Il politologo Giorgio Galli, autore della prefazione a “Il tecnocrate”, intervistato nel marzo 2013 dalla “Voce Repubblicana”, così ha risposto alla domanda se secondo lui Mario Monti sia stato un trasformista: “No, non credo lo sia stato. Monti ha sempre dato dei consigli e ha sempre accompagnato la politica dei vari governi sempre con grande coerenza. La sua è stata una grande coerenza di accompagnamento, se così si può dire”. Un’affermazione piuttosto morbida che dà il senso al libro “Il tecnocrate. I trascorsi del prof. Mario Monti, economista e fiduciario dei poteri”, probabilmente una delle pubblicazioni meno feroci e meno polemiche tra quelle edite dalla Kaos. Fatta questa premessa non vuol dire affatto che l’illustre “sobrio” col “Tecnocrate” ne sia uscito poi tanto bene. Significa, dopo aver letto dossier su Mangano, Berlusconi, Dell’Utri, Don Verzè, Gelli, Cesare Battisti (il rapinatore terrorista), che Monti non ci appare un delinquente alla stregua dei personaggi citati, ma semmai un accademico sopravvalutato e con molti limiti. La documentazione presa in esame, e assemblata grazie all’apporto redazionale di Giuseppe Castiglioni, è costituita da notizie di agenzia, cronache giornalistiche, interviste e interventi pubblici, che sostanzialmente non riguardano il Mario Monti premier, decisamente fallimentare, ma tutto il periodo precedente, dai suoi primi scritti di metà anni Settanta, al decennio da Commissario europeo, fino allo scranno di senatore a vita. Un libro che sostanzialmente racconta come il prof. Monti sia stato il fiduciario di poteri nazionali come la Banca commerciale italiana, la Fiat, il gruppo Bilderberg e Goldman Sachs. E testimonia come inoltre sia stato consulente-collaboratore di tutti i governi che si sono succeduti in Italia, responsabili peraltro dell’enorme debito pubblico che da decenni ci sta pesantemente condizionando e ci ha portato sull’orlo della bancarotta.
Detto per inciso, e come del resto sottolineato dallo stesso Giorgio Galli in prefazione, il riferimento al gruppo Bilderberg, non deve far pensare ad un’impostazione complottista, sempre molto di moda e sempre molto remunerativa (per chi la diffonde): “Monti viene accusato di essere un rappresentante di poteri forti e occulti quali Bilderberg, Aspen, Trilateral, ma non è davvero il caso di scomodare fantasiose dietrologie. I veri poteri forti, oggi, sono le circa 500 multinazionali, non occulte ma ben note” (pag. 12). Sempre per usare le parole di Giorgio Galli, non è l’occulto, il tenebroso complottista che emerge dalle pagine del “Tecnocrate” ma piuttosto con Monti, che si è definito più volte “liberista pragmatico”, si sprecano giudizi sulla politica economica e sul capitalismo piuttosto banali e superficiali, tipo “i provvedimenti dei Governi della Prima Repubblica andavano bene, ma si poteva fare di meglio”, con conseguenti comportamenti che hanno davvero poco di sobrietà britannica ma che semmai hanno molto di galleggiamento italico. Lasciamo pure da parte outing tipo il voto dato a Forza Italia nel 1994 (e giustamente c’è da chiedersi come uno studioso accorto e navigato potesse ignorare certi precedenti politico-affaristici) ed anche recenti ambiguità sulle future alleanze di Scelta Civica, con chiare preferenze per un Pdl blandamente de-berlusconizzato. Nel “Tecnocrate” leggiamo ben altro, in virtù del citato galleggiamento e di atteggiamenti da “salotto buono”, incentivati dal proprio status di accademico e probabilmente anche molto lontani dal comune buon senso. Ad esempio su Antonio Fazio: “La nomina di Antonio Fazio a governatore della Banca d’Italia è motivo di viva soddisfazione per la qualità della persona. Le doti intellettuali e l’integrità di Antonio Fazio, la sua personalità rigorosa e ad un tempo affidabile, il radicarsi della sua figura professionale nella migliore tradizione della Banca d’Italia, sono qualità che colpiscono chiunque lo conosca” (pag. 92). Qualità che pare abbiano molto colpito il buon Fiorani; col risultato che il 28 maggio 2011 Fazio è stato condannato dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano a 4 anni di reclusione e ad un milione e mezzo di euro di multa per aggiotaggio nel processo sulla tentata scalata ad Antonveneta da parte della Banca Popolare di Lodi. Anche in questo caso il sobrio e cerimonioso Mario Monti ha preso una cantonata.
Altro atteggiamento, tutt’altro che sobrio ma semmai parecchio ambiguo, degno di un anguillone, nell’intervista rilasciata a Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera il 22 dicembre 2003. Nelle vesti di commissario europeo alla concorrenza, alla precisa domanda se la Legge Gasparri (in materia radiotelevisiva) violasse le norme europee sulla concorrenza, così ha risposto: “Posso dire in sintesi che la legge, nel testo attuale, non sembra prevedere disposizioni che nella sostanza siano in conflitto con il diritto comunitario della concorrenza, benché sul piano formale la terminologia utilizzata si presti a qualche ambiguità”. E ad ancora all’osservazione che la nuova legge assegna le frequenze innanzitutto a chi ha già le possiede, mentre il diritto comunitario garantisce libertà di accesso a tutti: “E’ un aspetto che, a mio parere, merita di essere esaminato con attenzione, per evitare problemi in futuro […] questo tema è prevalentemente di competenza del Commissario per la società dell’informazione, Erkki Liikanen” (pag. 128). Detto per inciso siamo grati al curatore di averci risparmiato editoriali sull’operato di Mario Monti, altrimenti ci saremmo ritrovati roba di Ostellino o Panebianco, e, già in overdose da bestialità, avremmo subito terminato la lettura. Anche se a volte sconfortante il materiale presente su Mario Monti è invece costituito da notizie e interviste che delineano un quadro oggettivo del personaggio. E che in qualche modo evocano il termine “liberaloni”, coniato da Montanelli per i suoi indegni colleghi editorialisti del Corriere della Sera, liberali e terzisti fasulli. Ma probabilmente adatto anche per Mario Monti.
Edizione esaminata e brevi note
“Il tecnocrate. I trascorsi del prof. Mario Monti, economista e fiduciario dei poteri” (a cura di Giuseppe Castiglioni), Kaos edizioni (collana Libertaria), Milano 2013, pag. 160. Prefazione di Giorgio Galli
Luca Menichetti. Lankelot, ottobre 2013
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