Vasco Nuñez de Balboa, il sultano Murad, Rouget de Lisle, il generale Grouchy, Johann August Suter, Cyrus W. Field, il capitano Scott. Personaggi realmente vissuti e pressoché sconosciuti ai più ma che, in epoche e per ragioni diverse, hanno avuto un ruolo particolare o hanno vissuto esperienze irripetibili che, spesso in maniera del tutto casuale, sono giunte a mutare la storia dell’umanità.
Sono quattordici le cronache raccolte in “Momenti fatali”, quattordici brevi racconti storici grazie ai quali Zweig ci descrive delle “ore stellari” durante le quali è avvenuto qualcosa di assolutamente rivoluzionario, nel bene o nel male. Perché a volte un semplice diniego, un banale ritardo o un piccolissimo tentennamento possano mutare il corso degli eventi e, con essi, il destino del mondo intero. E accade anche che la scelta sia affidata ad un anonimo individuo che, in maniera del tutto accidentale ed inconsapevole, si trova a decidere il tutto per tutto o a compiere gesta pionieristiche e clamorose.
Dall’uomo europeo che, prima di ogni altro, attraversa l’istmo di Panama per osservare e toccare con mano l’immenso e sconosciuto Oceano Atlantico al generale francese che, per eccesso di zelo o per scarsissima perspicacia militare, non interviene in battaglia lasciando che Napoleone venga sconfitto a Waterloo. Da colui che, un po’ per sfida un po’ per follia, decide, in anticipo sui tempi, di collegare l’Europa e l’America attraverso un interminabile cavo telegrafico sott’oceanico allo sfortunato esploratore che raggiunge il Polo Sud sacrificando tutto nella sua audace impresa.
A loro, sconosciuti protagonisti di momenti culminanti ed irripetibili, si aggiungono nomi eccellenti: Händel, Goethe, Dostoevskij, Tolstoj, Lenin, Cicerone, Wilson. Anche nella vita di ognuna di queste celebri figure c’è stato un “momento fatale”, un frangente in cui il destino ha fissato tutta la sua incalcolabile potenza. Ed è inconsueto e molto coinvolgente leggere il racconto di attimi di vita tanto singolari di uomini che sono stati, e tuttora sono, storicamente, artisticamente, filosoficamente, politicamente molto rilevanti.
Ovviamente il fascino dell’invenzione letteraria ha il suo ruolo, ma rimane ben vivo, in ognuno dei quattordici capitoli del libro, il legame con la realtà documentata. Perché Zweig resta uno dei più grandi rappresentanti letterari della divulgazione storica e lo dimostra appieno anche attraverso queste quattordici “miniature”.
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Cinque dei racconti erano stati pubblicati già nel 1927. “Momenti fatali” uscì però solo nel 1943, un anno dopo la morte del suo autore.
Edizione esaminata e brevi note
Stefan Zweig nasce a Vienna nel 1881 da una ricca famiglia ebraica. Si laurea in Filosofia nel 1904. Appassionato viaggiatore, ha modo di conoscere numerosi luoghi del mondo e di incontrare alcuni tra i più importanti esponenti della cultura del tempo: Auguste Rodin, Hermann Hesse, James Joyce, Ferruccio Busoni. Zweig diviene famoso come romanziere, traduttore, biografo e librettista. La sua produzione letteraria è ricca e molto varia, anche se in Italia non tutti i suoi libri sono stati tradotti. Nel 1934 Zweig lascia l’Austria per spostarsi in Inghilterra e nel 1940 si trasferisce definitivamente negli USA al pari di tanti altri esuli ebrei. Il 22 febbraio del 1942, a Petrópolis, cittadina a nord di Rio de Janeiro, Stefan Zweig muore suicida assieme alla seconda moglie Lotte Altmann.
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