Trieste Film Festival 2018

Pubblicato il: 15 Gennaio 2018

Dal 19 al 28 gennaio 2018 si svolge il Trieste Film Festival, importante appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, giunto alla 29esima edizione.

Nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l’edizione “zero” è datata 1987), il festival continua ad essere da quasi trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival, un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale.

Due, quest’anno, le aperture: la prima, venerdì 19 gennaio, al Teatro Miela, con SYMPATHY FOR THE DEVIL di Jean-Luc Godard, evento inaugurale (anche) della retrospettiva “Rebels 68. East’n’West Revolution” (vedi sotto). Un film simbolo di un’intera stagione, che “bombarda” la narrativa tradizionale attraverso dieci piani sequenza: metà sui Rolling Stones che registrano il brano del titolo, metà sulla rivoluzione che non decolla, tra Pantere nere letteraliste, scritte sui muri, un libraio nazi che fa malmenare due “rossi” e Eve Democracy intervistata sul ruolo degli intellettuali e poi braccata.

La seconda apertura, che lunedì 22 gennaio segnerà il debutto del Rossetti come sede principale del Festival, sarà affidata a DJAM, il nuovo film di Tony Gatlif: un’opera che, come sempre nel cinema dell’autore di Gadjo Dilo, Transilvania eVengo, mescola lingue, nazionalità e ritmi, in un viaggio fatto di musica, incontri, condivisione e speranza che – attraverso la storia di una giovane donna dallo spirito libero – racconta l’Europa della multiculturalità e delle migrazioni.

La chiusura segna il ritorno al Trieste Film Festival di Elisabetta Sgarbi, intellettuale a tutto tondo (cineasta, scrittrice, editrice) che in L’ALTROVE PIÙ VICINO accompagna lo spettatore in un viaggio ai confini dell’altrove che ci è più prossimo, una terra, un popolo, una cultura, che è appena oltre una soglia mobile, fatta per essere attraversata e cancellata milioni di volte dalle trasmigrazioni di persone, lingue, abitudini. La Slovenia nelle parole e negli occhi di Paolo Rumiz, nella prima intervista dopo moltissimi anni al grande poeta Alojz Rebula, ormai cieco, ma che continua a scrivere; nei ricordi di Claudio Magris e nei versi della scrittrice Marisa Madieri, che fu sua moglie, esule istriana; nella musica della giovanissima e vivace orchestra diretta dal Maestro Igor Coretti-Kuret, nata per superare ogni frontiera e creare un continente culturale, emotivo; nei brani di Boris Pahor, interpretati da Toni Servillo.

Nucleo centrale del programma si confermano i tre concorsi internazionali dedicati a lungometraggi, cortometraggi e documentari: a decretare i vincitori, ancora una volta, sarà il pubblico del festival.

Nove i film, tutti in anteprima italiana, che compongono il Concorso internazionale lungometraggi. Altri sei i titoli fuori concorso selezionati come Eventi Speciali di questa edizione: a cominciare da KROTKAJA (Una creatura gentile / A Gentle Creature) di Sergej Loznica – già vincitore del Trieste Film Festival nel 2013 con Anime nella nebbia, e a cui il TSFF ha dedicato un omaggio per la prima volta in Italia nel 2011 -, che trae ispirazione da un racconto di Dostoevskij per raccontare un viaggio nell’abisso in una Russia terra di delitti senza alcun castigo. Altro nome ben noto ai frequentatori del festival è quello dell’ungherese Kornél Mundruczó, che con JUPITER HOLDJA (La luna di Giove / Jupiter’s Moon) costruisce un thriller metaforico sulla disillusione e la fede, storia di un giovane profugo clandestino succube del suo potere di levitare, in un mondo dove i miracoli si comprano per pochi soldi…

Prosegue la collaborazione del Festival con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), che a Trieste premierà A CIAMBRA di Jonas Carpignano come miglior film italiano del 2017.

Infine, la riscoperta di un “piccolo” (solo nella durata: 12 minuti) ma importante documentario, BORA SU TRIESTE, girato nel 1953 da Gianni Alberto Vitrotti: premiato alla Mostra di Venezia del 1953, il film fu il frutto di oltre due anni di lavoro, coronati da un Leone d’Argento e da un clamoroso successo internazionale.

Sono 15 i cortometraggi in concorso per il Premio TsFF Corti: tra questi, la prima assoluta del rumeno MISS SUEÑO di Radu Potcoavă, il cipriota ARIA diMyrsini Aristidou e il lituano BY THE POOL di Laurynas Bareiša, entrambi in concorso all’ultima Mostra di Venezia, il greco COPA-LOCA di Christos Massalas, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e il croato INTO THE BLUE di Antoneta Alamat Kusijanović, visto alla Berlinale.

Si conferma anche quest’anno l’attenzione per l’animazione, con una vetrina fuori concorso dove trova posto anche l’italiano MALAMÈNTI, diretto dall’attore Francesco Di Leva e presentato alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia.

Fuori concorso, prodotto e distribuito da Sky, HANSA STUDIOS: DA BOWIE AGLI U2 – La Musica ai Tempi del Muro di Mike Christie ci guida alla scoperta dei mitici studi di registrazione berlinesi che videro nascere i capolavori di David Bowie, Iggy Pop, Depeche Mode, Nick Cave, U2, Einstürzende Neubauten, Nina Hagen.

Il consueto Focus “nazionale” è dedicato quest’anno non ad un Paese, ma ad un popolo – quello curdo – sparso in quattro Paesi (Turchia, Siria, Iraq, Iran). Con una bandiera ma senza uno Stato, come ci ricorda il titolo di uno dei film in programma, A FLAG WITHOUT A COUNTRY di Bahman Ghobadi (l’autore di Il tempo dei cavalli ubriachi e I gatti persiani), docu-fiction che segue le storie dei curdi Helly Luv, cantante pop curda, e Nariman, pilota. Entrambi cercano di essere un esempio per il loro popolo, un popolo che da sempre affronta condizioni durissime di vita, la guerra e gli attacchi dell’ISIS.