Russo Pippo

Il tempo nuovo (?) di Matteo Renzi

Pubblicato il: 21 Maggio 2014

Lo ricordiamo ancora una volta, anche se immagino molti se ne siano accorti: le librerie più fornite hanno uno scaffale tutto dedicato a Silvio Berlusconi. Sono pubblicazioni che per lo più si occupano di inchieste penali e di comportamenti politici (politici?) ai confini della realtà. Probabile quindi che l’ex premier badante rimanga ancora per lunghi anni recordman quanto a libri dedicati, ormai genere a cavallo tra sociologia e noir; ma intanto c’è un altro politico che si piazza stabile alle sue spalle, con tutta l’intenzione di superare il maestro: Matteo Renzi.

Monografie dedicate al giovane premier, perfidamente ribattezzato Renzusconi a causa di qualche disdicevole vezzo, ne sono uscite parecchie e probabilmente continueranno ancora fin tanto in politica rimarrà intatta retorica del “nuovo”. Fino ad ora, salvo alcune inchieste che  hanno denunciato i comportamenti discutibili del’ex sindaco di Firenze, molto rimane nel campo della santificazione e del lecchinaggio. Almeno per ora, e speriamo per sempre, gli è stato risparmiato e ci è stato risparmiato il genere noir berlusconiano. Fatta questa premessa veniamo a “Il tempo nuovo (?) di Matteo Renzi”. Se al momento pare non ci sia nulla da contestare a Matteo Renzi dal lato codice penale (c’è da sperare che in questo caso il Renzusconi rimanga solo una cattiveria), dal lato politico qualcosa c’è eccome. Pippo Russo l’ha fatto con questo suo libro, instant book e nel contempo analisi tutt’altro che banale di una società in pieno delirio, spulciando passo passo la cronaca delle ultime settimane e svelando contestualmente il divario tra promesse e realtà: niente di ozioso se solo consideriamo la labilissima memoria degli italiani, quella che permette ai politici più disinvolti di dire e fare tutto e il contrario di tutto. E a passarla sempre liscia. Cronaca quindi del trionfo politico di Matteo Renzi, ennesimo avvenimento vissuto dai media come una svolta verso una nuova era, con un carico di retorica e aspettative come non si vedeva da anni. Ma una volta riletti i più recenti passaggi politici, dichiarazioni altrettanto recenti e subito dimenticate, molto di quella aspettativa può venire ridimensionata. Tanto per intenderci sullo stile di Pippo Russo leggiamo qualcosa dalla premessa al libro: “È successo che a due terzi del cammino di questi primi cento giorni il segretario sia diventato premier. E che dunque ci si sia trovati davanti a un “Cento e non più cento”. Una velocità supersonica, che sconcerta e un po’ ricorda una battuta di Maurizio Crozza a proposito dei futuri (?) treni ad alta velocità Torino-Lione: «Viaggeremo a velocità supersonica da Torino a Lione in poco più di un’ora e dieci, e una volta sbarcati ci chiederemo: “Ma che cazzo ci sono venuto a fare a Lione?”» Ci si pone più o meno le stesse domande qui e adesso, nell’epoca in cui la politica italiana ha sposato improvvisamente il mito della velocità. Da un eccesso all’altro poco cambia, ma intanto conta l’effetto-alone generato: l’impressione che qualcosa sia in movimento, senza stare a curarsi verso dove. A quel punto non rimane che rimboccarsi le maniche e continuare nel racconto come se nulla fosse. Non prima di essersi chiesti: “Ma chi mi ci ha portato qui?” (pag. 6). Nel prendere atto come i principi, costituzionali e non, diventino “merce di scambio da mercato delle vacche”, ecco che parte il festival dei detti e dei contraddetti, puntualmente ricordati dal nostro Pippo Russo; come del resto dovrebbe fare un giornalista che si rispetti. Su tutti spicca ovviamente l’ex sindaco di Firenze, tanto dinamico quanto granitico nel tenere fede alle promesse. Su Berlusconi: “Io non faccio accordi con Berlusconi. Non lo incontrerò mai. Non ci penso proprio a rilegittimare un personaggio simile”. Un mese dopo: “Renzi parla di profonda sintonia. Berlusconi dice: Con Matteo ci capiamo” (pag. 93). Dalla liason tra i due nasceranno riforme e un governo con opposizione morbida (in cambio di cosa? E come mai adesso della legge sul conflitto d’interesse non se ne parla più?).Grandi entusiasmi e qualcuno che non la beve, come un Gianfranco Pasquino che dice: “1) che la riforma elettorale è da buttare; 2) che, a parte Pier Carlo Padoan, la qualità dei ministri del governo Renzi è bassissima; 3) che all’interno del governo non si scorge alcuna traccia di dibattito” (pag. 190). Insomma tutti dietro agli hashtag del premier e guai a chi fiata. Del resto quando l’unico modo per salvare la poltrona è affidarsi all’ennesimo Uomo della Provvidenza ci si può adattare a questo ed altro.

Di fronte a questo panorama politico e sociale malatissimo Pippo Russo si dimostra molto abile ad usare le parole: ogni pagina del libro è pervasa da un sarcasmo micidiale che non stona affatto ed anzi risulta efficace nell’immortalare un’Italia devastata da spavaldi e ignorantissimi becchini. Renzi, Berlusconi, il marketing che li unisce, ma anche altri personaggi dimenticabili, tipo Corrado Passera: “Che a metà settimana annuncia la formazione di un suo partito, il cui obiettivo è dare uno shock contro la stagnazione. E la cosa meravigliosa è che tutti vogliono dare uno shock. Ma fare soltanto le cose normali che ci tirino un pochettino fuori dalla merda, no? (pag. 91).

Uno dei piatti forti del racconto dei cento giorni del segretario Pd, e poi premier non eletto, riguarda tutte le rassicurazioni e marinerie riservate al compagno di partito Letta: “Mi ricandido come primo cittadino, non faccio le scarpe a Letta […] Io sono leale, è Letta che non si fida” (pag. 72).

Altra poverina presa di mira è una giovane ragazza, che già si è fatta conoscere per non aver chiara la differenza tra ministero del lavoro e ministero dello sviluppo economico. E che giustamente è stata fatta ministra: “C’è anche Marianna Madia, che hai giornalisti confessa come non s’aspettasse la nomina a ministra e di averlo saputo mentre si trovava  a casa a vedere una puntata di Peppa Pig” (pag. 167). La cosa ci ricordato il tormentone di Andrea Scanzi col suo Matteo-Peppa Pig, sicuramente poco rispettoso e poco carino. Difatti il lettore, giunto all’ultima pagina di “Il tempo nuovo”, potrebbe rendersi conto di quanto l’affermazione di Scanzi risulti offensiva. Per Peppa Pig.

Edizione esaminata e brevi note

Pippo Russo (Agrigento, 1965), insegna sociologia all’Università di Firenze e collabora con «la Repubblica» e «l’Unità». Ha scritto diversi saggi e tre romanzi. I suoi libri più recenti sono Vite in bilico. Venti storie (più una) (2012), La tribù e il talento. Traiettorie della cittadinanza nell’epoca della globalizzazione (2012), L’importo della ferita e altre storie. Frasi veramente scritte dagli autori italiani: Faletti, Moccia, Volo, Pupo e altri casi della narrativa contemporanea (2013) e Gol di rapina. Il lato oscuro del calcio globale (2014).

Pippo Russo, “Il tempo nuovo (?) di Matteo Renzi. I cento giorni della fiduciosa speranza dalla vittoria delle primarie alla guida del Paese”, Imprimatur editore (collana Saggi),  Reggio Emilia 2014, pag. 208.

Luca Menichetti. Lankelot, maggio 2014