“Lettere dalla Terra” è probabilmente il Mark Twain che non ti aspetti. A fronte delle “Le avventure di Huckleberry Finn”, “Tom Sawyer”, “Il principe e il povero”, “Un americano alla corte di re Artù”, le opere più famose dello scrittore americano e nello stesso tempo considerate tra quelle più adatte ad un pubblico di bambini o ragazzi, parte dei lettori avranno pensato ad un Twain quasi come una versione maschile della maestrina dalla penna rossa. Ed invece niente di più sbagliato. Dalla biografia di Twain, con i suoi esordi da umorista, le sue posizioni antimperialiste (fu membro attivo della Anti-Imperialist League), si coglie semmai uno scrittore che subì anche non pochi ostracismi e periodi di emarginazione. Le “Lettere dalla Terra” furono scritte nel 1909, ad un anno dalla dipartita, ed appartengono quindi al periodo più disincantato ed incarognito dalle delusioni della vita, nel quale probabilmente presero il sopravvento quegli umori foschi del resto già presenti in tutta la sua produzione meno nota o meno pubblicizzata. Ma soprattutto – e già qui può intuire lo spirito iconoclasta di queste “lettere” – furono pubblicate postume soltanto nel 1962. Alessandro Miliotti, nella sintetica ma esauriente prefazione per la Piano B, ci ricorda come in fondo vi fosse stata già in vita di Twain un’autocensura, poi perpetuata dalla figlia per oltre quarantanni (“un’immagine distorta delle idee e delle posizioni di mio padre”), e che questa venne meno soltanto negli anni sessanta, in presenza di una società forse più secolarizzata e più conciliante. Sono undici epistole “privatissime” agli ex colleghi San Michele e San Gabriele scritte da Satana, relegato su una Terra che gli appare piena di stranezze, dove l’Uomo, la creatura più strana di tutte, si illude di essere il “cocco” di un Dio che in realtà si dimostra distratto, privo di compassione e clemenza.
Insomma chi scrive è un arcangelo caduto in disgrazia, esiliato per un giorno celeste a causa della sua “lingua svelta”, che, nel suo vagare, si spinge fino alla Terra “per vedere da vicino l’esperimento della Razza Umana” e poi ne dà conto con queste lettere ai suoi amici arcangeli. E’ stato detto da un lato che Twain scrisse questo libello in quanto esacerbato dalle sue disgrazie familiari e finanziarie; mentre altri hanno fatto rilevare come lo scrittore, anche in età giovanile, avesse prodotto testi dissacranti e fortemente scettici. Quindi il tema della religione nell’autore americano rimane tutt’ora discusso e non sarà certo “Lettere dalla Terra”, opera peraltro non del tutto coerente con il suo “Viaggio in Paradiso”, a dare una risposta definitiva. Potremmo pensare, com’è già stato fatto dai sostenitori del Twain ateo razionalista, ad influenze di Charles Darwin e di Thomas Paine, ma forse, visto lo stile parodistico, meglio ancora a Swift e Voltaire.
Tra l’altro le argomentazioni di “Satana” sulle incongruenze e contraddizioni presenti nella Bibbia sono più o meno quelle presenti in recenti pamphlet in forma di saggio scientifico. Penso, ovviamente, ad un Odifreddi. Mentre questi libelli polemici usano argomenti apparentemente razionali, ma senza alcun confronto con l’interpretazione filologica e storica dei biblisti, senza alcuna intenzione scendere a compromessi con quel relativismo che in altre occasioni difendono a spada tratta, e quindi mostrano il fianco a critiche proprio dal lato dell’analisi testuale e della razionalità, nel leggere Twain non siamo indotti a spulciare più di tanto dei contenuti che, tutt’altro che inediti presso la cultura atea-razionalista, sono pur sempre mediati da una grande fantasia di autentico artista e da un sarcasmo ed ironia fuori del comune. Ironia che via via, lettera dopo lettera, mi pare lasci il passo ad un’analisi ancor più distruttiva e disincantata sull’umanità e sulla società condizionata dal credo di Dio. Al di là quindi del reale pensiero di Twain, se realmente ateo razionalista convinto oppure uomo intristito e incazzato con tutti e con tutto, Dio compreso, è comprensibile come queste “Lettere” abbiano creato imbarazzi anche presso la sua stessa famiglia. E’ opportuno ricordare come la laicità, termine a volte usato a commento di quest’opera cosi irriverente, nella nostra Europa assuma un significato molto diverso da quello presente nella società americana. Nel Vecchio Continente la presenza delle Chiese ha portato, come una sorta reazione, ad un separatismo che si è nutrito di anticlericalismo ed ateismo, in America la secolare convivenza di credi diversi ha prodotto un separatismo Stato-Chiesa che ha significato incompatibilità con qualsiasi genere di istituzionalizzazione religiosa o ateista: in altri termini mentre in Europa spesso si confonde laicità con ateismo e anticlericalismo, i padri fondatori degli Stati Uniti, in fuga dalle persecuzioni religiose in patria, consentirono un nuovo rapporto della società con il credo individuale, ed escogitarono un ordine costituzionale che garantisse la libertà religiosa soprattutto attraverso l’idea dell’incompetenza dello Stato in materia religiosa (I emendamento della Costituzione).
Quello che poteva dare scandalo nel paese di Twain non era tanto l’anticlericalismo, visto che non ne esistevano i presupposti, bensì lo scetticismo dissacrante che contrastava con il pervasivo spirito religioso della società americana. Questo il Dio delle “Lettere”: “Che cos’è la terra? Un piccolo globo che feci uno, due tempi e mezzo fa. L’avete visto ma non l’avete notato nell’esplosione di soli e mondi generata dalla mia mano. L’uomo è un esperimento, gli altri animali sono un altro esperimento. Il tempo dirà se ne sarà valsa la pena. Lo spettacolo è finito, potete andare, miei Signori”. E questo l’uomo:”Crede che il Creatore sia orgoglioso di lui; crede addirittura che lo ami; che abbia una passione per lui, che si alzi la notte ad ammirarlo; sì, che si preoccupi per lui e lo preservi dagli affanni. Lo prega, e crede che Egli lo ascolti. Non è un’idea bizzarra?”.
Piccoli assaggi da un vecchio scettico, e nemmeno tra quelli più ironici ed irriverenti, che però possono far comprendere il perché di una pubblicazione postuma e tanto contrastata.
Edizione esaminata e brevi note
Samuel Langhorne Clemens, alias Mark Twain (Florida, Missouri 1835 – Redding, Connecticut 1910), scrittore americano. E’ stato editore, pilota di battelli a vapore, cercatore d’oro, giornalista e conferenziere.
Mark Twain, “Lettere dalla Terra”, Piano B Edizioni, Prato 2011. Traduzione di Alessandra Goti. Prefazione di Alessandro Miliotti.
Luca Menichetti, per Lankelot, 1 gennaio 2012
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