La trama di questo romanzo d’esordio non è certo delle più originali o delle più complesse: un seduttore seriale tra i trenta e i quaranta che finalmente incontra una donna che sa tenergli testa e che per un periodo gli fa cambiare idea.
I punti di forza sono altri: l’accuratezza del personaggio, la ricostruzione fedele dell’ambiente degli espatriati e il particolare interesse verso le scienze sociali che pervade tutta la narrazione.
Il protagonista, che parla in prima persona, è Nick e a meno di non essere dei seduttori seriali, ci si mette poco a prenderlo in antipatia e a giudicarlo un maschilista il cui unico obiettivo è trovare tutti i modi per entrare nelle mutande della donna di turno. Nick lavora in Italia per un’impresa che decide di mandarlo all’estero per un periodo, in un paese desolato e poco conosciuto. Qui Nick si ricostruisce in poco tempo un circolo di amicizie e continua la sua vita di seduttore, riproducendo quasi in fotocopi lo stile di vita che aveva lasciato in Italia.
Chi ha avuto modo di vivere e lavorare all’estero saprà apprezzare a pieno le descrizioni delle feste, delle situazioni e del rapporto con i colleghi di varie nazionalità. Questi sono spesso chiamati appunto “l’americano”, “il francese”, “la svedese”, evitando di renderci la comprensione difficile con troppi nomi stranieri.
La vita libertina di Nick cambia quando incontra Pam, giovane ragazza svedese che sembra conoscere i suoi trucchi e anticipa tutte le sue migliori mosse. Ovviamente più la preda è difficile e più il cacciatore cerca di catturarla: Pam alla fine cederà ma contrariamente alle tante che l’hanno preceduta riuscirà a crearci un rapporto stabile e farlo diventare il più sdolcinato dei romantici, in una metamorfosi di cui nemmeno lui si capacita.
I due si troveranno a gestire una storia a distanza perché nel frattempo Pam è tornata in Svezia e dovranno affrontare anche un imprevisto piuttosto grave che alla fine ucciderà definitivamente la loro storia. Tutto ciò farà compiere a Nick una sorta di cerchio emotivo alla fine del quale, coerentemente con quello che sembra essere il subconscio, scoprirà di essere tornato esattamente al punto di partenza.
In generale questo personaggio riesce spesso a provocare nel lettore una vasta gamma di sentimenti e ritengo che proprio per questo si tratti di un personaggio ben riuscito.
Molto interessante è l’utilizzo del paese straniero come mera cornice degli eventi, lui stesso dice che la sua impresa gli ha consigliato di non avere contatti con i locali, una situazione purtroppo molto comune nella realtà e che fa spesso vivere gli espatriati in una sorta di bolla che non fa che esacerbare le disuguaglianze che spesso colpiscono i paesi in via di sviluppo.
Il linguaggio della narrazione usa molte parole ed espressioni inglesi, numerose sono le citazioni all’inizio dei capitoli e ancor più numerosi sono i riferimenti alle scienze sociali e alla psicologia, materie che molto interessano il protagonista. L’arco narrativo si svolge lungo un anno e mezzo circa e comprende gli ultimi mesi in Italia, la permanenza all’estero e poi il ritorno in patria.
Per lo stile di scrittura, il tipo di situazioni raccontate, la rapidità degli avvenimenti e della lettura stessa direi che questo è un bell’esempio di letteratura contemporanea, un libro adatto all’immediatezza e alla velocità dei nostri tempi. Lo consiglio soprattutto a chi ha avuto esperienze professionali all’estero ma anche a chi ha voglia di farsi un giro nella testa di un Don Giovanni contemporaneo.
Edizione esaminata e brevi note
Salvatore Gagliarde, da sempre appassionato di letteratura contemporanea, di musica, cinema e ossessivo consumatore di videoclip, ha scritto prevalentemente recensioni e storie brevi pubblicate in rete. Negli ultimi due anni ha partecipato a tre concorsi letterari con altrettanti racconti, che sono poi stati pubblicati in raccolte di autori vari. “Solo perché ti senti bene” è il suo romanzo d’esordio.
Salvatore Gagliarde, Solo Perché Ti Senti Bene, Chieti, Segmenti Editore, 2017.
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