Giulia Zatti non fa letteratura. “Qualcosa non va..” non è narrativa, non è invenzione, non è finzione. Leggere questo libro, almeno per me, ha significato fermarmi di tanto in tanto, lasciarne decantare il senso e il dolore e riprendere dopo un po’.
“Qualcosa non va..” è un viaggio all’interno della mente di una ragazza affetta da sindrome ossessivo-compulsiva. E’ un testo di una forza fragorosa perché nasce dalla descrizione sincera e cruda delle paure viste direttamente da chi quelle paure le sente affondare ogni giorno nella propria carne e nei propri pensieri: “Tutto è sbagliato. Stare fermi, camminare, guardare, ascoltare, toccare, pensare.. tutto. Dal momento che veramente tutto è così terribilmente, dannatamente (anche se non potrei dire questa parola perché reca offesa) sbagliato, anche lo scrivere diventa errato.. già.. ma vale proprio la pena infrangere quel severo confine e quel duro autocontrollo scrivendo. Sì, è quello che devo fare“.
La vita vera di Giulia è fatta di ossessioni e turbamenti che lei conosce e ri-conosce ogni volta. E ce li presenta così come arrivano, con le parole che tenta di scegliere nel migliore dei modi. Lei ammette la sua confusione costante, i suoi dubbi perenni, il terrore di sbagliare tutto e di provocare sofferenza a qualcuno.
Ogni istante del giorno è popolato da demoni e caos. Quelle scelte semplici, se non addirittura banali, che ognuno di noi compie quotidianamente, diventano per la Zatti motivo di crisi, di titubanza, di turbamento. Scegliere se calpestare una mattonella piuttosto che un’altra, decidere se è meglio chiudere la finestra oppure no, preferire una parola ad una molto simile è per la ragazza causa di disagio e di perenne confusione. E per questo che cerca sicurezza nella ripetizione ossessiva dei gesti, nel contare esattamente il numero di volte in cui un atto deve essere compiuto: “3 3 1 volte poi 3 1 volte e di nuovo 3 3 1 volte.. Anche 4 è il numero che devo seguire e ripetere mentre scrivo.. Ma alle volte è anche il 7, di cui tempo fa avevo terribilmente paura, ma devo stare attenta anche al 12, mentre l’11 posso. Il 3 è ambizioso, e spaventoso è il ripeterlo. Questa è una serie in cui è compreso: 3 3 1, 3 1, 3 3 1“.
Il mondo circostante, inoltre, è popolato di sostanze contaminanti che devono essere necessariamente tenute sotto controllo. Il corpo di Giulia può venire a contatto con tali sostanze e, quando accade, lei si vede costretta a lavarsi, lavarsi e lavarsi. L’ordine nel prendere o nel toccare le cose diviene essenziale e ad esso si affianca il divieto assoluto di fare certi movimenti, di guardare certe cose o di pronunciare certe parole. “Guai se muovo determinate dita in una certa maniera, guai se l’aria avvolge e scorre su precise dita, causando gesti irrispettosi, vergognosi e offensivi! Rispetto, rispetto, sempre costante rispetto. Attenzione! Guai!“.
Ci sono poi entità che la circondano e che possono divenire cattive, offensive, prepotenti. Entità che Giulia cerca di avvicinare o affrontare ma delle quali, chiaramente, ha timore.
Giulia ha paura, Giulia teme di essere un peso per gli altri, Giulia parla strane lingue, Giulia è angosciata, Giulia si prende a pugni, Giulia respira nervosamente, Giulia non deve, Giulia non può, Giulia pensa al suicidio.
Non sono una psicologa e non so capire le ragioni profonde del male di Giulia. Umanamente percepisco da queste pagine la sua sofferenza, quella che nasce dal ricorrere martellante dei sensi di colpa, della presenza del male, dei concetti di vergogna e di sbaglio. Come se qualcuno avesse appoggiato sulle fragilissime spalle di una ragazza il peso eccessivo di pensieri troppo cupi ed opprimenti che l’hanno sepolta lasciandola viva.
Ma qualcosa, ad un certo punto, riesce a cambiare. “Quel tocco” che arriva d’improvviso: “il tocco della sua mano, di quella persona che sta lì, in ginocchio vicino a me e mi tocca la mano, scaccia da essa la penetrante sostanza. Sì quel tocco.. quel tocco che ti può far rivalutare il tuo corpo, la tua intera fisicità. Si tratta d’incanto, di magia, di un tocco salvifico.. che fa rinascere“.
Edizione esaminata e brevi note
Giulia Zatti è nata ad Udine il 10 giugno del 1989. Soffre di disturbi ossessivi-compulsivi. E’ appassionata di lingue, film, libri. Ama le sceneggiatura e i copioni dei film che ama guardare e riguardare.
Giulia Zatti, “Qualcosa non va..”, Edizioni La Gru, Padova, 2011.
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