Pochi giorni fa Antonio Padellaro, l’ex direttore del Fattoquotidiano, perfido, così scriveva riguardo il Presidente del consiglio e il sindaco di Roma: “Sul modello delle Vite Parallele di Plutarco, appositi amanuensi potrebbero vergare le Gaffe Parallele di Matteo Renzi e Ignazio Marino che, in quanto a figuracce internazionali, non ci fanno mancare nulla. Abbiamo già osservato come premier e sindaco di Roma, pur detestandosi siano accomunati dalla frenesia con cui per allontanarsi da Palazzo Chigi e dal Campidoglio, saltano da un aereo all’altro millantando spettacolari missioni planetarie”. Noi che siamo ultragufi concordiamo in pieno ma è probabile che anche i fedeli seguaci del twittatore di Rignano possano convenire almeno su un aspetto dell’articolo di Padellaro; ovvero sul fatto che i due non si amino affatto e che nemmeno si impegnino a nasconderlo. Due carriere parallele alle prese con la classe politica italiana del 2015, quella falsamente rottamata e realmente riciclata, che mostrano innanzitutto come possa essere diverso il destino dell’uomo solo al comando. Sicuramente molto dipende dal carattere del politico in questione – di questi tempi va per la maggiore l’approccio sbrigativo e da bullo – ma altrettanto dalla presenza o meno di servi devoti, sia quelli che amano a prescindere, sia quelli che amano se si regala loro una poltrona. Da questo punto di vista il libro edito dalla Iacobelli ci dice qualcosa, pur nella consapevolezza che spesso i cosiddetti instant book non sono né carne né pesce e poco aggiungono alla conoscenza dei fatti. Gianluca Peciola ha citato più volte le iniziative consiliari di Sel (l’autore è capogruppo di quel partito nell’Assemblea capitolina) a volte in piena sintonia, altre volte in piena contrapposizione col più noto marziano della Capitale: Ignazio Marino.
Il termine “marziano”, anche se frutto di una semplificazione giornalistica, probabilmente risulta adeguato per l’attuale sindaco di Roma; ma, come ha scritto Peciola, sono anche altri gli aggettivi che, nel tempo, sono stati affibbiati a un Marino che era stato candidato per arginare i guasti di quella che viene considerata l’antipolitica e che poteva vantare un’estraneità ai giochi di potere interni al Partito democratico romano. Poi si è scoperchiata la fogna di Mafia capitale e per un po’ di tempo Marino è stato definito “onesto”; fino alle ripetute delegittimazioni pubbliche da parte di Matteo Renzi, uno che ha il tweet letale. A quel punto siamo passati a “sindaco inefficiente”. E’ evidente quindi che la fine del modello di centrosinistra romano (“la vertenza sul salario accessorio [ndr: dei dipendenti comunali] viene utilizzata per fare uscire la sinistra dal governo”), ormai obsoleto per coloro che si sono affezionati alle larghe intese e che sono sulla strada del cosiddetto partito della Nazione” (il contenitore politico aperto ai berlusconiani di stretta osservanza), è imputabile sia ai maneggi del cosiddetto “palazzo”, sia ai comportamenti incoerenti e stravaganti dello stesso sindaco: “Quali i comportamenti, le contraddizioni, le scelte radicali e i dietro front del Sindaco che molti hanno definito “un marziano”? Quale il ruolo del Partito democratico che alla fine di luglio del 2015 ha deciso di commissariare Roma con una giunta monocolore, incurante delle scelte degli elettori che avevano votato a grande maggioranza per una coalizione che vedeva alleati Pd e Sel per il governo della città?” (dalla quarta di copertina).
Il libro non è un vero e proprio pamphlet – Marino alla fin fine non viene del tutto demolito – ma le critiche al sindaco abbondano. Peciola rileva come il primo cittadino, dopo la prima ondata di arresti per “Mafia capitale”, abbia “fatto fatica a distinguere le forze sane su cui fare leve da quelle che erano portatrici di pratiche politiche inquinanti […] Ha avviato una sorta di cura antibiotica, affidandosi a regole che, in pochi mesi, hanno creato le condizioni per intaccare le fondamenta della corruzione nascoste tra le maglie della consuetudine amministrativa e politica. Al tempo stesso, però, ha contribuito a distruggere quelle buone prassi colletive che arricchivano lo scenario sociale, culturale e politico della città […] Insomma, una tecnica antibiotia che mentre colpisce il male, indebolisce anche gli anticorpi” (pp. 39). Nel contempo, con un Pd romano commissariato, il gioco si fa duro con manovre che prescindono dalla necessità di risanare la politica romana e che, inevitabilmente coinvolgono il sindaco Marino e l’autonomia della città di Roma: “Renzi lavora, sia per giocare la parte del rottamatore, sia per centralizzare la guida delle amministrazioni locali in un momento economicamente e politicamente instabile” (pp.89). E poi la stoccata finale, tutta politica, che, citando il cosiddetto “golpe di luglio”, delinea un quadro sociale tutt’altro che rassicurante: “Ora ci troviamo in una fase di transizione verso l’ignoto o, alla luce del monocolore Pd, addirittura verso la restaurazione. E non ci aiuta il fatto di essere in una congiuntura che fa registrare il picco più basso di intervento statale a favore degli Enti locali. Tutto questo mentre siamo nell’occhio del ciclone di una crisi economica internazionale e in una fase politica in cui i Comuni, da soggetti capaci di attuare le proprie strategie redistributive, sono sempre di più concepiti come laboratori di applicazione delle politiche di austerità” (pp.101).
Insomma, la “grande corsa” di Marino pare si sia fermata presto, tra scandali, incapacità caratteriale, trame di palazzo; e ora non rimanga che un vivacchiare in attesa magari che compaia sulla scena un fedele interprete del “partito della Nazione”.
Edizione esaminata e brevi note
Gianluca Peciola, capogruppo di Sel nell’Assemblea capitolina. Membro dell’Assemblea nazionale del suo partito è nato a Roma nel 1970. Laureato in Lettere, è anche educatore professionale. Ha lavorato come assistente domiciliare, nell’accoglienza dei rifugiati.
Gianluca Peciola, “Il sindaco Marino e la grande corsa”, Iacobelli, Pavona di Albano Laziale 2015, pp. 104.
Luca Menichetti. Lankelot.eu, ottobre 2015
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