Marco Socci e Francesco Orazi sei anni dopo il loro “Il popolo di Beppe Grillo” hanno pubblicato una nuova ricerca sui Cinquestelle, questa volta prendendo atto che per cogliere appieno l’evoluzione di movimento grillino non bastava più usare gli strumenti dell’ottica sociologica e analizzarne poi le sue caratteristiche sociali, culturali e politiche. L’intento dei due autori, con “Grillismo” è stato quindi quello di “affrontare il fenomeno da due punti di vista, uno empirico, l’altro interpretativo – culturale” (pag. 7), senza però dimenticare anche gli elementi che balzano agli occhi dei profani della ricerca sociale: una militanza dove convivono contraddizioni come “accentramento e partecipazione; controllo ferreo del copyright e democrazia elettronica” (pag. 75). Di sicuro non è un lavoro di facile lettura, condotto con uno stile tipicamente accademico e, come chiarito dagli autori, volutamente distante da quei prodotti mainstream che fino ad ora hanno voluto dire più che altro pamphlet e cronache di bestialità grilline vere o presunte. Il libro intende offrire uno studio sul ceto politico dei pentastellati nonché un’analisi su i limiti e le potenzialità di un’esperienza innovativa che, nata per “rinvigorire il processo democratico”, è presto passata dall’exploit delle elezioni del 2013 alla flessione del 2014, nel mezzo di furibonde polemiche sulla democrazia interna, rapporti leader/eletti/attivisti, strategia politica, espulsioni di presunti traditori. Un epilogo che, secondo Orazi e Socci, non deve sorprendere: “Trasformare (d’imperio) un aggregato sociale strutturato su reti di mobilitazione solidaristiche, diffuse e de-gerarchizzate in un altro, con una gerarchia di comando stabile, riconosciuta e legittimata, significa spostare il senso della partecipazione dal campo del protagonismo politico e dell’etica della responsabilità a quello della lealtà passiva e dell’obbedienza” (pag. 71). Qualcosa sicuramente di diverso rispetto quanto emerso in studi precedenti: “Non emergevano i contorni di un movimento antisistema: il popolo dei meet-up desiderava piuttosto, con il proprio impegno diretto, rivitalizzare i meccanismi della partecipazione democratica dal basso, identificandosi con un nuovo modo di fare politica, con l’obiettivo di moralizzare la sfera pubblica” (pag. 38). Elementi che i militanti grillini sicuramente potranno considerare in gran parte come attuali e mai venuti meno; ma è chiaro che le analisi sui flussi elettorali ci dicono anche altro. Non è un caso difatti che gli autori abbiano citato Ceccarini, Diamanti ed altri studiosi che già avevano evocato la metafora del “partito autobus”, “mezzo, guidato da Grillo, sul quale sono passeggeri differenti, con mete diverse, uniti in questa fase del tragitto da una destinazione intermedia: disarticolare il sistema politico e i partiti protagonisti della Seconda Repubblica” (pag. 30). Comunque la si voglia vedere è un dato di fatto che ogni studio “accademico”sui grillini in questa fase politica avrà più che mai i caratteri della provvisorietà, come del resto ammettono gli stessi Orazi e Socci, nella considerazione di un “Movimento che si autodefinisce un non partito, con un non statuto, né di destra né di sinistra” (pag. 65). Anche in virtù di questa provvisorietà, è risultata piuttosto ardita l’interpretazione dei comportamenti di Grillo e dei grillini, ortodossi e non, mediante categorie sociologiche e filosofiche, citando, tra i tanti, Marshall McLhuan, Nietszche, Rancière, Lévinas (in “Grillismo, risentimento, moralismo e millenarismo”) oppure Benjamin, Asor Rosa, Beck, Bourdieu, Habermas, Unamuno (in “L’aldilà della democrazia: mimesi e nemesi di una sacralità minore” e in “Grillismo e democrazia: il vuoto della politica onnipotente”).
Probabilmente si prestano ad una lettura più “politica”, se mai sia possibile utilizzare questa espressione, le considerazioni in merito alle differenze tra il guru genovese e i suoi presunti nemici. Leggiamo: “I codici della comunicazione di Grillo e Berlusconi, la drammatizzazione da essi utilizzata nella relazione con i loro pubblici ci apparvero molto simili […] Forza Italia e i meet-up sono state creature diametralmente opposte ma anche doppi mimetici, entrambe in competizione per lo stesso oggetto: il consenso politico; entrambe con la medesima proiezione immaginifica: un nuovo potere politico da sottrarre alla politica” (pag. 128). Ed ancora più esplicite le conclusioni: “Una della leve del successo di Grillo e del suo movimento alle precedenti elezioni politiche è stata la capacità di mobilitare il risentimento degli elettori rispetto alla casta” (pag. 132). Ma poi: “le circostanze [..] tra le quali il non osato agire del M5S, hanno ridato, col governo di larghe intese nuova centralità al sole berlusconiano”. E da qui il successo del berluschino di Rignano, malgrado tra i 5 Stelle sia tutt’ora presente (al netto dei bimbaminchia) un patrimonio di energie e di potenzialità ancora inespresse: “Che Renzi abbia più familiarità con Forza Italia che con i giovani deputati ‘grillini’ fa veramente paura, come sconcertante è il teatrino inscenato da Grillo e Casaleggio per inseguire con violenza simbolica delirante un vuoto disegno egemonico”. In altri termini come urlare “Vinciamo noi” e di fatto diventare le quinte colonne del renzismo. E questo ci ricorda uno degli ultimi interventi di Andrea Scanzi sul suo blog del fattoquotidiano.it con “Leopolda 2014: sono tutti renziani (anche chi non lo sa)”: “E’ renziano Grillo, perché per ogni battaglia giusta sbaglia tre post e dieci frasi sabotandosi da solo con masochismo encomiabile, e nel frattempo il Partito Unico ringrazia”.
Edizione esaminata e brevi note
Francesco Orazi, ricercatore abilitato, insegna Sociologia economica presso la Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche. Negli ultimi anni ha pubblicato: Democrazia, Malessere e Utopia, Cattedrale, Ancona 2012; Il paese che funziona. Le eccellenze industriali italiane (con C. Carboni e M. Socci), il Mulino, Bologna 2011; Le nuove comunità dello sviluppo locale, Esi, Napoli 2011; Il popolo di Beppe Grillo. Un nuovo movimento di cittadini attivi (con M. Socci), Cattedrale, Ancona 2008.
Marco Socci, è ricercatore presso il Centro ricerche economico-sociali dell’INRCA di Ancona. Tra le sue ultime pubblicazioni: La nuova questione giovanile in Italia negli anni della crisi, in “Prisma”, 2, 2014; Le classi dirigenti locali in Italia, Cattedrale, Ancona 2012; Il paese che funziona. Le eccellenze industriali italiane (con C. Carboni e F. Orazi), il Mulino, Bologna 2011; Il popolo di Beppe Grillo (con F. Orazi), Cattedrale, Ancona 2008.
Francesco Orazi, Marco Socci, “Il grillismo. Tra democrazia elettronica e movimento”, Carocci editore (Collana: Biblioteca di testi e studi), Roma 2014, pag. 152.
Luca Menichetti. Lankelot, novembre 2014
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