Sono trascorsi ormai tre anni dalla prima edizione australiana di “Grant & I”, qualche mese da quella italiana per i tipi di Jimenez, e giustamente gli interventi critici e le segnalazioni del libro di Robert Forster – ormai a tutti gli effetti giornalista e critico musicale – per lo più contengono la parola “memoir”, non biografia o autobiografia: le pagine di “Grant & io” (una “e commerciale” piuttosto ironica proprio in virtù di quanto possiamo poi leggere sul sodalizio tra Forster e Grant McLennan), come ben evidenziato sulla bandella del libro, potranno rappresentare da un lato “una penetrante riflessione sul suono di un’epoca, sulla luminosa bellezza della musica e sulle insidie della fama”, come un “un saggio sui meccanismi che regolano l’industria musicale”; ma probabilmente ancor di più uno sguardo ironico e disincantato su una collaborazione artistica che si è alimentata negli anni grazie ad un vera amicizia. In questo senso “memoir” ha infatti molto più a che vedere con la parola autenticità e, a seguire, con una carriera artistica alla fin fine poco “mainstream”, dove il ruolo degli affetti e dei rapporti umani – molto meno il calcolo imprenditoriale – ha assunto un ruolo chiave.
La storia dei Go-Betweens, band australiana solo a grandi linee definibile “indie rock”, è infatti in buona parte la storia della collaborazione musicale e professionale tra Robert Forster e Grant McLennan, ma non solo (“dentro e fuori”); non fosse altro perché le personalità dei due leader non sembravano affatto allineate al prototipo del rocker maledetto. Il racconto di Forster, sicuramente molto bravo ad evidenziare, con ironia e grande equilibrio, le contraddizioni ed anche i limiti di due giovani sognatori che, tra illusioni, disillusioni e autentico anticonformismo, hanno raggiunto un successo che in altre circostanze probabilmente poteva surclassare quello altre rock band, molto più note e artisticamente molto meno valide. Un racconto incentrato in gran parte sull’Australia degli anni ’70, su Sidney e Brisbane, sulla vita nei college e sull’amicizia tra due giovani che in realtà non sembravano invasati soltanto dal sacro fuoco dell’arte musicale; semmai da innumerevoli interessi culturali ed artistici. Così il narratore riguardo il suo periodo al college: “Ciò a cui davo valore, un caotico miscuglio di cultura alta e bassa, non veniva insegnato al campus. Avevo qualcosa che nessun altro aveva, ma cosa?” (pp-37). E poi ancora, poco prima di iniziare ufficialmente la pluridecennale collaborazione con Grant: “ai tempi non pensavamo a noi stessi come a dei musicisti, semmai come a dei catalizzatori di una vasta gamma di idee e influenze che si esprimevano al loro meglio in una pop band […] Sapevamo che non sarebbe durata, che sarebbero arrivati il duro lavoro e lo sconforto, ma i voli pindarici dei nostri primi anni non abbandonarono mai Grant e me, o l’immagine che avevamo della band” (pp.53).
Per farla breve: Forster, forse la personalità più eccentrica, e McLennan, ragazzo di campagna appassionato di cinema, si sono trovati intendendosi subito proprio in virtù dei loro variegati interessi artistici (lo stesso nome della band “The Go-Betweens” è tratto da un romanzo di L.P.Hartley, da cui il noto film di Joseph Losey); e a partire da interessi comuni e grandi ambizioni, i primi tentativi di mettere su una band, sostanzialmente da autodidatti, fidandosi più della loro indole artistica piuttosto che di solidi studi professionali ed accademici, i primi successi, “Lee Remick” tra tutti.
Il racconto di Forster, sempre molto preciso, mai viziato da freddezza, spesso malinconico, ricco di citazioni nonché di ricordi letterari e cinematografici, prosegue con i tentativi della neonata formazione di imporsi sul mercato australiano e poi su quello britannico – non sempre facili e produttivi i loro viaggi in Europa e in America -, le collaborazioni con innumerevoli musicisti, sempre di supporto alla coppia degli storici fondatori, gli incontri con noti colleghi come gli Orange Juice, i R.E.M., il rapporto sentimentale di McLennan con la violinista Amanda Brown, quello di Forster con Lindy Morrison, ambedue turniste nella band.
Gli anni passano, allo sconforto delle separazioni sopraggiungono nuovi interessi sentimentali per Forster e McLennan, arriva finalmente il successo, magari non proprio l’ascesa nell’olimpo delle rock band più popolari; e poi la necessità di fermarsi: i “The Go-Betweens” si sciolgono pur rimanendo intatta l’amicizia e la collaborazione tra i due musicisti. Nuove esperienze come solisti, nel 2000 una reunion ed ancora una volta la necessità di ritrovarsi e di rifondare la gloriosa band. Forster ci ricorda come aver ritrovato stabilmente Grant abbia rappresentato molto anche dal lato musicale: la stessa critica ha riconosciuto come gli ultimi tre album della band ricostituita – “The Friends of Rachel Worth” (2000), “Bright Yellow Bright Orange” (2003), “Oceans Apart” (2005) – rappresentino forse il meglio della loro produzione, della loro simbiosi musicale. Diciamo “ultimi” e non perché la band si sia nuovamente sciolta per incomprensioni o per la necessità di nuovi percorsi artistici. Il memoir termina proprio con la scomparsa di Grant McLennan, appena quarantottenne, colpito da infarto dopo un lungo periodo di eccessi (“Grant fluttuava su acque tranquille, sia nelle annate buone, sia in quelle pericolose, quelle cattive”), che però non lasciavano presagire la sua fine. Da quel momento sono finiti anche i Go-Betweens; ma molto rimaneva intatto, non fosse altro, come racconta Forster, che “quando uno muore il dialogo con lui non finisce per forza lì” (pp.313): venivano sepolti i Go-Betweens, “mai, però, lo spirito della collaborazione dei due giovani uomini che avevano formato la band” (pp.318).
Edizione esaminata e brevi note
Robert Forster, nato a Brisbane nel 1957, è un cantautore noto soprattutto per aver dato vita alla band Go-Betweens (1978-2006) insieme a Grant McLennan, scomparso nel 2006. È inoltre un apprezzato critico musicale – suoi articoli appaiono regolarmente sulla prestigiosa rivista australiana The Monthly – ed è autore di sette album da solista, l’ultimo dei quali, “Inferno” (2019).
Robert Forster, “Grant & io. Dentro e fuori i Go-Betweens”, Jimenez, Roma 2019, pp.320. Traduzione di Michela Carpi e Gianluca Testani.
Luca Menichetti. Lankenauta, luglio 2019
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