C’è qualcosa di guasto in ognuno dei personaggi di questo libro. Qualcosa di umanamente difettoso che prende origine da un abisso lontano, indefinibile. Ogni figura del libro della Cardoso si porta dentro un’imperfezione congenita che, come ogni persona di ossa e di carne, non sa osservare con distacco perché, ovviamente, non si può essere diversi da come si vuole essere.
E’ per questo che ho potuto immaginare con facilità ognuno di loro. Perché ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a persone vere. La Cardoso si sarà pure divertita a mettere in bocca a qualcuno frasi ad effetto e principi esistenziali di una certa caratura, ma il resto, fatto di gesti e pensieri, mi ha convinto molto di più.
Il romanzo della scrittrice portoghese ha un titolo originale molto diverso da quello dell’edizione italiana della Voland. “O Chão dos Pardais” è diventato “Il compleanno”. Tutt’altra cosa, è evidente.
Alice sembra avere un’unica priorità nella vita. “La settimana prossima suo marito compirà sessent’anni e Alice vuole fargli un regalo indimenticabile, ma non ha idee“. E mentre Alice, nella sua lussuosa dimora, scrive e cancella su un pezzo di carta ipotesi di sorpresa, da un’altra parte del mondo Afonso, suo marito, è a letto con Sofia. Lei è giovane e bellissima. Lui la paga e ne fa ciò che vuole, anche offrirla in omaggio al cameriere che gli porta un gelato alla vaniglia in camera.
Júlio non immagina neppure che la sua splendida fidanzata Sofia vada a letto con tutti quegli uomini. Non può neanche concepire che la donna per cui darebbe la vita si fa pagare viaggi e altri sfarzi da uomini ricchissimi come Afonso.
La festa di compleanno di Afonso è un progetto che richiama invitati prestigiosi. Anche Clara, la figlia di Afonso ed Alice, è coinvolta nei preparativi. In realtà partecipa con affabilità solo perché ha messo gli occhi su Elisaveta, la giovane domestica di casa, di cui si è innamorata per caso. Suo fratello Manuel, invece, è intento a chattare da tempo con Lily, una donna che non ha mai visto perché si trova in un altro continente e per la quale sembra aver perso la testa.
Sofia non chiede mai a Júlio di venirla a prendere in aeroporto. Inventa qualche scusa per vederlo il giorno successivo. Eppure stavolta il fidanzato non bello né affascinante di Sofia l’aspetta. Lei pensa di parlargli: “Forse potrebbe cominciare con questa domanda, non ti importa, vero, sposarti con una puttana, magari su può cominciare da qui”. Sofia lascia perdere ma poi gli racconta tutto mentre sono in metro per andare a casa: “Sono vecchi. Mi portano in alberghi di lusso. Esigo la suite più cara. Mi danno quello che voglio. Mi comprano quello che voglio. Tutto quanto io possa volere. Non posso volere tutto. La mia capacità di volere è limitata“. E poi: “Te lo racconto perché voglio smettere. Ho provato tante volte, ma alla fine ci ricasco sempre. Come se non avessi deciso. Come se non ci avessi mai nemmeno pensato. Aiutami“.
Un dolore penetrante trafigge Júlio. Non è un dolore come gli altri. Non somiglia a nulla che abbia mai sperimentato prima. Una prova di empatia per qualsiasi lettore. L’odio matura e lo tramuta. Passano un paio di giorni, basta l’acquisto di una pistola e qualche pasticca regalata da un amico per indurlo a rivedere la sua intera esistenza. Non ha più nulla tranne una presa di coscienza fatale: il male va annientato.
La letteratura arricchisce a suo piacere ed enfatizza i dettagli: la Cardoso sa gestire con maestria quest’arte. A volte si sofferma con un certo compiacimento su alcune scene e alcuni retroscena, ma non è mai noiosa né molesta. Si fa leggere con curiosità ed è esattamente ciò che serve per non lasciarsi sorprendere da epiloghi che non hanno nulla di scontato. Felicità a tutti i costi? Nemmeno per sogno. Ci sono pezzi di vita verosimili in questo libro e chi vive sa benissimo che la vita ha senso perché è più grottesca e cattiva di come certi scrittori la immaginano.
Edizione esaminata e brevi note
Dulce Maria Cardoso è nata a Trás-os-Montes, nel nord del Portogallo, nel 1964. Ha trascorso parte della sua prima infanzia in Angola e in Brasile ed è tornata in Portogallo nel 1975. Ha studiato Giurisprudenza e si è laureata a Lisbona. Ha scritto sceneggiature e racconti. Il suo romanzo d’esordio è stato pubblicato nel 2002, si intitola “Campo de Sangue” (“Campo di Sangue”, Voland, 2007) ed ha conquistato il Grande Prémio Acontece de Romance. Nel 2005 ha pubblicato il suo secondo romanzo: “Os meus sentimentos” (“Le mie condoglianze”, Voland, 2007). Nel 2008 arriva “Até Nós” e nel 2009 “O Chão dos Pardais” (“Il compleanno”, Voland, 2011). Sempre nel 2009 la Cardoso ha vinto il Premio dell’Unione Europea per la letteratura.
Dulce Maria Cardoso, “Il compleanno”, Voland, Roma, 2011. Traduzione di Daniele Petruccioli.
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