Ne “La sposa ribelle” Hanan al-Shaykh racconta la vita di sua madre, Kamila. Dopo aver raggiunto il successo in tutto il mondo con un romanzo come “Mio signore, mio carnefice”, la scrittrice libanese, una delle più famose del mondo arabo, ad un certo punto della sua vita, ha ritenuto fosse giusto recuperare e narrare la storia di una donna che, in tempi difficili e in contrasto con la mentalità islamica, ha dimostrato di possedere tenacia, perseveranza e un infinito coraggio.
Nelle ultime righe del libro Hanan al-Shaykh spiega: “E’ stata mia madre a scrivere questo libro. E’ stata lei a spiegare le ali e a spiccare il volo. Io non ho fatto altro che soffiare il vento che l’ha accompagnata in questo lungo viaggio nel tempo“.
Hanan lascia parlare sua madre in prima persona. E’ la voce di Kamila che seguiamo e ascoltiamo dalla prima all’ultima pagina del romanzo. La conosciamo bambina, assieme a suo fratello Kamil. Sono stati abbandonati dal padre e vivono con la madre in un piccolo villaggio nel sud del Libano. Le difficoltà sono molte perché, senza il sostegno di un uomo, i tre sopravvivono appena ed ogni giorno devono inventarsi un modo per mangiare. I sogni di Kamila bambina sono quelli di tutte le bambine del mondo ma, dopo il trasferimento a Beirut, per lei non c’è né modo né tempo per le distrazioni. Kamila non viene mandata a scuola, nonostante le sue numerose insistenze: deve occuparsi dei piccoli membri di una famiglia allargata, composta da fratelli e fratellastri. A soli 11 anni viene promessa in sposa al marito, ormai vedovo, di sua sorella. Un uomo molto più grande di lei che sarà costretta a sposare a poco più di 14 anni. Prima di arrivare alle nozze, però, Kamila conosce l’amore della sua vita, il bel Muhammad al quale rimane legata per anni e col quale è costretta ad incontrarsi clandestinamente per evitare di essere scoperta da suo marito e dai suoi familiari.
Kamila nel frattempo ha due figlie, tra cui la stessa Hanan, ma non ha il coraggio di mettere fine al suo matrimonio per paura e per vergogna. Muhammad è l’uomo che ama e che, ad un certo punto, pone tutti di fronte alla verità: Kamila deve divorziare. Dopo l’iniziale difficoltà, la giovane donna abbandona la sua casa e, soprattutto, le sue due figlie. Vive pienamente l’amore con Muhammad, da lui ha altri figli ma la sorte ha in serbo per lei amare sorprese.
“La sposa ribelle” è la storia di una donna araba a partire dagli anni venti del ‘900, ma è anche un libro che ha tutto il sapore della riconciliazione. Grazie al racconto della vita di sua madre, Hanan sembra ricongiungersi con lei dopo anni di distacco. Leggo le vicende di Kamila e devo immaginare sua figlia che le ripercorre e le rivive scrivendole, passo dopo passo. Si percepisce la volontà di una figlia di comprendere e condividere il destino di sua madre, una donna che non ha visto né frequentato per tanti anni e alla quale si è riavvicinata solo da adulta.
Il ritratto di Kamila è quello di una donna forte ed anticonvenzionale. Una persona costretta a mentire, a rubare, a truffare e a scovare stratagemmi sempre più complicati per ritagliarsi quella libertà che il suo mondo e la sua religione non vogliono darle. La ritroviamo a sognare ad occhi aperti dentro un cinema, a sentirsi esattamente come le belle attrici viste sul grande schermo, la vediamo civettare o sognare di poter avere gioielli e abiti bellissimi. Desideri di cose belle nutriti, giorno dopo giorno, dalla miseria e dalle rinunce.
La narrazione è lineare e molto semplice. In fondo la storia di Kamila non è molto diversa da quella di milioni di altre storie. Ciò che la rende speciale è la presenza di una figlia scrittrice che, grazie ad un libro, è riuscita a ritrovare sua madre e a celebrarne la memoria.
Edizione esaminata e brevi note
Hanan al-Shaykh è nata e cresciuta in Libano. Ha studiato al Cairo e, una volta rientrata a Beirut, ha lavorato come giornalista ma allo scoppio della guerra civile, nel 1975, ha scelto di trasferirsi in Arabia Saudita. E’ autrice di varie opere, soprattutto romanzi noti ed apprezzati in tutto il mondo. Alcuni suoi testi, come “Mio signore, mio carnefice”, sono bandite nei Paesi islamici. Vive a Londra.
Hanan al-Shaykh, “La sposa ribelle”, Piemme, Milano, 2011. Traduzione di Ashraf Hassan e Serena Tolino.
Follow Us