Una domanda che qualcuno si sarà pur posto: come riuscire a capirci qualcosa in una vicenda che sta dilaniando da oltre venticinque anni un pezzo di Italia? Per la precisione la Val di Susa. Preso atto che è un argomento troppo spesso archiviato dalla stampa con qualche battuta sbrigativa (“ce lo chiede l’Europa”, oppure “altrimenti rimaniamo fuori dall’Europa”), possiamo innanzitutto azzardare un’autocitazione: “Argomento peraltro affrontato anni fa in uno studio di Antonio Calafati, “Dove sono le ragioni del sì?” e probabilmente troppo presto dimenticato. Studio che prendeva atto di slogan cari ai politici di destra, centro e sinistra, propalati senza alcuna analisi oggettiva da parte di giornalisti ed editorialisti. Probabilmente ‘quest’ossessione unanime, religiosa’ è conseguenza davvero di una contrapposizione ideologica, dato che parte dei No Tav – un popolo in realtà estremamente variegato, dai pacifici abitanti della Val di Susa, agli accademici, ai facinorosi – almeno quelli che hanno più visibilità mediatica, sono assimilati alla sinistra radicale o all’anarchismo di destra, allora è possibile, anzi forse scontato, che d’istinto il cittadino che non ha niente a che fare con questi gruppi estremisti, si schieri dalla parte dei Si Tav; ma, come sempre accade, a prescindere da ogni reale valutazione sull’opera. Già il fatto che Travaglio, odiato mortalmente dagli antigrillini, dagli elettori di destra o dai cosiddetti “riformisti” (espressione molto imprecisa, va detto), si sia schierato contro la Tav in Val di Susa, ci sta abbia portato nuovi consensi all’opera, ancora una volta a prescindere da ogni valutazione onesta e oggettiva”.
Ebbene, a quanto pare anche l’opera di un fumettista, Claudio Calia, può servire a schiarire le idee, probabilmente molto più di uno dei tanti saggi scritti per contestare il costosissimo tunnel. Fermo restando che il lettore dovrebbe quanto meno approcciarsi a “Dossier Tav” senza troppi pregiudizi, tipo non considerare gli abitanti della Valle contrari all’opera necessariamente come una massa di montanari disagiati, ammanicati con movimenti estremisti.
“Un’inchiesta illustrata” che – lo leggiamo nella presentazione su beccogiallo.it – intenderebbe rispondere ad alcune domande tipo: “Fino a che punto può spingersi l’uso legittimo della forza da parte di uno Stato? Che ruolo assumono i media nella costruzione simbolica del nemico pubblico? Quali sono gli strumenti a disposizione del cittadino per opporsi a ciò che ritiene ingiusto, quando la sua volontà viene ignorata in virtù di interessi di carattere nazionale?”. In realtà il libro illustrato grazie alle tavole – non parliamo nemmeno di fumetti – con estrema sintesi e sopra ogni altro intento – fornisce un’ampia visione sulle vicende più controverse, dalle questioni finanziarie e quelle ambientali fino a quelle etiche (o meglio: democratiche); e soprattutto raggiunge il suo scopo grazie alla partecipazione in prima persona di un Calia coinvolto come voce narrante. In questo modo Calia ha dato voce alle diverse fazioni e non, com’è invece abitudine della “grande” stampa, riducendo alla mera cronaca di fatti di violenza una vicenda che in realtà è a dir poco complessa. Complessità che, secondo coloro che si battono contro la costruzione del tunnel, prenderebbe le mosse proprio dalla presenza di tanti personaggi che nel tempo – oltre venticinque anni – si sono interessati a mettere le mani sopra quella che i malfidati possono considerare una gallina dalle uova d’oro per pochi (imprenditori – prenditori e politici di riferimento) e di sicuro non per il progresso e la società italiana.
Il pregio di questo “graphic journalism” – difficile definirlo altrimenti più che tradurlo con “giornalismo a fumetti” – come ha ben scritto Zerocalcare nella prefazione al libro è un “approccio meno populista e intellettualmente più onesto, senza dare spazio agli eccessi e al folklore, riportando invece quelle che sono le posizioni più asciutte e significative dei due fronti” (pp.8). Ad esempio l’efficace confronto basato sui “motivi del Governo Monti per cui l’opera va assolutamente realizzata, espressi nel Dossier sul Tav pubblicato nel marzo 2012” con “il contrappunto del movimento No Tav”. Oppure le diverse posizioni riguardanti la politica, anche e soprattutto quella delle procure, nei confronti del movimento, con Livio Pepino che sottolinea le ragioni di chi lamenta la repressione (“Chi vuole il treno, chi vuole la linea ad alta velocità in questo momento forse potrebbe anche rinunciare…ma quello a cui non si vuole rinunciare è una posizione di potere”) e chi, come Giancarlo Caselli, sembra voler difendere a spada tratta tutte le iniziative della procura (“parlare di criminalizzazione del movimento, come ha fatto per esempio Livio Pepino, o peggio ancora del dissenso, quando invece si perseguono a termine di legge soltanto episodi di violenza è come dire che se si perseguono gli stupratori si criminalizza il sesso”).
Sesso o non sesso, paragoni impropri o meno, è una realtà – e qui citiamo ancora Zerocalcare – che con questo libro “ora abbiamo a disposizione un ulteriore importante mattone nella faticosa ricostruzione di un immaginario sincero, fatto di dati, informazioni e interviste, lontano dalla propaganda macchiettistica a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni” (pp.9).
Edizione esaminata e brevi note
Claudio Calia, nato a Treviso nel 1976 è tra i principali autori italiani di Graphic Journalism. Nel 2001 ha raccontato a fumetti in presa diretta i fatti del G8 di Genova per il quotidiano L’Ora di Palermo. Ha realizzato per BeccoGiallo Porto Marghera. La legge non è uguale per tutti (Premio Miglior Libro al Treviso Comic Book Festival 2007), È Primavera. Intervista ad Antonio Negri (2008), Piccolo Atlante Storico Geografico dei Centri Sociali Italiani (2014) e Leggere i fumetti. Dagli Avengers a Zerocalcare, una prima guida per chi vuole cominciare a leggere i fumetti (2016). Per realizzare il libro Kurdistan. Dispacci dal fronte iracheno (2017) è stato in Iraq a fianco degli operatori umanitari della ONG Un ponte per.
Claudio Calia, “Dossier Tav. Una questione democratica”, Becco Giallo (collana: Cronaca storica), Padova 2019, pp. 144.
Luca Menichetti. Lankenauta, ottobre 2020
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