In occasione del primo centenario della nascita di Giorgio La Pira, Pier Francesco Listri, già curatore di un programma sul “Servo di Dio” per il terzo programma di Radio Rai, ha pensato bene di mettere nero su bianco questa sua inchiesta radiofonica.
Il risultato, come i lettori potranno cogliere da subito, non è una biografia ordinaria e particolarmente ordinata; soltanto alla fine del breve volume (poco più di 130 pagine) possiamo trovare appunto alcune pagine che sintetizzano cronologicamente la vita di La Pira, la Bibliografia (opere di e su La Pira), gli “intervenuti nell’inchiesta”.
In quanto “inchiesta” i brevi capitoli non seguono uno stretto ordine cronologico: “La Sicilia, Firenze, il mappamondo”, “la fede, la Chiesa, i pontefici”, “Il giurista”, “Il politico”, “La Pira, la DC e il PCI: fra incudine e martello”, “L’attesa della povera gente”, “Il sindaco”, “La Pira economista”, “A Mosca e altri viaggi”, e così via.
Sicuramente l’opera, anche a causa della sua voluta brevità, non riesce a raccontare in maniera esaustiva La Pira che, con la sua personalità totalmente cristiana e molto poco democristiana, e con le sue palesi contraddizioni, è stato un personaggio – azzardiamo: un protagonista della politica del dopoguerra – che ancora oggi suscita ammirazione e mal celata irritazione.
Un personaggio del genere, un moderno francescano laico e col crisma del profeta, eletto deputato e sindaco (sempre da indipendente) con la D.C., partito in cui negli anni si moltiplicarono non i pani e i pesci ma semmai gli squali e i ladroni, diciamo pure che è da studiare con attenzione.
Se è vero che spippolettando in rete, su wikipedia o sui siti web dedicati, su di lui potremo trovare parecchie notizie strettamente biografiche, il nostro “Ecco La Pira” risulterà almeno utile come spunto per ulteriori e più approfondite letture; e sicuramente potrà contribuire ad abbattere qualche persistente luogo comune sul “Sindaco santo”, troppo spesso associato al “cattocomunismo”.
Nel libro la narrazione è spesso spezzata da brevi domande e risposte (ricordiamo che la fonte è un’inchiesta radiofonica) in cui noti esponenti politici, uomini di cultura dicono la loro su La Pira; e proprio in merito conviene riportare alcune frasi di Franco Camarlinghi, comunista storico dell’area fiorentina: “Era profondamente anti-comunista, per essendo assai critico verso il capitalismo” (pag. 114).
Oppure pensiamo a Valdo Spini, altro uomo di sinistra (non comunista) che da anni ha fatto della laicità il suo cavallo di battaglia. Eppure: “Oggi un personaggio come La Pira sarebbe estremamente importante, soprattutto mentre le religioni sono usate come motivo di scontro anziché di incontro. Con preveggenza anche politica vedeva le tre grandi religioni monoteiste discendenti da Abramo, cristianesimo, ebraismo, islamismo, come un fondamentale luogo di incontro di uomini, sfuggendo alla strumentalizzazione della politica temporale. Ci vorrebbe oggi veramente un La Pira” (pag. 115).
Altro passo significativo: “Curioso paradosso: immerso nel mondo, dall’Africa all’Oriente, La Pira restò sempre uomo di meditazione e, in un certo senso, fu sempre separato dal partito al cui servizio rimase fedele, la DC, sia dagli amici cattolici che, specie negli ultimi anni, imboccarono altre soluzioni politiche; sia infine dalle sinistre che lo corteggiarono, ma dalle quali si sentì sempre radicalmente diverso. Fu in una parola un uomo solo, impegnato per il mondo” (pag. 14).
In quarta di copertina leggiamo: “una visione il più possibile imparziale di La Pira”.
Sul “più possibile imparziale” avrei i miei dubbi: l’occasione del centenario si fa sentire, non fosse altro perché il “Servo di Dio” di critiche in vita e dopo la morte ne ha ricevute veramente molte. “Utopista” in primis.
Critiche che potevano avere un solido fondamento (pensiamo alla sua visione economica e le accuse di avere scarsa attenzione ai bilanci dello Stato e del comune), ma, almeno per chi scrive (e legge il libro), diventa poi difficile infierire su chi ha condotto la sua vita nella totale sobrietà, se non povertà, intento a promuovere una Firenze città di pace e a “dialogare sia con i potenti della terra, sia con i più umili”.
Parimenti il La Pira cristiano, o meglio cattolico, non potrà affatto suscitare le simpatie di chi ha una visione totalmente laica, almeno nel campo etico. Pensiamo all’aborto, tanto per ricordare alcuni passi del libro.
Non vi posso certo raccontare la vita di La Pira ma provate ad informarvi, anche grazie a questo breve libro (la conversione religiosa a venti anni, dopo un’adolescenza da “dannunziano libertario”, la carriera universitaria, gli articoli contro le leggi razziali, la persecuzione durante il regime fascista, la partecipazione alla Costituente,….), e vi renderete conto della complessità del personaggio e della sua straordinaria inattualità.
Ecco, forse l’aggettivo più adatto a La Pira, “uomo poverissimo e distaccato dalle cose del mondo“ (cit. Pinzauti – pag. 100), tanto più se pensiamo ai nostri disinvolti cattolici da “family-day”, è proprio questo: inattuale.
Edizione esaminata e brevi note
Pier Francesco Listri, già capo redattore, editorialista de «La Nazione» , nel corso della sua lunga carriera ha collaborato a riviste quali «L’Espresso» e «Il ponte» di Calamandrei. E’ anche regista e produttore di programmi culturali oltre che storico di Firenze e della Toscana. Tra le sue opere: “Dizionari di Firenze e della Toscana”, “La grande storia di Firenze”, “Fiesole. Il futuro ha un cuore antico” e “Firenze e la Toscana dei Lorena”.
Pier Francesco Listri – Ecco La Pira. Chi fu, cosa fece, quanto ne resta – Firenze, 2004 – Le Lettere
Luca Menichetti. Lankelot, luglio 2009
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