Variazioni di un’immagine tra devozione e street art
Quando il 27 dicembre 1673, festa liturgica di san Giovanni Evangelista, Margherita Maria Alacoque, giovane monaca francese, va in estasi di fronte al cuore di Gesù, certamente non pensa che quell’immagine avrà così tanta diffusione e una quantità incredibile di variazioni. Così descrive il Sacro Cuore:
“presentato come in un trono di fiamme, più sfolgorante di un sole e trasparente come un cristallo, con la piaga adorabile, circondato da una corona di spine e sormontato da una croce”.
Il saggio di Giuliano Zanchi è un excursus sulle vicende di questa immagine, che ha attraversato i secoli, è uscita dal contesto devozionale ed è arrivata fino alla street art, alla moda e all’arte contemporanea.
Nata in un momento in cui si discute di cuore e ragione e nel quale l’Illuminismo è alle porte, l’immagine del Cristo con il cuore in mano suggerisce l’idea di una devozione riparatrice, che avrebbe dovuto rimediare all’ingratitudine degli uomini verso Dio.
Raffigurazione emblematica del Sacro Cuore è il Cristo di Pompeo Batoni (1767) nella Chiesa del Gesù a Roma: languido, femmineo, supplice, in perfetta sintonia con le esigenze della pittura controriformista, questo Gesù, all’apparenza così dolce, ha anche qualcosa di sottilmente intimidatorio.
“Come sarebbe accaduto poi anche per le immagini legate al culto mariano, rilanciate dalle molte apparizioni otto/novecentesche, anche quella del Sacro Cuore divenne un’icona del risentimento credente nei confronti della civiltà laica e secolare che, con i suoi nuovi saperi, stava conquistando il dominio del vecchio mondo spirituale e cristiano, e contro la quale il cattolicesimo tardomoderno sentiva il dovere di combattere con tutte le proprie forze”.
Il quadro del Batoni resterà nei secoli il prototipo di riferimento per la devozione popolare al Sacro Cuore, un’icona inossidabile ancor oggi diffusa.
La devozione popolare infatti non accetta grandi cambiamenti, ama riprodursi fedele a sé stessa, proprio perché così continua ad avere una presa emotiva, a prescindere della qualità artistica del prodotto che, tutto sommato, non interessa.
Le immagini però sono nomadi e così quella del Sacro Cuore continua comunque ad emigrare e a venire ripresa e interpretata. Se ne impossessano: la moda, la street art, l’arte contemporanea, il tatuaggio, i fumetti. Non mancano gli esempi più vari e un piccolo apparato iconografico completa il saggio.
Nell’insieme si tratta di un libro breve e sorprendente, che da un lato dimostra le numerose vite delle immagini e la loro capacità di penetrare un po’ ovunque, riadattandosi e cambiando, dall’altro ribadisce la persistenza di una devozione popolare al Sacro Cuore che ancor oggi gode di grande fortuna, basti pensare a chiese, quadri, santini, oggettistica varia, ospedali e istituzioni, ordini religiosi ad esso dedicati.
C’è però un’amara conclusione dell’autore: tutto questo movimento d’immagini non sembra assecondare l’auspicio di devozioni più colte e aggiornate “nel quale un aggiornamento conciliare della vita cristiana continua più a dibattersi che a battersi, disatteso e contraddetto da umori di base che non sembrano sentire ragioni”.
Alle ambizioni di rinnovamento non ha portato nessun aiuto l’arte contemporanea, in genere vista con ostilità dal cattolicesimo di base, che vive con difficoltà il rapporto con tutta la cultura contemporanea, col risultato che di fatto oggi la vita cristiana è “orfana di un’arte che serva ai suoi bisogni”.
Edizione esaminata e brevi note
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Giuliano Zanchi, direttore del Museo Bernareggi e del Museo e tesoro della cattedrale di Bergamo, è segretario generale della Fondazione Adriano Bernareggi. Licenziato in Teologia fondamentale e sistematica alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, si occupa di temi al confine fra l’estetica e la teologia. Collabora alla pagina culturale dell’Osservatore Romano e fa parte della redazione della Rivista del clero italiano. Tra i suoi libri, pubblicati da Vita e Pensiero: Il genio e i lumi. Estetica teologica e umanesimo europeo in François René de Chateaubriand (2001); Prove tecniche di manutenzione umana. Sul futuro del cristianesimo (2012) e L’arte di accendere la luce. Ripensare la chiesa pensando al mondo (2015).
Giuliano Zanchi, Le migrazioni del cuore. Variazioni di un’immagine tra devozione a street art, Bologna, Edizioni Dehoniane 2017.
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