Hornby Nick

Tutto per una ragazza

Pubblicato il: 22 Maggio 2008

“Non è che a un certo punto le cose fra me e Alicia abbiano cominciato ad andare male. Smisero solo di andare bene come prima. Non saprei spiegare perché. Semplicemente una mattina mi svegliai e i miei sentimenti erano cambiati. (…) Dov’erano finiti? Era un po’ come se avessimo avuto davanti a noi un piatto strapieno e avessimo mangiato tutto in un lampo, e non era avanzato niente. Forse è cosi che le coppie resistono: evitando di abbuffarsi. Sanno che quel che hanno deve durare a lungo, cosi lo centellinano. Anche se spero che la ragione non sia questa. Spero che, quando due persone stanno bene insieme, sia come se qualcuno continuasse a riempirgli il piatto.”(p.60).

Filosofia di un adolescente londinese dei giorni nostri. Non è tanto spicciola, a ben approfondire: la metafora dell’abbuffata è calzante, ma è ancor più legittima l’aspirazione a credere che l’amore sia altro, oltre il quieto e diligente centellinare, dosare, mediare, perlomeno a questa età. Anche perché Sam, il sedicenne protagonista e voce narrante dell’ultimo libro di Nick Hornby, Tutto per una ragazza, non è il classico adolescente descritto dalla letteratura contemporanea: né tutto sesso, droga ed eccessi ma nemmeno precocemente adulto, più maturo degli adulti stessi (questi i due estremi sovente proposti al lettore). Sam vive con la madre, ha genitori separati che lo hanno “inavvertitamente” concepito adolescenti, ha un’intensa passione per lo skate e una venerazione totale per Tony Hawk, che definisce “il J.K.Rowling degli skater”. Nonostante una mamma piacente appena 32enne, un papà che non è una gran cima e non ancora cresciuto, il ragazzo non vive alcuna sorta di trauma o di deprivazione affettivo-emotiva. Ha solo una grande paura, quella di poter commettere lo stesso “errore” dei genitori, che lo misero alla luce quando erano del tutto impreparati alla vita. Sam sa di non esser stato voluto, e ciò un po’ gli pesa, sa che è stato la “causa” del repentino cambio di vita dei genitori – che si rinfacciano spesso gli accaduti del tempo andato -, sa che se c’è un cosa da evitare nella vita, una su tutte, è emulare le loro gesta irresponsabili. Sam non fa nemmeno in tempo a spiegarci ciò, che il destino ci mette subito lo zampino. L’incontro con Alicia, una bellissima coetanea di famiglia radical chic – babbo professore universitario cinquantenne con l’orecchino -, in una noiosissima serata passata tra adulti, fa scoccare la scintilla tra i due giovani. E di li a poco arriva anche il sesso, la prima volta per ambedue, che Sam inizialmente affronterà con tutte le preoccupazioni e paranoie del caso. Tempo due settimane e i due ragazzi vivono praticamente in simbiosi, fanno sesso tutti i giorni e stanno sempre barricati in casa di lei. Tanto che Sam comincia a sentire la mancanza dello skate, degli amici, del tempo libero. Credeva che l’avrebbe amata per tutta la vita, al principio, ma adesso non ne è più tanto certo. Poco male, potreste pensare, è il classico amore adolescenziale, quello che ha picchi altissimi e ricadute brusche, quello di cui ci parla Sam nello stralcio sopra proposto. Ecco, fermiamoci qui, a pagina 60. Qui la vita di Sam e Alicia ancora non è cambiata radicalmente. Ancora non è arrivato Ufo. Chi è Ufo? Sono certo che avete già indovinato.

Ci si sorprende sempre, e in positivo, quando l’adolescenza è narrata in modo cosi limpido e naturale, affatto solenne o problematico, nonostante i problemi e le tentazioni d’assolutizzare gli stati emotivi come in nessun altra età della vita. Hornby rifugge ogni stratagemma patetico e ci regala un’opera scanzonata, divertente, mai fragile e a tratti poetica e commovente. Lo humour leggero, mai banale e le riflessioni esistenziali del protagonista, filtrate attraverso il manifesto-immagine di un eroe che più umano non potrebbe essere, con il quale il ragazzo conversa amabilmente – una trovata immaginifica indovinata – nei momenti del dubbio esistenziale (un famoso skater, il più famoso, a quel che ci dice Sam), sono la cifra positiva più evidente dell’opera di Hornby, che scorre veloce sotto gli occhi del lettore lasciandogli peraltro buoni spunti su cui riflettere e una vaga nostalgia per il tempo in cui si poteva (e si doveva) scegliere ancora ciò che si voleva essere. La scelta di utilizzare pochi personaggi è vincente, grazie anche alle buone caratterizzazioni proposte, e la capacità di Hornby di penetrare i loro universi privati è sempre notevole. La reale forza di tale scrittura (come dimenticare, a questo proposito, il suo capolavoro: Alta fedeltà) sta nell’immediatezza, nell’assenza di sovrastrutture e nella capacità di usare un linguaggio accessibile a tutti, senza per questo esser scadente o dozzinale. Ma il maggior pregio di Slam – questo il titolo originale, che utilizza un termine specifico dello skate, che è sicuramente più calzante ancorché meno ammiccante dell’anonimo e a conti fatti quasi fuorviante Tutto per una ragazza – è decisamente quello derivante dalla capacità del narratore inglese di immedesimarsi in un sedicenne. È infatti Sam in prima persona a raccontarci la sua storia, un lasso di tempo fondamentale per la sua vita, tra i sedici e i diciotto anni (che è l’età attuale del ragazzo immaginato da Hornby: potrebbe lasciar presagire un seguito). È davvero impressionante, sembra veramente scritto da un adolescente, con un linguaggio e un gergo da adolescente attuale.

Probabilmente Hornby, oramai cinquantenne, non s’è dimenticato di questa età irripetibile, trattenendola a sé e restituendocela con grazia e passione, con sincero sentimento d’adesione. Ricordandoci, attraverso la complessa semplicità dell’opera in questione, che questa è anche l’età in cui sogno e realtà sono ancora efficacemente interdipendenti. Le parti più divertenti e commoventi di Tutto per una ragazza sono proprio i viaggi nel futuro prossimo che Tony Hawk fa compiere a Sam durante il sogno, per illustrargli il tempo che verrà, comunque mai del tutto identico a quello vissuto nel mondo onirico, per prepararlo alla vita e infondergli fiducia. Per rassicurarlo del fatto che ce la farà, che la “maledizione dell’inciampo sul primo gradino” non gli stravolgerà la vita in peggio.

Sia ben chiaro, Tutto per una ragazza non resterà come un capolavoro letterario contemporaneo, come accaduto con Alta fedeltà, ma è sicuramente un’opera godibile e forte di una palese autenticità che riscatta alcune prove opache dello scrittore inglese. È un libro rivolto soprattutto agli adolescenti, in questo senso anche utile e pedagogico, mai moralista e forte proprio nella sua componente realistica. Ma è anche un’opera per adulti sensibili al confronto con gli adolescenti, o quanto meno sempre lieti di calarsi in un tempo emotivo, al di là della contingenza indagata e del contesto proposto, davvero irripetibile. E, in questo senso, non si tratta di essere eterni Peter Pan per poter apprezzare. È il ricatto morale di questo tempo balordo e delle sue leggi, credere che chi aderisca con passione ed entusiasmo agli stati emotivi proposti dal libro sia un adolescente mai cresciuto. E chi mi vuol capire capisca:

“Su Internet si trova un sacco di roba sugli adolescenti che hanno figli. Be’, certo, su Internet c’è un sacco di roba su tutto. È per questo che è fantastico. Se hai un problema, lì se ne parla, e ti senti meno solo. Se da un giorno all’altro le braccia ti sono diventate verdi e vuoi parlarne con quelli della tua età che hanno le braccia verdi, troverai il sito che fa per te. Se mi rendessi conto di poter far sesso soltanto con professoresse di matematica svedesi, sono sicuro che troverei un sito per le professoresse di matematica svedesi che vogliono fare sesso soltanto con diciottenni inglesi. Così, se ci si pensa, non è poi tanto strano trovare su Internet informazioni di ogni genere su adolescenti e gravidanza. Avere un figlio a sedici anni non è come avere le braccia verdi. Siamo più noi di loro”. (p.249).

Federico Magi, maggio 2008.

 

Edizione esaminata e brevi note

Nick Hornby (Maidenhead, England, 17 aprile 1957), ex insegnante di Letteratura. Narratore, sceneggiatore, giornalista e critico letterario inglese.
Nick Hornby, “Tutto per una ragazza”, Guanda, Parma, 2007.
Traduzione di Silvia Piraccini
Titolo originale: “Slam”.