In Europa ben pochi sanno che le montagne del Grande Caucaso nascondono un gran numero di paesaggi spettacolari e di villaggi dove il tempo sembra essersi fermato. Si tratta di monti misteriosi, ancora vergini, con tanta storia alle spalle e ricchi di un fascino selvaggio. Tra i numerosi villaggi che si possono visitare, uno dei più pittoreschi è Lahıc. Incastonato sul fondo di una valle il cui unico accesso è una spettacolare strada spesso soggetta a frane e cedimenti, questo paese è riuscito a mantenere nei secoli la maggior parte dei suoi costumi e delle sue tradizioni. Chilometricamente parlando, Lahıc si trova a circa cento ottantacinque chilometri da Baku e dalla costa del Mar Caspio, per arrivarci ci vogliono circa quattro ore, sia che si prenda un taxi diretto, sia che si usi una marshrutka fino alla vicina cittadina di Ismaıllı, da cui bisognerà poi cambiare e prenderne un’altra, piuttosto malandata e spesso affollata, che porta fino in paese. La strada che porta a Lahıc è lunga circa quindici chilometri e si snoda in una vallata che passa tra alte colline molto verdeggianti in primavera. Fino a non poco tempo fa questa strada era famosa per essere una delle meno affidabili dell’Azerbaigian, i suoi tratti esposti e la conformazione geologica delle montagne circostanti la rendevano particolarmente soggetta a frane e smottamenti che spesso bloccavano il transito. Oggi la strada è stata tutta asfaltata, ad eccezione degli ultimi tre chilometri, che con il bel tempo sono comunque facilmente percorribili. In alcuni punti si passa di fianco a ripidi precipizi da una parte e muri di roccia quasi verticali dall’altra, che sembrano poter crollare all’improvviso, ma che donano fascino al percorso.
A metà strada è addirittura possibile vedere uno stretto e cedevolissimo ponte sospeso con passerella in legno ormai fatiscente, le cui assi penzolano nel vuoto ondeggiando al ritmo del vento. Qualsiasi taxi o marshrutka vi lascerà nella piazza principale del villaggio che, come ci si aspetta, è di dimensioni piuttosto ridotte e dove si affacciano un negozio di alimentari e alcune case. Non è raro che qualche anziano signore seduto all’ombra del vicino porticato vi chieda in un russo piuttosto arrugginito da dove venite e la più comune reazione quando sentiranno che siete italiani sarà: “Ah Totò Cutugno!” Secondo gli storici, Lahıc venne fondato quasi mille anni fa da alcuni coloni dell’impero Persiano che provenivano dalla città di Lahijan, che oggi si trova sulla costa iraniana del Mar Caspio e da cui viene appunto il nome Lahıc. Questo spiega inoltre come mai il dialetto parlato nel villaggio conservi tuttora molte similitudini con la lingua persiana. Questi coloni erano fondamentalmente commercianti di seta e i tappeti fatti con la seta locale continuano ad essere rinomati in tutto il paese, ma ciò per cui il villaggio è veramente famoso è la lavorazione del rame. Una miniera di questo metallo venne infatti trovata nelle sue immediate vicinanze e, quando si esaurì, il rame cominciò ad essere importato, anche durante il periodo sovietico, appunto a causa dell’alta qualità raggiunta dagli artigiani locali nella sua lavorazione. Gli oggetti in rame più comuni una volta erano dei contenitori usati dalle donne del villaggio per raccogliere l’acqua dalle sorgenti che si trovano sulla strada principale del paese. Esistevano diversi tipi di recipienti, ognuno dalla forma e dal nome diverso. Oggi quel periodo è finito, un nuovo sistema idraulico ha permesso di far arrivare l’acqua direttamente nelle case e le donne non devono più andare a prenderla alle sorgenti. Questi affascinanti oggetti sono oggi usati come decorazioni nelle case o conservati nei musei. Quelli di fattura recente sono in genere venduti ai turisti come souvenir. Sulla via principale di Lahıc si possono trovare tutti i negozi e gli edifici importanti del paese, inizia dalla piazza principale ed è lunga meno di quattrocento metri, si chiama Hüseynov Kücesi ed è abbastanza larga da far passare un paio di auto, ma non di più.
La pavimentazione è fatta di pietre lisce, che in certi punti sono piuttosto sconnesse e a piedi la si percorre in un quarto d’ora. Sulla strada si affacciano case, negozi di souvenir, qualche edificio pubblico, ma soprattutto i laboratori degli artigiani del rame; molti di questi oggi sono solo negozi, ma alcuni sono ancora attivi ed è possibile vedere gli artigiani all’opera nelle loro botteghe, circondati da oggetti già terminati e appesi ai muri. In generale vengono prodotti soprattutto caraffe, piatti, portabicchieri e qualche oggetto ornamentale come braccialetti, anelli o collane. Il più spettacolare di questi laboratori si trova a circa metà della via: è formato da una sola stanza, vi lavorano in genere due o tre uomini, intenti a decorare con cura i manufatti. Con qualche contrattazione è possibile portarsi a casa qualche bell’oggetto artigianale da usare come soprammobile per la propria casa ad un prezzo estremamente ragionevole. Di fianco al laboratorio si trova quello che ora è usato come magazzino ma che, vista la presenza di un vecchio caminetto, una volta doveva fungere da fonderia. Dalla strada l’interno è ampiamente visibile e si possono così osservare la miriade di oggetti accatastati e che sembrano appartenere tutti ad un tempo passato. Più si trattiene lo sguardo su questa grande stanza e più si trovano nuove curiosità che attirano l’attenzione, verrebbe quasi voglia di comprarne qualcuno, ma viene un’instintiva paura di rovinare una composizione che per quanto casuale ha un fascino incredibile.
Poco più avanti sulla via si trova una delle due fontane pubbliche, che ha conservato alcuni bassorilievi con scritte arabe molto interessanti e dall’aspetto piuttosto antico. Una volta percorsa la via principale, la grande attrazione di Lahıc sono le montagne circostanti. In estate è possibile organizzare gite a piedi, a cavallo e addirittura in quad, in paese esiste infatti un ufficio turistico e per quanto sia aperto praticamente solo durante la bella stagione, la sua presenza è già piuttosto sorprendente, visto che questo tipo di servizi sono concentrati a Baku. Quest’ufficio, oltre ad organizzare le escursioni, può far ospitare i turisti in una famiglia locale, che è forse l’opzione più affascinante per chi vuole fermarsi la notte. In alternativa negli ultimi anni si sono moltiplicati hotel e guesthouse, che offrono camere assolutamente rispettabili a prezzi competitivi. Addirittura alcune delle famiglie che per prime hanno cominciato ad ospitare turisti in casa loro, hanno ampliato il loro business, costruendo distaccamenti e ingrandimenti della loro casa in modo da avere più posti letto per l’alta stagione. Tra le escursioni possibili, quella più consigliata ha come meta le rovine di Niyal, una fortezza del X secolo, che si trovano ad un’ora e mezza dal paese. Il percorso è in salita e permette così di avere una visuale più ampia su tutta la valle e sul paese stesso. Un’altra passeggiata interessante può essere percorrere la strada bianca che inizia dopo il ponte sul fiume del paese. Lahıc infatti si trova di fianco ad un corso d’acqua, che in primavera è poco più di un torrente, ma che a giudicare dal largo letto in cui scorre e dalle alte barriere di cemento che sono state posizionate ai lati, nei periodi più piovosi dell’anno probabilmente s’ingrossa significativamente.
Lahıc può anche essere considerato il miglior punto di partenza per la scalata del monte Babadaĝ: una delle destinazioni più misteriose di tutto il paese. Trovare informazioni precise e dettagliate che riguardano questa montagna non è per niente facile, tra le guide turistiche esistenti, sia cartacee che informatiche, solo una ne parla in modo piuttosto esauriente: il monte Babadaĝ è una montagna spoglia alta 3629 metri, considerata sacra in tutto l’Azerbaijan, perché si crede che avveri i desideri di chi ne raggiunge la vetta. Per arrivare alle sue pendici ci vogliono circa due ore di auto da Lahıc e la strada è tutta sterrata. Non ci sono case o villaggi nelle vicinanze e i pellegerini di solito passano la notte all’addiaccio prima di intraprendere la salita alle prime ore del mattino. Ci sono diversi sentieri che portano in cima, ma in ogni caso, dalla base della montagna ci vogliono comunque almeno sei ore di cammino. A quanto pare sulla cima si gode di un panorama mozzafiato su tutta la catena del Grande Caucaso, non ci sono monumenti o santuari di sorta, ma solo un mullah che prega per i fedeli e a cui spalma una pomata porta fortuna sulla fronte. Ho personalmente chiesto informazioni sulla montagna ad un venditore di souvenir di Lahıc, il quale mi ha detto che l’unico periodo dell’anno in cui è possibile arrivare in cima è tra metà giugno e metà agosto, per tutto il resto dell’anno il percorso è pericolosissimo in quanto soggetto a frane e valanghe. Ogni anno sembra che circa tra i diecimila e i quindicimila pellegrini vengano fin qui per scalare la montagna, un vero e proprio flusso costante di persone che di sicuro aiuta molto l’economia locale. Piccola nota dello scrivente: rimando agli anni futuri un reportage più dettagliato sul monte Babadaĝ, quando avrò tempo e fondi sufficienti per tornare in Azerbaigian nel periodo giusto e tentarne la scalata. Lahıc è decisamente uno dei più incantevoli villaggi di montagna di tutto l’Azerbaigian, oltre a possedere fascino, gran bei paesaggi, arti e tradizioni locali ancora vive e persone accoglienti, è forse uno dei pochi luoghi in tutto il paese dove non si percepisce quella costante sensazione di presenza delle autorità governative che in genere si ha in Azerbaigian: Lahıc è ragionevolmente lontano da tutti i confini statali, non ci sono caserme o sedi di partito nuove di zecca ed in chiaro contrasto con il resto delle costruzioni, c’è un piccolo contigente di militari, ma non si preoccupano troppo dei turisti e non ci sono nemmeno le solite gigantografie del defunto presidente Heydar Aliyev che in genere si possono trovare ai bordi delle strade di ogni singolo angolo del paese. Insomma Lahıc rappresenta ancora una piccola perla di bellezza e di tranquillità nascosta tra montagne favolose e paesaggi affascinanti.
Per approfondire:
http://en.wikipedia.org/wiki/Lah%C4%B1c,_Ismailli
http://azerbaijan.travel/en/region/152-Lahij
Francesco Ricapito Aprile 2015
Follow Us