: opera che non si propone di rintracciare nel reale quanto esistente nell’immaginario e nella letteratura. “Roma. Percorsi di genere femminile” è una guida a tutti gli effetti, anche se costruita con un’ottica particolare. Sandra Petrignani, nell’Introduzione, scrive infatti di una storia in qualche modo “ribaltata”, colta dalla visuale delle figlie di un dio minore, e quindi paradossalmente capace di un’angolazione più comprensiva, a volte scoprendo relazioni insospettabili e tali da coinvolgere nel racconto di una città tutte e le due metà del cielo. In questo senso anche l’inciso della Petrignani, quando ci rassicura di non voler intrattenere la lettrice-visitatrice e il lettore-visitatore “con risapute argomentazioni femministe”, mi pare aver colto con una certa efficacia il reale percorso di questa guida. Di fatto turistico-culturale, tra passato e presente, piuttosto che militante. E’ vero che troviamo qua e là alcuni vocaboli che non ci piacciono proprio, tipo “direttora” e “assessora”, ma possiamo poi leggere alcuni passaggi, soprattutto nelle conclusioni di Aureliana di Rollo, che mostrano una legittima polemica anche nei confronti della ricerca storica, considerata spesso limitata e limitante: “I soggetti del discorso degli storici sono gli uomini, e le donne sono oggetti, anche se di lusso. Il ritratto dell’Augusta, come lo vediamo all’Ara Pacis o su monete, gemme, busti, non reca traccia di questa violenza patriarcale. Celebra invece il trionfo dell’uomo a cui andò in sposa, restituendoci l’immagine del potere che, di riflesso, Livia godette, ma non ci dice molto di lei, della donna che fu” (pag. 213).
Il secondo volume della guida segue quello che da Trastevere aveva percorso le vie dalla Lungara a ponte Sublicio passando poi per il Granicolo. Adesso è la volta della “riva sinistra, da ponte Sublicio alla Lungara, passando per Testaccio, Ostiense, Garbatella, Aventino, il Ghetto, via Giulia”. Ancora una volta protagoniste sono donne, reali o trasfigurate dal mito, che hanno abitato questi luoghi, nella storia antica e recente, oppure che con questi scorci di Roma hanno comunque avuto a che fare, non fosse altro per aver dedicata una via. Parliamo, tra le tante, di Elsa Morante, Gabriella Ferri, Giovanna Marini, Luce D’Eramo, Amelia Rosselli, Settimia Spizzichino, Sofia Scandurra, Messalina, Cornelia, Artemisia Gentileschi, Beatrice Cenci, Tosca, Anna Magnani, Miriam Mafai, Ottavia, Gianna Mancini, Rea Silvia, Ingeborg Bachmann, Acca Larentia, Joyce Salvatori Lussu, Carla Capponi, Jessie White, Pompeia Plotina, Alice Ceresa. Per non dimenticare articoli che argomentano in maniera più corale questa visuale della capitale: Il cimitero acattolico, la Garbatella, la casa di Elsa Morante, la Scuola popolare di musica del Testaccio, Via delle Zoccolette, Regina Coeli, le donne ebreee nel Ghetto di Roma, la Torre di Jacopa e tanti altri. Numerose anche le collaboratrici (presentate in fondo al volume), con i loro articoli monografici sulla capitale al femminile: la professoressa Maria Pia Ercolini ci appare così nel doppio ruolo di autrice e di coordinatrice del libro. Percorso che non segue una precisa linea temporale, coerente con la sua struttura di guida turistica per quanto arricchita da articoli di carattere storico e culturale. Quindi, in questo alternarsi continuo tra passato remoto e anni recenti, l’espressione che ci è capitato di leggere, “coro polifonico di voci femminili, diverse per età, professione, interessi”, ci pare del tutto azzeccata.
Edizione esaminata e brevi note
Maria Pia Ercolini insegna da trent’anni Geografia turistica nelle scuole superiori, partecipa a gruppi di studio e laboratori con le università romane finalizzati a promuovere la visibilità delle donne nella cultura e nella società. Ha realizzato fotoreportage di viaggio e articoli sulla condizione femminile per settimanali e mensili. Ha pubblicato ricerche e unità didattiche interdisciplinari per le pari opportunità su periodici, libri di testo, atti di convegni, rubriche.
Maria Pia Ercolini, “Roma. Percorsi di genere femminile. La riva sinistra. Volume 2”, Iacobelli (collana Guide), Pavona di Albano Laziale 2013, pag. 248
Luca Menichetti. Lankelot, giugno 2013
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