Sorcinelli Paolo

Avventure del corpo. Culture e pratiche dell’intimità quotidiana

Pubblicato il: 6 Gennaio 2013

Wikipedia ci informa un po’ sbrigativamente che la storia sociale è “lo studio di come le società si adattano e cambiano nel corso di periodi di tempo”. Definizione che abbraccia innumerevoli aspetti del vivere quotidiano ma che almeno, contrariamente a quanto accade nelle aule scolastiche, stabilisce che studiare la Storia non vuol dire soltanto ricordarsi di grandi battaglie e di avvenimenti planetari. In questo senso risulta quanto mai azzeccata la citazione dal grande medievista Jacques Le Goff, autore proprio di un libro in tema, secondo il quale il corpo è “una delle grandi lacune della storia, una grande dimenticanza dello storico”. Quando poi si parla di vivere quotidiano le sorprese sono davvero tante. L’avevamo già capito leggendo “Storia sociale dell’acqua”, sempre di Paolo Sorcinelli, dove agli occhi del lettore moderno (e magari abituato a lavarsi) compaiono immagini a dir poco raccapriccianti e sconcertanti, tanto più nella considerazione che certe pratiche di voluta sozzeria erano usuali fino a pochi anni fa. “Avventure del corpo. Culture e pratiche dell’intimità quotidiana”, scritto con la consapevolezza che in merito alla storia della sessualità, del matrimonio, della medicina, sono stati pubblicati innumerevoli volumi, peraltro spesso citati nelle note, è opera che, nella forma, nello stile e con un’appendice fatta di tavole a colori, ricorda il precedente “Storia sociale dell’acqua”. L’intento è sempre quello di raccontare il mondo occidentale dal medioevo al primo Novecento, da un’ angolazione che guarda innanzitutto sotto i vestiti dei nostri antenati: ovvero “i pruriti di pulci e pidocchi, nelle evacuazioni umane, nelle pratiche igieniche genitali, nelle sollecitazioni e nelle mortificazioni delle parti vergognose”.

Gli argomenti sono innumerevoli e quindi “Avventure del corpo” risulterà forse meno organico rispetto altri libri di Sorcinelli. Anche soltanto leggendo l’indice ve ne potrete rendere conto: “Compagni di vita, Gli scarti del corpo, Chi si lava e chi no, Il bidet, il violino, le mutande, Ner pozzo de la gola e dde la fregna, Donne che mozzicano e uomini-diavolo, Discorsi libertini, Sesso salutare, A forma di membro maschile, Con le proprie mani, Orgasmi e paure, Purché il piacere non fosse eccessivo, Violenze e tradimenti, debolezze e strategie, Sui letti coniugali, Gli inganni del corpo”. Insomma una vera e propria storia dell’intimità quotidiana che prende spunto dalla precettistica religiosa e poi ancora dalla letteratura libertina, dall’ arte figurativa e più in generale da documenti d’archivio. E’ vero che il libro spazia per argomenti apparentemente lontani ma alla fin fine tra le righe compaiono temi ricorrenti e tali da intrecciarsi tra loro, giustificarsi e mostrarsi come causa-effetto di comportamenti che, agli occhi del lettore moderno, appaiono spesso assurdi e raccapriccianti. Ad esempio, come già avevamo letto in “Storia sociale dell’acqua”, si capisce bene come sporcizia e repressione sessuale fossero in stretto rapporto; anche se poi le necessarie funzioni organiche e sessuali, autentici tabù, sono state vissute concretamente con mille espedienti, e quindi aggirando i divieti con terminologie moralistiche, oppure, al contrario, infrangendo quelle gabbie di costrizione con scritti che al tempo potevano apparire particolarmente provocatori e compiaciuti.

Tutto il libro è costellato di passi significativi scelti tra la documentazione dell’epoca che, tra lerciume, assurde repressioni, idee spaventevoli sulla donna e sulla sua sessualità, possono davvero lasciare interdetti; tanto più se autori di certe frasi e “consigli” risultano essere grandi nomi della cultura e della scienza europea. Tanto per capirci possiamo dare un’occhiata a quanto succedeva nelle case (e nei corpi) degli uomini del seicento: “La cerca dei pidocchi avviene di giorno, all’aperto, in piena luce, mentre per le pulci si tratta di un’ispezione personale che si effettua prima di coricarsi spesso e volentieri nella stanza in cui si sarebbe dormito. La caccia alla pulce è un momento di intimità con il proprio corpo e forse anche una fase preparatoria agli incontri amorosi” (pag. 6). Altrove si coglie come effettivamente lo spulciarsi ma soprattutto lo spulciare poteva predisporre il partner ad un particolare arrapamento e quindi dare inizio al vero e proprio atto sessuale. Magari in compagnia di qualche pulce superstite. Peraltro dal medioevo ai tempi più recenti del XIX secolo, pur nella considerazione che la prevalente corrente di pensiero (religioso e non solo religioso) considerava la pulizia come occasione di toccamento e quindi peccaminosa a prescindere, risultano altresì presenti pubblicazioni che invitavano gli uomini, e soprattutto le donne, a curare almeno la pulizia dei genitali (evidentemente si poteva prescindere dal resto), per rispetto della moglie o del marito, altrimenti in difficoltà nell’espletare i propri doveri coniugali. Quindi – ricordiamolo ancora – sporcizia e repressione che sembrano andare di pari passo nei secoli, e non soltanto in riferimento ai tempi bui del medioevo.

Malgrado la necessità della mortificazione del corpo e delle sue pulsioni abbia fatto discutere gli stessi religiosi, è un dato di fatto che presso gran parte dei confessori, anche quelli del XIX secolo, la repressione degli istinti sessuali, indagati con precisione morbosa, risultasse una priorità assoluta, se non “la” priorità. Al fine di placare adolescenti e anche uomini e donne di tutte le età, venivano consigliate “diete anafrodisiache”, docce gelate, clisteri, sanguisughe da applicare all’ano e ai lombi, scosse elettriche, sonde metalliche nell’uretra ed anche particolarissimi marchingegni chiamati “anelli d’avviso” dotato di molla e di piccoli denti di metallo. Uno di questi aggeggi venne reclamizzato da un farmacista su giornale italiano del 1898: “alla notte, se il pene entra in azione, i denti pungono e l’individuo si sveglia” (pag. 110).

Corsi e ricorsi che hanno investito negli anni  anche il rapporto con il puzzo nella propria e nell’altrui intimità, considerando sempre l’esistenza di due scuole di pensiero che non hanno mai trovato un autentico accordo e che sono andate avanti per la loro strada: quella pro (minoritaria) e quella (maggioritaria e più frequentata dalle classi popolari) contro l’igiene delle parti intime. Questi solo alcuni degli argomenti presenti in “Avventure del corpo” che prosegue raccontando degli espedienti spacciati nei secoli per contraccezione, le pericolose forme abortive, i tragici processi per stupro, che raramente condannavano i colpevoli nella considerazione che la donna era sopravvissuta e che quindi certamente aveva condiviso l’atto sessuale; e dell’idea del corpo femminile e della sessualità che poteva avere lo scrittore Alfredo Oriani, contrario al divorzio perché avrebbe parificato le tentazioni e sovvertito “la disparità dei sessi”, secondo il quale “la donna non si offende seriamente dell’infedeltà del marito se l’anima non vi ha partecipato” e “l’amore del maschio è aggressione, violenza, talvolta persino carneficina”.

“Le avventure del corpo”, ovvero le mille sorprese dei corpi umani dal medioevo ai giorni nostri, quasi sempre maltrattati, umiliati e puzzolenti, fino agli enormi cambiamenti, se non autentici miracoli, indotti da un briciolo di rispetto per se stessi e da acqua e sapone.

Edizione esaminata e brevi note

Paolo Sorcinelli, professore ordinario di “Storia Sociale” presso l’Università di Bologna (Facoltà di Lettere e Filosofia) dal 1978. Fa parte del Dipartimento Discipline Storiche e dal 2001 svolge attività didattica nel Polo Scientifico Didattico di Rimini (Corso di laurea in Culture del costume e della moda). E’ responsabile del Laboratorio di storia sociale “Memoria del quotidiano” e dirige i  progetti “Archivio delle voci”, “Imago Online”, “Osservatorio MQ”.  Fra i suoi saggi: Nuove epidemie, antiche paure (Franco Angeli, Milano 1986); La repressione ambigua (Franco Angeli, Milano 1989); Eros. Storie e fantasie degli italiani dall’Ottocento a oggi (Laterza, Roma-Bari 1993). Per Bruno Mondadori, oltre a “Storia sociale dell’acqua”, ha pubblicato: Gli italiani e il cibo (1999); Storia e sessualità (2001); Il quotidiano e i sentimenti (2002); Avventure del corpo (2006); Una storia da manicomio. Avventure di un finto vescovo che morì dentista (2008); Lascerei respirare le colline. Storie di vita e di paese (2008); Viaggio nella storia sociale (2009), Dieci storie nel comò (2011) e ha curato Studiare la moda (2003 tradotto in portoghese per Editora Senac, São Paulo).

Paolo Sorcinelli, “Avventure del corpo. Culture e pratiche dell’intimità quotidiana”, Bruno Mondadori, Milano 2006, pag. IX-198, euro 14,00.

 Luca Menichetti. Lankelot, gennaio 2013

Recensione già pubblicata il 6 gennaio 2013 su ciao.it e qui parzialmente modificata.