Fino al 1919 il Sud Tirolo, che noi italiani siamo abituati a chiamare Alto Adige, era austriaco. Con la fine della Grande Guerra quel territorio venne assegnato all’Italia, Paese vincitore. Nel 1922, con l’avvento del Fascismo, prese il via una pesante opera di italianizzazione del Sud Tirolo che, secondo la volontà di Mussolini, doveva perdere i secolari connotati tedeschi. La legge fascista proibì l’uso della lingua tedesca nelle scuole, sui giornali e in tutti i luoghi pubblici, il nome di ogni località, ogni fiume, ogni montagna venne italianizzato così come i cognomi delle persone, con esiti a volte ridicoli: ogni tradizione tedesca venne messa al bando. I dipendenti di lingua tedesca furono licenziati in tronco e sostituiti da immigrati di lingua italiana. Nel 1939 Hitler e Mussolini raggiunsero un accordo per cui i sudtirolesi si trovarono a dover scegliere se abbandonare tutto ed emigrare nel Terzo Reich o restare nella loro terra accettando di perdere la propria identità culturale e linguistica. Molte persone decisero di spostarsi in territori al tempo dominati dai nazisti ma lo scoppio della Seconda Guerra mondiale impedì un vero e proprio esodo. Chi decideva di restare veniva spesso considerato un traditore. La scelta, definita anche “opzione”, generò un pesante trauma e profonde spaccature all’interno della popolazione altoatesina. Molte famiglie furono divise, molti si allontanarono senza poter più fare ritorno, molti persero tutto in nome di una scelta coatta che tuttora rimane tra le ingiustizie più sentite della storia di quei territori.
Il contesto storico scelto dallo scrittore ebreo tedesco Ernst Lothar Müller è esattamente quello appena descritto. Vicende politiche, storiche e quindi anche umane che, personalmente, non ho mai avuto modo di incontrare prima di adesso in un romanzo. “Sotto un sole diverso” è apparso per la prima volta nel 1943 negli Stati Uniti dove l’autore aveva cercato scampo nel 1938 quando i nazisti presero il controllo dell’Austria. Il libro “viene concepito dal suo autore – esule in terra straniera – come una testimonianza urgente e necessaria sui fatti appena accaduti in Europa, ancora poco conosciuti dall’opinione pubblica americana“. Solo nel 1961 l’opera di Lothar venne pubblicata anche in Austria con il titolo “Unter anderer Sonne”.
“Sotto un sole diverso” ruota attorno alla famiglia Mumelter, antica dinastia bolzanina che da secoli conserva con orgoglio le proprie tradizioni sudtirolesi. Siamo alla fine degli anni Trenta e l’ultranovantenne patriarca Mumelter non riesce in nessun modo a capire e ad accettare che il suo mondo, la sua famiglia, le sue radici vengano completamente stravolte da una serie di regole imposte da persone che sono al potere e che nulla sanno della storia e della grande dignità del Sud Tirolo. Il vecchio Mumelter, inizialmente, spera in Hitler perché vorrebbe che i nazisti facessero per i sudtirolesi ciò che stanno facendo per i Sudeti, la minoranza cecoslovacca di lingua tedesca. Ma Hitler non ha alcuna intenzione di “aiutare” un popolo che, fino a pochi anni prima, era austriaco e che fondamentalmente si sente ancora austriaco. Hitler viene a patti con Mussolini e insieme danno vita alla cosiddetta “opzione”: i sudtirolesi devono scegliere se restare e accettare l’italianizzazione forzata o essere “rimpatriati” nei territori del Reich. Per la famiglia Mumelter le alternative non esistono affatto perché sono considerati elementi scomodi, pericolosi, indesiderati. Per i Mumelter c’è solo l’esilio verso una destinazione che non conosceranno fino al momento in cui non saranno costretti a scendere dai vagoni piombati che li trasportano lontano dalla loro Bolzano.
Il vecchio è un uomo caparbio e ostinato, noto per il suo carattere indisponente e la sua austerità. Ha cresciuto da solo i tre nipoti che suo figlio e sua nuora hanno lasciato dopo essere morti a poca distanza l’uno dall’altra. Ha insegnato loro ad essere forti, zelanti, severi. Riccarda, Andreas e Sepp sono la sua famiglia. Sepp, il minore dei tre, è poco più che un ragazzino e si lascia accecare facilmente dalla retorica nazifascista, partecipa con entusiasmo alle riunioni e alle sfilate del regime nonostante i rimproveri di suo nonno e dei suoi fratelli. Andreas è un ingegnere laureato da poco che cerca di opporsi come può alle vicende politiche che stanno devastando la sua patria. Riccarda è solo una ragazza ma si ritrova a dover gestire situazioni molto più grandi di lei.
Un romanzo complesso ed esemplare, questo, poiché punta i riflettori su accadimenti storici che sono stati raccontati pochissimo. Ernst Lothar Müller, testimone eccelso della grande civiltà mitteleuropea, voleva trasmettere, attraverso la vicenda di una famiglia, i tormenti e le ingiustizie che un intero popolo è stato costretto a subire tra l’indifferenza di tutti. Nella prefazione al libro, datata 1942, l’autore spiega: “Questo è un romanzo solo in quanto i personaggi e gli eventi rappresentati sono descritti come se fossero frutto della fantasia del narratore. Ma qui è diverso. In questo libro gli eventi sono reali e i personaggi obbediscono all’autore solo quando egli si fa portavoce dei loro pensieri e sentimenti“. D’altro canto Lothar non ha dovuto inventare molto a parte i personaggi poiché gli eventi sono esattamente quelli che la Storia ha messo in atto. “Sotto un sole diverso” è quindi la storia di un sopruso, è la narrazione di una tragedia, è il resoconto di uno degli oltraggi più vili del Novecento. Una lettura appassionante e magnetica che, attraverso una scrittura lineare, elegante e limpida, permette di avvicinarsi ad uno degli eventi più oscuri dell’ultimo secolo integrando documenti originali, testimonianze e articoli dell’epoca, esplicitando nomi e luoghi. Una nitida spietatezza che si fa accusa nei confronti dell’Italia e degli italiani che causarono tanto male e che, ancora oggi, conoscono poco o per niente gli avvenimenti del tempo.
Edizione esaminata e brevi note
Ernst Lothar Müller nacque a Brno, al tempo parte dell’Impero Austro-Ungarico oggi Repubblica Ceca, nel 1890. Quando Ernst era ancora un bambino, la sua famiglia si trasferì a Vienna. Si laureò in giurisprudenza per volere paterno e lavorò per diversi anni nell’amministrazione austriaca. Nel 1910, a soli 20 anni, Müller pubblicò la sua prima raccolta di poesie a cui fecero seguito saggi di natura letteraria e politica. Finalmente nel 1925 decise di dedicarsi completamente alla scrittura e al teatro anche grazie alla vicinanza di Stefan Zweig, suo grande amico. Negli anni a seguire ebbe modo di conoscere e frequentare molti altri esponenti della cultura tedesca del tempo: Musil, Werfel, Joseph Roth, Broch, Felix Braun, Grünewald, Csokor. Ernst Lothar Müller divenne in breve uno dei più importanti “cantori” dello spirito austriaco e sostenne, fin da subito, la nascita del Festival di Salisburgo. Nel 1938, con l’avvento del nazismo, Müller, che era di origini ebraiche, fu costretto a lasciare l’Europa e si rifugiò negli Stati Uniti dove si mise ad insegnare. Tornò in Austria alla fine degli anni ’40, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e morì a Vienna nel 1974. E’ autore di più di venti romanzi e di una grande quantità di saggi ma, nonostante questo e nonostante la riconosciuta qualità della sua opera, in Italia i suoi testi sono ancora poco tradotti. Nel 1933 Mondadori stampò “Piccola amica” e nel 1936 “Romanza in fa Maggiore“. Al 1982 risale invece il suo capolavoro, “L’angelo musicante” (Mondadori), che le Edizioni E/O hanno ripubblicato nel 2014 col titolo “La melodia di Vienna“. Nel 2018, sempre le Edizioni E/O, hanno dato alle stampe “Una viennese a Parigi”. Dai suoi libri sono stati tratti diversi film.
Ernst Lothar, “Sotto un sole diverso“, Edizioni E/O, Roma, 2016. Traduzione di Monica Pesetti. Titolo originale “Unter anderer Sonne” (1961).
Pagine internet su Ernst Lothar Müller: Wikipedia / L’indice
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