Il libro “Il primo cittadino”, ovvero Federico Pizzarotti, in parte è rappresentato da una lunga intervista al giovane sindaco di Parma targato 5 Stelle, ed in parte da interventi della giornalista Marta Serafini: viene così delineata la figura di un militante, tra l’altro piuttosto distante dalla consueta rappresentazione grillina, che, malgrado l’ampiezza dei consensi ricevuti, è entrato con passo felpato nelle stanze del potere. Era la prima volta, a partire dal 21 maggio 2012, che un candidato del MoVimento 5 Stelle diventava sindaco di una città italiana, e per di più con una vittoria al ballottaggio nell’ordine del 62,2 per cento dei consensi. L’eredità ricevuta dalla giunta di centro-destra e da Vignali, lo sa anche chi non è parmigiano, è stata devastante, con un enorme dissesto delle casse comunali ed un recente passato di corruzione. Quella del sindaco Pizzarotti è chiaramente la storia di un tipico rappresentante della cosiddetta società civile prestato alle istituzioni, un consulente finanziario che probabilmente tornerà presto a fare il suo mestiere, che, al di là di ogni personale aspettativa, viene eletto e si trova alle prese con guai forse irrisolvibili ed subito con attacchi alla sua gestione ed alle promesse mancate. E fin qui la lettura del libro non ha aggiunto molto di più rispetto quanto già sapevamo. Ricordiamo la battaglia quasi persa sul nuovo inceneritore, il veto di Casaleggio a Tavolazzi, le dimissioni dell’assessore al Bilancio Gino Capelli, i ritardi nella formazione della giunta, la scelta infelice di Roberto Bruni come assessore all’Urbanistica e via dicendo.
Più interessante risulta semmai la posizione di Pizzarotti rispetto la coppia Grillo – Casaleggio. Sono mesi che ormai assistiamo agli psicodrammi dei non allineati al Movimento, alle assemblee di epurazione, ai diktat del Capo, ad un blog diventato gogna per i giornalisti sgraditi, a militanti che tentano maldestramente di imitare il loro guru nello sfanculare chi azzarda qualsivoglia critica. Il tutto, salvo gli eccessi di “benaltrismo” presenti, ad esempio, sul “Fatto quotidiano”, certamente enfatizzato da media ostili e da una casta incapace di autocritica e spesso ugualmente colpevole nell’epurare chi non si allinea. Diverso discorso con Pizzarotti che, almeno da come si racconta e viene raccontato dalla giornalista Marta Serafini (tra l’altro del Corriere e quindi, a dar retta a Grillo, una “nemica”), ci appare grillino di altra pasta. Tanto per capirci: nel riferire della propria attività nel MoVimento insieme alla moglie, prima da semplice militante e poi da sindaco, nessuna concessione al vaffanculo ed invece dosi abbondanti di diplomazia e buona educazione. Intendiamoci, il Pizzarotti che emerge in questo libro appare poco disposto a sgrarrare sulla linea del cosiddetto MoVimento, anche se, di fatto, ha dovuto barcamenarsi tra le regole e i diktat imposti dall’alto e la concreta realtà della gestione amministrativa (si veda com’è andata a finire la vicenda dell’inceneritore). Il sindaco di Parma, tanto per dire, non appare affatto propenso ad accordicchi col Pd e con i partiti tradizionali, e non risparmia critiche alla Salsi e a Favia, a come hanno gestito il loro dissenso; ma critiche restano e non anatemi. Chi invece ha azzardato davvero, con critiche frontali al cosiddetto “portavoce” sappiamo che fine ha fatto. Il sindaco ripete un refrain già sentito, ma quel tanto per non farne uno di quegli ortodossi che piacciono tanto alla base più assatanata. Per intenderci che Grillo, come portavoce appunto e non politico, si può permettere più di quanto possano altri, e che il suo merito, al di là dei singoli episodi ed anche grazie alle sue sparate, è stato quello di dare visibilità al Movimento: “Grillo è così, usa toni iperbolici. A volte ci sta anche un bel chissenefrega su quello che ha scritto sul blog. Il suo pensiero non è il solo nel Movimento” (dal fattoquotidiano). Senza insistere troppo su Grillo “portavoce” con molte pretese, e sull’interpretazione disinvolta dell’adagio “uno vale uno”.
Leggiamo semmai un intervento di Marta Serafini, uno di quei passaggi che rendono “Il primo cittadino” una sorta di vero e proprio saggio e non soltanto un libro-intervista: “Il mix dei Cinque Stelle sta funzionando. E sta già mostrando i punti deboli che lo porteranno all’opposizione. L’eterogeneità dell’elettorato del Movimento 5 Stelle renderà difficile il rapporto col potere e con le istituzioni. Sia a livello centrale che comunale. E, ancora, la mancanza di esperienza, unita al desiderio di cambiare tutto criticando costantemente il sistema, sarà spesso interpretata come arroganza. Così come non sarà facile la gestione del rapporto con l’ingombrante figura di Grillo e con quella sfuggente di Casaleggio. Già, perché un conto è fare comizi e sparare sull’inquinamento e sulla corruzione, un conto è trovarsi nei palazzi dove si decide. Ma quello della vittoria di Pizzarotti era ancora il momento del trionfo. Tutti i dubbi e le difficoltà dovevano ancora venire” (pag. 21).
E con i dubbi anche qualche distinguo, quel tanto appunto da rendere Pizzarotti, se non un eretico, un po’ diverso da quelli che interpretano la militanza come adorazione del Capo, vizio italico trasversale e sempre in auge. Pizzarotti quanto meno non risparmia critiche alla scelta di tanti parlamentari, a dir poco inadeguati, e critiche non troppo velate ai “portavoce” Crimi e Lombardi; e fin qui mi rendo conto non era necessario avere molto coraggio: con certi personaggi è come sparare sulla Croce Rossa. Ed ancora: “E’ vero, anche all’interno del Movimento ci sono varie anime. In alcune devo dire, non mi riconosco più di tanto. [Ndr: sul movimento No Tav] Posso essere d’accordo sul merito, ma è soprattutto sui modi che dissento. Non mi piacciono le esibizioni di forza, i cortei in ci parte il lancio di pietre sulla polizia” (pag. 23). In periodo di streaming all’arma bianca e di militanti che smaniano per epurare presunti eretici, potremmo dire, anche quale suggerimento per un titolo alternativo, che “forse un altro grillino è possibile”. Nota a margine: i diritti della vendita del libro spettanti al sindaco saranno devoluti all’Ospedale dei Bambini “Pietro Barilla” di Parma.
Edizione esaminata e brevi note
Federico Pizzarotti, è nato a Parma nel 1973 e dal 2012 è il sindaco della sua città, il primo rappresentante del Movimento 5 Stelle a ricoprire questo ruolo.
Marta Serafini, giornalista milanese, è al “Corriere della Sera” dal 2007. Per Corriere.it si occupa di politica e tecnologia. In precedenza ha lavorato in televisione a Le Invasioni Barbariche (La7), e in radio.
Federico Pizzarotti, Marta Serafini, “Il primo cittadino”, ADD Editore, Torino 2013.
Luca Menichetti. Lankelot, febbraio 2014
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