“Ogni città, qualche guaio ha…” strimpellava Cantagallo nella versione Disney di Robin Hood. Lui si riferiva a Nottingham, ma è una frase che di sicuro non stona anche per una città un tempo conosciuta come “stab city”, “città dei coltelli”.
Trattasi di Limerick, principale centro abitato del Midwest irlandese, quarta città dell’isola con circa centomila abitanti, situata sulle sponde del fiume Shannon, famosa per ospitare le partite casalinghe del Munster, una delle quattro più famose squadre di rugby irlandesi, per il King John’s Castle e nel recente passato purtroppo anche per la criminalità organizzata.
Tutto ebbe inizio nel 2000, con una faida tra gang criminali che si trascinò negli anni successivi portando con sé una scia di attacchi e morti. Questo picco di criminalità ebbe origine nella crisi economica che colpì l’area negli anni ’90, una micidiale combinazione di disoccupazione e mancanza di alloggi popolari che spinse molti ad entrare nel business della droga. Dal 2010 la situazione è tornata alla normalità e i colpevoli stanno tuttora scontando pene severe in carcere. Il marchio “stab city” però è purtroppo rimasto nell’aria, dite ad un irlandese che vorreste visitare Limerick ed osservate la sua reazione, provare per credere.
Ma perché venire qui? L’Irlanda ha molto altro da offrire ad un visitatore, ovviamente Dublino, ma anche Cork, Galway, Kilkenny, Killarney, per non elencare poi tutte le altre bellezze naturali sparse per l’isola. Pur non possedendo il loro fascino, Limerick riserva qualche sorpresa e proprio il fatto di non essere molto toccata dal turismo la rende in qualche modo più autentica e decisamente meno patinata.
Come buona parte delle città irlandesi, la storia di Limerick inizia molti secoli fa, precisamente nel 812 d.C. con i vichinghi che qui per primi costruirono un insediamento. Questo venne successivamente conquistato dal condottiero irlandese Brian Borù e poi dai normanni, che vi eressero un castello, chiamato King John’s Castle in onore di Re Giovanni, sì, proprio quello che siamo abituati a vedere combattere contro Robin Hood.
Nei secoli successivi il castello venne assediato per ben cinque volte e vide spesso scontrarsi irlandesi ed inglesi. La battaglia più famosa avvenne nel 1691: a difendere le mura, le forze irlandesi cattoliche e ad attaccarle invece le forze inglesi del re protestante Guglielmo d’Orange. Furono quest’ultimi ad avere la meglio, in un sanguinoso scontro sul Thomond Bridge, il ponte di pietra che attraversa lo Shannon e collega il castello alla sponda opposta. Dopo la battaglia, le due parti firmarono il famoso Trattato di Limerick, in cui si garantiva la tolleranza religiosa per i soldati cattolici che avrebbero deciso di restare in Irlanda e che assicurava un passaggio sicuro a quelli che invece avrebbero deciso di partire. Il trattato venne firmato sul ponte, sopra una grande roccia che attualmente è esposta a poca distanza. L’episodio diede a Limerick il soprannome di Treaty City, termine ripreso negli ultimi anni da un microbirrificio locale per la sua birra artigianale, tra l’altro molto buona.
Nei secoli successivi Limerick trasse molto beneficio dalla sua posizione, sviluppando il commercio atlantico grazie al porto e le vecchie mura esterne vennero abbattute per fare posto ad un centro cittadino in stile georgiano. Negli ultimi decenni però la città ha dovuto reinventarsi, non più industria ma servizi: la crescita economica nazionale ha avuto effetti positivi e alcune multinazionai hanno aperto qui degli uffici, tra queste spiccano Dell, Johnson&Johnson e Cook Medical.
Da un punto di vista turistico, la zona più interessante è la cosìddetta King’s Island, dove si trovano il Thomond Bridge e il castello. Quest’ultimo non spicca per altezza, ma le sue mura risultano comunque imponenti e danno ancora un’idea di solidità. All’interno è stata allestita una bellissima mostra, molto interattiva e divertente anche per i più piccoli, un ottimo esempio di come sia possibile rendere la storia accessibile a tutti. Nel cortile interno, spesso sono presenti dei figuranti in vesti medievali: uno di questi è il falconiere e ha con sé dei veri esemplari di falchi, gufi e perfino un barbagianni. Dalle mura si ha una bellissima vista sul fiume e sul resto della città.
Sempre nella stessa zona c’è pure l’Hunt Museum: un museo molto particolare dove i visitatori possono attivamente curiosare, aprire ante, armadi e cassetti e scoprire una collezione di oggetti antichi di cui fanno parte reperti dell’Età del bronzo e medievali, un vaso egizio, altri oggetti provenienti dall’estremo oriente, uno studio di Renoir e opere di Picasso. Una collezione messa insieme dai coniugi John e Gertrude Hunt a partire dal secondo dopoguerra, entrambi antiquari e appassionati di antichità ormai passati a miglior vita ma il cui lascito è ancora intatto.
Altri musei cittadini sono la Limerick City Gallery Of Art, non memorabile ma comunque ad ingresso gratuito e il Frank McCourt Museum: quest’ultimo è dedicato al cittadino più celebre di Limerick: autore de “Le Ceneri Di Angela”, romanzo autobiografico dove la città è appunto una delle ambientazioni principali.
Da non perdere è anche la St. Mary’s Cathedral, fondata nel 1168 e bell’esempio di differenti stili architettonici, spesso al suo interno sono organizzati dei suggestivi concerti del coro religioso. Infine, per fare un salto nel XIX secolo visitate il People’s Park, puro stile georgiano e se non piove è pure un gran bel posto dove fermarsi a riposare.
Se il meteo lo permette, non perdetevi la piacevole passeggiata lungo il canale nei pressi dell’Hunt Museum: una bella pista ciclabile che poi si riunisce al corso principale del fiume e che porta fino al campus universitario, tanto verde, alberi, mucche annoiate e aria fresca.
Come ogni città irlandese che si rispetti, anche Limerick ha i suoi pub di riferimento: se è estate e c’è il sole, le scelte obbligate sono due: la prima è il Locke Bar, a poca distanza dal castello e sulle sponde del canale, ha dei piacevoli tavoli all’esterno con una bella vista e un ricco menu. Al suo interno vengono organizzate sessioni di musica irlandese con tanto di ballerine di river dance praticamente ogni sera. Atmosfera un po’ turistica e pinte leggermente in sovrapprezzo, ma vale la pena fermarcisi. La seconda è il Curragower, interni curati e piacevole terrazza esterna che vanta la miglior vista sul fiume e il castello.
Rinomato per i concerti e le sessioni tradizionali è il Dolan’s, nella zona georgiana della città. Lo stesso vale per il Glen Tavern, particolare per le divertenti citazioni che decorano i suoi muri esterni e dove servono una delle migliori pinte di Guinness della città. Già perché la famosa birra, ambasciatrice dell’Irlanda in tutto il mondo, cambia sapore a seconda del pub, ricerca eseguita personalmente su un numero indefinitamente alto di campioni.
Il titolo di migliore pinta in città spetta però al Flannery’s: pub all’antica, sia nello stile che nell’età media della clientela, caminetto a torba, moquette, tavolo in angolo dove si trovano i musicisti e appunto una Guinness dalla consistenza simile alla crema che si trova solo nei locali migliori. Per quelli che amano tirare tardi invece le opzioni principali sono l’elegante 101 o il più onesto Nancy Blake, che però alle volte risulta piuttosto pieno.
Se siete in città nel finesettimana dovete assolutamente fare un giro al Milk Market: un piccolo mercato di produttori locali ospitato sotto un grande tendone circolare e nelle strade adiacenti: agricoltori, allevatori, pescivendoli, fornai, artigiani, rivenditori di oggetti usati, c’è un po’ di tutto. Certo la cucina irlandese ha i suoi limiti, ma qui si può trovare quanto di meglio ha da offrire a prezzi abbordabili, nota di merito per i formaggi, le patate e le marmellate. C’è perfino una piccola rivendita di prodotti italiani gestita da un ragazzo italiano, non è la più economica ma se siete presi da nostalgia di casa, un panino con pomodoro fresco e mozzarella di bufala è un sicuro aiuto. Spesso dei suonatori ambulanti si posizionano tra le bancarelle e animano l’atmosfera che nonostante la folla è sempre piacevole.
Limerick non è la città più bella dell’Irlanda, ma ha i suoi lati positivi e permette di avere uno spaccato del paese reale com’è al momento: un passato lungo e difficile, un presente quieto ma ottimista, un futuro che si prospetta migliore, un’atmosfera pacifica e accogliente, pub allegri e caldi.
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