Penso si possa andare abbastanza sul sicuro dicendo che il tema alla base di questo libro sia il ruolo che uomini e donne hanno nella società e come questo venga percepito.
La vicenda si svolge in una sorta di futuro distopico dove un gruppo di persone ha deciso di isolarsi e abbandonare lo stile di vita industrializzato per tornare ad uno più a contatto con la natura. Per questo si trasferiscono tutti a vivere in quella che chiamano “La Valle Delle Rocce”. Purtroppo però una malattia sconosciuta uccide tutte le donne del gruppo, e forse anche del mondo, e così gli uomini si ritrovano da soli.
La narrazione inizia dopo qualche anno dalla scomparsa delle donne: i più anziani le compiangono ancora, i più giovani invece cominciano a considerarle alla stregua di creature mitiche e ad idealizzarle. Madri, mogli, sorelle, tutte sono sepolte nel vicino cimitero dove praticamente tutti gli uomini vanno regolarmente per passare qualche momento vicino alle loro care.
L’io narrante si chiama Nathan, è uno dei giovani del gruppo e il suo ruolo nella comunità è raccontare le storie la sera quando tutti si riuniscono davanti al fuoco. Passa molto del suo tempo a chiedersi come migliorare le sue storie e a come crearne di nuove e infatti la narrazione è spesso intramezzata da pagine in corsivo dove lui immagina come racconterà la storia di eventi che stanno accadendo o che pensa accadranno presto.
La mancanza delle donne chiaramente provoca comportamenti omosessuali che i più anziani non approvano ma che sanno di non poter evitare. La vita nella comunità sembra tranquilla, molto malinconica ma di sicuro stabile. All’improvviso però, dalle tombe delle donne cominciano a spuntare dei funghi gialli che in poco tempo prendono forme umane e poi addirittura vita: sono delle creature antropomorfe e possiedono alcuni dei tratti delle donne dalle cui tombe sono spuntati, comunicano telepaticamente, non parlano e presto alcune di loro instaurano un legame stabile con alcuni uomini.
Per usare le parole di Nathan: “E poi quel giorno arrivò la Bellezza. Era nel cimitero, scaturita dalla decomposizione delle donne sepolte lì sotto, e nel bosco, come un tappeto sul terreno umido. La Bellezza all’inizio era circoscritta, ma poi crebbe e prese dalle defunte tutte le loro qualità migliori.”
Il loro arrivo causa scompiglio nella comunità, alcuni le vedono come una benedizione, altri come una minaccia, uno scherzo della natura dalla quale bisogna tenersi alla larga. Nathan dal canto suo rinomina appunto questo fenomeno “La Bellezza” e lo vede come una grande possibilità per la comunità.
Numerosi saranno i conflitti causati dalla presenza delle creature e spesso questi sfoceranno anche in episodi di violenza dove le creature dimostreranno una grande forza ed una certa brutalità verso coloro che le minacciano. Altro grande momento chiave del libro è quando uno dei più giovani scopre di essere in dolce attesa, aspetta un bambino, un incrocio tra lui e la sua creatura. A lui ne seguiranno molti altri e questo porterà ulteriore scompiglio nel gruppo.
Il grande pregio di questo libro è il graduale scambio di ruoli che avviene tra gli uomini e le creature. Con la gravidanza gli uomini si trasformano nel corpo e nei comportamenti e così fanno le creature, in una transizione che diventa più chiara pagina dopo pagina e che sembra essere inevitabile per la conservazione della specie.
La tematica è interessante e sicuramente attuale, è innegabile che i ruoli di uomini e donne siano in costante evoluzione e che molti siano le opinioni contrastanti a riguardo. La cornice narrativa è accurata e originale, il tema è in certi momenti presentato in modo velato ed in altri invece in modo più diretto e se vogliamo anche brutale. Alla fine il lettore è quasi costretto a riflettere sulla percezione che ha dei ruoli maschili e femminili, chi li ha decisi? Come la prenderei se dovessi cambiare ruolo? Sarei pronto ad accettarlo?
Un libro che colpisce i nostri stereotipi e li costringe e porsi delle domande, una storia dalle tonalità scure ma ben definite ed un’altra grande prova del talento dell’autrice, l’inglese Aliya Whiteley. Lo consiglio a tutti quelli che s’interessano di scienze sociali e a quelli che pensano che l’ideologia gender sia una teoria del complotto.
Edizione esaminata e brevi note
Aliya Whiteley è nata a Barnstaple (North Devon) nel 1974 e attualmente vive nel West Sussex. È autrice di romanzi, racconti, poesie e saggi pubblicati su diverse testate, antologie e siti letterari, tra cui «The Guardian», «Interzone», «McSweeney’s Internet Tendency». È stata nominata due volte per il Pushcart Prize e nel 2007 ha vinto il Drabblecast People’s Choice Award. L’arrivo delle missive è stato finalista a diversi premi (John W. Campbell Award, BFS Awards, BSFA Awards, James Tiptree Awards, Saboteur Awards).
Aliya Whiteley, “La Bellezza”, traduzione di Olimpia Ellero, Carbonio Editore, 2017, Milano
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