Sarà capitato a molti d’incrociare in televisione il programma della Rai “Sfide”, andato in onda per la prima volta nel 1998 e presente ancora oggi nel palinsesto di Rai 3, al momento è presentato da Alex Zanardi. Parla fondamentalmente di sport, storie d’imprese celebri, di atleti passati alla storia e di altri meno noti, la sua sigla è una bella carrellata di immagini in bianco e nero accompagnate dall’eterna “Heroes” di David Bowie e non fallisce mai di far venire gli occhi lucidi ai più nostalgici.
“Rivincite” assomiglia un po’ a “Sfide” e ci racconta il mondo dello sport una storia alla volta, una carrellata di 450 pagine divise in capitoli tematici che però perdono quasi d’importanza quando s’inizia a leggere. Rudi Ghedini non si fa tanto scrupolo nel saltare di palo in frasca e nel cambiare del tutto periodo storico o luogo, dai primi vagiti dello sporto moderno fino agli eventi degli ultimi mesi del 2017, ogni pagina insomma ci riserva una storia diversa.
Il sottotitolo del libro recita “Lo sport che scrive la storia” e questo è chiaramente l’obiettivo dell’autore, analizzare tramite i fatti, la relazione che corre tra la politica e lo sport e lo dice chiaramente fin dalle pagine iniziali: “chi preferisce chiudere gli occhi e illudersi che sia solo un gioco, può evitare il disturbo di queste pagine, nate dalla convinzione che lo sport sia una narrazione del mondo, niente di meno, uno dei fattori più intrinsecamente politici della società contemporanea.”
Oltre a ciò che accade “sul campo” infatti, spesso leggiamo anche degli eventi che caratterizzano i comitati olimpici, o le grandi associazioni sportive come la FIFA, l’NBA, l’NFL, scoprendo che si tratta spesso di mondi paralleli con regole restrittive, elitarie e dove le figure al vertice hanno spesso cariche a vita e dimostrano un attaccamento alla poltrona degno dei nostri politici. Ghedini inoltre si sofferma spesso ad analizzare come per organizzare un grande evento sportivo gli stati debbano cedere parte della propria sovranità e sottostare a regole draconiane, se un tempo era lo sport che si appoggiava alla politica per avere più visibilità, ora invece è la politica che si appoggia allo sport che quindi può dettare legge.
Non mancano nel libro i grandi protagonisti e i gesti simbolici ed eclatanti che ormai fanno parte della cultura popolare, ma questi sono la minoranza, la maggior parte delle pagine sono dedicate ad atleti e vicende sconosciuti ai più, storie passate sottotraccia, dati significativi e fatti curiosi. Si parla di Olimpiadi ma anche di campionati mondiali o di semplici partite, si spazia dal calcio all’atletica, dal nuoto al baseball, degli eventi politici che hanno influenzato lo sport e viceversa e naturalmente anche del fenomeno del doping.
Questa predisposizione a raccontare soprattutto le vicende meno conosciute è evidentemente frutto di un grande lavoro di ricerca e la concessione principale alla cultura oggi chiamata “mainstream” è il paragrafo finale, idealmente collegato alla scelta per la foto di copertina: i due atleti americani Smith e Carlos che durante la premiazione dei 200 metri alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968 alzano entrambi il pugno guantato di nero. Proprio in questo paragrafo finale veniamo a conoscenza delle conseguenze di quel gesto: divorzio per l’uno e suicidio della moglie per l’altro, niente più contratti e men che meno sponsor ed espulsione dalla squadra statunitense. Perfino “l’intruso” nella foto, il secondo arrivato, l’australiano Norman subì alcune conseguenze e non venne convocato per le olimpiadi successive. Un’immagine senza tempo ma che in questi tempi di razzismo latente è ancor più importante analizzare.
“Rivincite” è un libro immancabile sullo scaffale di ogni appassionato di sport, va però letto lentamente, poche pagine alla volta, perché altrimenti si rischia di non apprezzarne appieno tutte la miriade di informazioni ottenuta e si può restare storditi dai continui cambi di tempo, luogo e protagonisti. Lo consiglio a chi vuole acquisire una grande quantità di fatti interessanti con cui stupire gli amici e a chi durante gli anni 2000 guardava “Sfide”.
Edizione esaminata e brevi note
Rudi Ghedini (1959) vive a Bologna. È autore dei documentari Mai più, ricostruzione di un tragico incidente sul lavoro nel proto di Ravenna e Bologna Novantanove, su una delle più simboliche sconfitte elettorali della sinistra. Ha scritto per Rendiconti, Linea Bianca, l’Unità, Carta, Zero in condotta, Guerin Sportivo e Le Monde diplomatique. Alcuni fra i suoi libri Semifinale (1999), Il cavaliere a due punte (2004), Simoni si nasce (2016).
Rudi Ghedini, “Rivincite – Lo sport che scrive la storia”, Paginauno, Rimini, 2018.
Follow Us