Poco più di un anno fa l’Associazione Culturale Il Foglio pubblicava la seconda edizione, ampiamente riveduta e corretta, di “Cerniera lampo”, romanzo di Luca Raimondi e Joe Schittino. Un libro che ci aveva fatto scrivere di “divertito esperimento letterario” e soprattutto di una “conclusione imprevedibile in un contesto fatto di mentecatti ad ogni livello, di estremismi”. Con queste premesse il nuovo romanzo a quattro mani di Raimondi e Schittino inizialmente ci è sembrato volersi distaccare in maniera marcata da “Cerniera lampo” che, seppur modificato, rimaneva pur sempre il loro esordio letterario ufficiale. In realtà – appare del tutto evidente leggendo le ultime pagine del libro – le cose non stanno proprio così. “Cerniera lampo” terminava con un beffardo “Bang!” ed anche nel “Grande chihuahua” alla fine, se non proprio di uno scoppio, ci si ritroverà a leggere di uno scoppiato e in termini fino a quel momento non preventivabili. Insomma, autori che sono stati astuti nello spiazzare il lettore, anche grazie ad una narrazione in prima persona, e quindi nel portare a termine una vicenda che altrimenti, tirata per le lunghe, si sarebbe sempre più incartata in una sorta di Sicilian Psicho. I possibili effetti collaterali, riferiti ad una vita forse vissuta o forse no, sono paventati proprio nel corso del racconto: “Se ve l’avessi raccontata per filo e per segno vi avrei procurato i più interminabili sbadigli della vostra vita, di certo ben più ricca e piena di soddisfazioni, sentimenti, cose e luoghi veri, visitati, vissuti, persino amati” (pp.163). In effetti il protagonista del romanzo, sempre in compagnia del suo cagnetto Grande – di nome ma non di fatto in quanto chihuhaua – non appare come il prototipo del bravo ragazzo: “Io sono normalissimo. So che anche molti serial killer si professano tali, ma io sono assolutamente normale” (pp.19). Un’idea molto discutibile perché se le abitudini del “Protagonista” (pp.7) fossero cosa ordinaria allora l’umanità sarebbe prossima all’estinzione senza bisogno del celebre asteroide.
Mentre il Dino Armicula, co-protagonista di “Cerniera lampo”, tutt’al più lo potevamo definire un “teppistello contestatore”, qui le cose cambiano e si fanno apparentemente più cupe: “Uccidere soltanto perché si può fare. Per il gusto di farlo. […] Giovane universitario catanese, iscritto alla facoltà di Filosofia, di famiglia borghese, sceglie le proprie vittime vagando per le strade meno trafficate dei piccoli paesi limitrofi. Lo fa casualmente, senza alcuna apparente motivazione logica, sfogando in questo modo la sua follia omicida. Una violenza brutale e gratuita. Nessuna legge morale, civile o religiosa può impedirglielo. Al di là del bene e del male. In sottofondo la musica dei Beatles e al suo fianco il piccolo chihuahua Grande. L’incontro con l’intrigante Carmen F. Beretta, aspirante poetessa, incrinerà alcune delle sue certezze più profonde, spingendolo a scoprire una parte di sé che non avrebbe mai creduto potesse esistere. Ma chi è veramente Carmen?” (dalla quarta di copertina). Un epilogo che prefigura quindi un incrinare di certezze, anche se ai lettori più smaliziati potrebbe venire il sospetto che non sarà soltanto il protagonista del romanzo a rimanere disorientato. Eppure di pagina in pagina ci troviamo di fronte ad un serial killer in erba, nemmeno troppo turbato dalla stranezza dei suoi genitori e del suo ambiente borghese, che sfoltisce l’umanità con distacco e con giustificazioni decisamente debolucce: “Perché uno non deve uccidere, se tanto si muore comunque?” (pp.52). Visti i precedenti la comparsa della misteriosa Carmen F. Beretta potrà far pensare ad una redenzione, ad una vendetta oppure ad una futura coppia tipo Frederick e Rosemary West, o Paul Bernardo e Karla Homolka. I due autori hanno invece scelto un epilogo alternativo ma perfettamente logico. Se tutto quanto raccontato dal protagonista potrà apparire sotto una luce diversa, rimangono comunque pagine scritte apparentemente con ambizioni più grandi rispetto il precedente “Cerniera lampo”. L’umorismo e il sarcasmo sembrano cedere di fronte al monologo delirante di un killer, al suo filosofeggiare da quattro soldi, compiaciuto dei propri crimini e nel contempo distaccato, come se fosse diventato quello che è più per la lettura distorta di Nietzsche che per la vicinanza di familiari e amici perversi e fuori testa.
Malgrado questa apparenza (o sostanza?) cupa e sanguinolenta, un linguaggio a volte volutamente sopra le righe, il romanzo, secondo noi, scorre piuttosto bene, tra assurdità adolescenziali, citazioni musicali e letterarie; e non annoia proprio perché, incalzando la curiosità del lettore, la presenza di questa Carmen F. preannuncia un ritorno ad atmosfere più umoristiche e soprattutto ad una svolta inattesa e ad una rottura rispetto l’ordinario uccidere di serial killer solitario. A ben vedere che Luca Raimondi e Joe Schittino abbiano voluto proporre uno stile parzialmente diverso, più ambizioso rispetto “Cerniera lampo”, ma alla fin fine senza abbandonare lo spirito che ha caratterizzato la loro opera d’esordio, in realtà lo si può sospettare fin dall’inizio. Per questo motivo le citazioni inserite a premessa del romanzo forse è il caso di leggerle alla fine.
Edizione esaminata e brevi note
Luca Raimondi, nato ad Augusta (Sr) nel 1977, è bilaureato in Filosofia e in Scienze dell’educazione. Ha pubblicato diverse opere narrative, tra cui i romanzi Marenigma (Aracne, 2009), Se avessi previsto tutto questo (Il Foglio, 2013) e Tutto quell’amore disperso (Il Foglio, 2014). È autore anche di alcuni saggi, tra cui Nient’altro che un sogno. Pasolini e la Trilogia della vita (Bastogi, 2005), Il pensiero pedagogico di Pier Paolo Pasolini (Sampognaro & Pupi, 2006) e Comunicare la cultura (Bonanno, 2007). Collabora con il notiziario on line “Diorama”.
Joe Schittino, nato a Siracusa nel 1977, si è diplomato all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma. Tra i suoi collaboratori e interpreti: Maison d’Éducation de la Légion d’Honneur, Novosibirsk Philharmonic Chamber Orchestra, Orchestra Filarmonica Italiana, Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Delta Saxophone Quartet, Ensemble Algoritmo, Klaus Rohleder, Steve Martland, Claudio Saltarelli, Angelo Cavarra, Mario Ciaccio. La sua musica. pubblicata da Suvini Zerboni, Edition Gamma, Ebert Musik Verlag e BAM, è stata eseguita e radiotrasmessa in undici Paesi europei, Russia, Taiwan e USA.
Luca Raimondi e Joe Schittino hanno pubblicato nel 1996 il romanzo Cerniera lampo, la cui seconda edizione è uscita nel 2016 per le Edizioni Il Foglio.
Luca Raimondi, Joe Schittino, “Il grande chihuahua”, Augh! (collana “Tomahawk”), Viterbo 2017, pp.170.
Luca Menichetti. Lankenauta, dicembre 2017
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