Meta imprescindibile per un turista in Azerbaigian è la città vecchia di Baku, nella quale sono compresi anche la bizzarra Torre della Vergine e l’affascinante palazzo degli Shirvanshah. Città vecchia in azerbaigiano si dice Icəri Șəhər e un’omonima fermata della metropolitana conduce in questo strano angolo della capitale. Questo sito nel 2000 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ma sia prima che dopo ha subito molti restauri, in alcuni casi piuttosto invasivi, che ne hanno alterato l’originale antico fascino. La maggior parte della città, che nonostante il nome non è più grande di un normale borgo medievale, risale al XV secolo d.C., quando era governata dalla dinastia degli Shirvanshah, una stirpe che riempì il vuoto di potere lasciato dalle invasioni mongole dei secoli precedenti e venne poi distrutta dal conflitto tra gli Ottomani e i Safavidi della Persia. Sembra tuttavia che alcuni elementi del complesso come la Torre della Vergine risalgano ad un periodo precedente, quando gli Shirvanshah erano all’apice della loro potenza. Come spesso accade in molti centri storici, il modo migliore per visitare la Città Vecchia è perdersi camminando per le sue viuzze strette e scoscese. Un ottimo punto di accesso è proprio all’uscita dalla stazione della metropolitana di IcəriȘəhər. Ci si trova subito davanti alle mura ed entrando dal cancello, sulla sinistra, si potrà vedere anche l’ambasciata italiana, che ha sede in un elegante edificio.
Le vie all’interno della città vecchia sono tutte coperte da uno strato di acciottolato, molte sono larghe abbastanza da permettere il passaggio delle automobili dei residenti, che in verità non sono molti. Numerosi edifici infatti non sono più case, ma sono diventati eleganti ristoranti, case da tè e hotel, ci sono pure un paio di ostelli, che a Baku sono una vera rarità, e uno di questi è gestito da un simpatico ragazzo italiano molto gentile e disponibile. Le tradizionali balconate di legno che sporgono dagli edifici fanno sembrare le strade ancora più strette e gli alberi sparsi qua e là, in particolare nei pressi delle mura, danno un tono di colore a uno scenario altrimenti uniforme. Nella città vecchia si possono trovare gli unici veri negozi di souvenir di tutta Baku, che vendono in particolare tappeti fatti a mano, un’arte tra le più caratteristiche e antiche dell’Azerbaigian. Come spesso accade in paesi non occidentali, tutti i prezzi vanno contrattati, molti turisti occidentali trovano questa pratica affascinante e sono convinti di saperla gestire, altri invece la trovano insopportabile e semplicemente pagano il primo prezzo che gli viene detto. In questi casi il commerciante rimane talmente sorpreso che non si capisce se si è offeso perché non ha potuto contrattare o se solo non crede possibile che qualcuno possa comprare l’oggetto che sta vendendo ad un prezzo così alto. Camminare tra le vie della Città Vecchia è come trovarsi all’interno di un set cinematografico e non è raro imbattersi in troupe televisive al lavoro. In generale si riesce a capire che si è circondati da edifici assai antichi, ma i pesanti restauri hanno offuscato in maniera piuttosto maldestra e probabilmente involontaria la vera età delle costruzioni, come un’operazione di chirurgia plastica riuscita male. Ad ogni modo la Città Vecchia resta una meta piacevole per rilassanti passeggiate sia durante il giorno che la sera.
Tra le case sono disseminate molte moschee, alcune incredibilmente piccole e difficili da trovare, altre invece più evidenti, in particolare c’é la Juma Mechid, la moschea centrale, originaria dell’undicesimo secolo e pesantemente restaurata all’inizio del secolo scorso, ma che vale comunque la pena vedere. Nella Città Vecchia sono presenti pure alcuni caravanserragli, ormai diventati ristoranti di livello medio-alto. Una volta quasi per caso sono riuscito a farmi invitare ad un evento organizzato in uno di questi locali, ho avuto così l’opportunità di visitarne l’interno e di fare conoscenza con una parte dell’alta società di Baku, ricavandone solo la sensazione di essere fuori posto, ma assaggiando in compenso dell’ottimo vino e perdendo una discreta dose di dignità al buffet gratuito. Un’altra curiosità della Città Vecchia è il piccolo museo dei libri in miniatura, con una discreta collezione di questi simpatici oggetti. Sono considerate parte della Città Vecchia anche la Torre della Vergine e il Palazzo degli Shirvanshah. La prima è forse la costruzione più curiosa di tutto il paese e ne è sicuramente il monumento antico più famoso, la si trova pure sul retro della moneta da cinque qəpik. Si tratta di una torre fortezza alta 29 metri che risale al dodicesimo secolo, ma probabilmente venne costruita al posto di una struttura già precedentemente esistente. La sua forma e il suo stile sono una fusione delle differenti tradizioni presenti in Azerbaigian al momento della sua costruzione e sono state spesso fonte di dibattiti tra gli storici. Il corpo principale della torre è un alto cilindro, da un lato del quale si dirama poi una specie di protuberanza allungata alta poco meno della torre stessa.
Vista dall’alto questa forma ricorda il numero sei e questo, secondo alcune teorie, non è un caso dal momento che il sei era il numero su cui si basava il sistema numerico babilonese e sempre la forma del numero sei è molto simile al simbolo del fuoco, elemento sacro nella religione Zoroastriana. Il fatto poi che la torre sia costruita in modo da essere perfettamente allineata con il sole nei giorni di equinozio ha suggerito l’idea che venisse usata come osservatorio astronomico. L’origine del nome della torre non è certa, secondo l’ipotesi storica più accreditata deriva dal fatto che l’edificio non è mai stato conquistato dai nemici ed è in questo senso rimasto “vergine”. Una popolare leggenda racconta che il nome viene da una giovane ragazza, il cui padre era la principale autorità di Baku. Questo venne rapito dalla bellezza della sua stessa figlia e decise di sposarla, lei, combattuta tra l’orrore di questa prospettiva e il dovere di obbedire a suo padre, alla fine decise di salvare il suo onore buttandosi dalla torre. Per due manat (un euro e ottanta circa) è possibile acquistare un biglietto ed entrare nella torre. All’interno ogni piano è separato da quello sovrastante da una spessa cupola di pietra. Modellini e schermi interattivi spiegano ai visitatori la storia della torre, le sue caratteristiche e le leggende ad essa correlate. In cima si ha un notevole panorama sulla circostante baia di Baku. Quando la torre venne costruita infatti si trovava sulla costa, nei secoli il livello del Mar Caspio si è abbassato e oggi di fianco alla torre passa una larga e trafficata strada, la quale a sua volta corre parallela al Boulevard di Baku, che si trova appunto di fianco al Caspio. Molto affascinante è pure la visuale che si ha della Città Vecchia con sullo sfondo le nuove e scintillanti Flame Towers, un’immagine molto esplicativa del contrasto, ma anche della coesistenza, tra vecchio e nuovo tipiche di Baku. Come spesso accade in Azerbaijan, un poliziotto dall’aria burbera ma allo stesso tempo annoiata controlla che in cima alla torre sia tutto tranquillo. Di fianco alla torre è possibile ammirare le rovine di un vecchio hammam scoperto negli anni Sessanta e un altro paio di vecchie costruzioni molto suggestive. Continuando a camminare in quella direzione si arriva alla strada più larga della Città Vecchia, che offre una grande concentrazione di negozi di souvenir ed è un posto ideale per farsi braccare da qualche commerciante ed iniziare un’estenuante trattativa su un paio di tappeti e su qualche magnete da frigorifero. La seconda principale attrazione della città vecchia è il già citato Palazzo degli Shirvanshah. Questo complesso venne costruito intorno al XV secolo d.C. e comprende un corpo centrale, un paio di cortili interni, due mausolei e una moschea reale. Al palazzo si accede da una piccola scalinata, che porta in un cortile interno dove si trova la biglietteria. Come l’addetta alla biglietteria vi indicherà, la visita parte da una piccola porta, posizionata lateralmente rispetto al corpo centrale. Questa porticina conduce all’area che è forse la più affascinante dell’intero complesso: un cortile di forma quadrata con tre lati liberi decorati da un elegante porticato e un lato occupato quasi interamente da una struttura di forma ottagonale sormontata da una cupola.
Questa struttura è quella dove vi fa arrivare la piccola porta che dà sul cortile principale del palazzo. Camminando lentamente per qualche minuto sotto i portici di questo cortile è possibile ammirarne gli eleganti motivi ornamentali scolpiti sulle arcate e che possiedono un indiscutibile fascino. Tornando nel cortile principale, si dovrà poi entrare nella grande porta sulla vostra sinistra, che dà accesso al corpo principale del palazzo. Le sale e le stanze di questa parte sono state praticamente ricostruite durante i restauri e oggi ospitano molte teche con oggetti antichi degli Shirvanshah. Nel complesso non si tratta di un palazzo molto grande e in venti minuti lo si visita tutto. Una volta usciti è possibile visitare anche un cortile inferiore, al quale si accede tramite una breve scalinata. Qui si trova una grande collezione di blocchi di pietra con scolpiti caratteri arabi. Queste pietre sono chiamate Bayıl e si tratta dei resti di un antico castello scoperto negli anni Cinquanta a sud di Baku e che oggi è sommerso. In questo cortile si trova una piccola struttura conica sormontata da cupola che è il mausoleo Seyd Yahnya, un famoso astronomo che visse durante il regno degli Shirvanshah. Una breve ma molto ripida scalinata porta ad un paio di metri sotto la struttura, dove c’è appunto la tomba. Di fianco a questo cortile, ad un livello ancora più basso, si trovano altre due piccole strutture: una è la moschea reale, dotata di un affascinante minareto, l’altra invece è il mausoleo della famiglia degli Shirvanshah, dietro al quale è possibile vedere gli scavi di quelli che si pensa fossero i bagni del palazzo.
Purtroppo non è possibile accedervi, ma si ha comunque una buona visuale dall’alto. Una volta finita la visita del Palazzo è possibile uscire e riposarsi nell’elegante parco adiacente. In generale il Palazzo degli Shirvanshah, insieme alla Torre delle Vergine e a tutta la città vecchia è un complesso molto interessante e rappresenta una delle attrazioni principali di Baku e dell’intero Azerbaigian. Inoltre l’onnipresente figura delle Flame Towers è una bella metafora della città, ricorda infatti al visitatore che Baku ha ormai intrapreso la strada per diventare una metropoli globale e che sta cercando in ogni modo di dimostrare al mondo che l’Azerbaigian non è solo una delle tante repubbliche post-sovietiche. I pesanti e, se vogliamo, maldestri restauri eseguiti su questo complesso dimostrano che la nazione ha fretta di entrare a far parte dei paesi cosiddetti sviluppati, ma allo stesso tempo non vuole dimenticare il suo passato e cerca quindi di proteggerlo, di renderlo pubblico e accessibile ai turisti.
Per approfondire:
Francesco Ricapito, Marzo 2015
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