Volendo semplificarmi la vita potrei dire: questa è una commedia romantica. Però non c’è un vero e proprio lieto fine. Potrei anche dire: è un libro sulla musica – ma la musica di una sola band, e quel che il titolo promette avrete. Però in effetti non si parla solo dei Cure. Un momento: forse dovrei dire che è anche una storia di famiglia, di relazioni tra genitori e figli, fratelli, eccetera. Però solo in parte. Ah, ma il personaggio principale e il suo migliore amico percorrono per buona parte del romanzo la Romea; e allora parleremo pure di road novel. Sì, perché da Mestre (dove inizia la storia) i due vanno, o forse sarebbe meglio dire fuggono, a Rimini, dove Pietro (il protagonista) si è messo in testa di andare a ritrovare la ragazzina che incontrava al mare quando aveva dieci anni, della quale sa solo che si chiamava Alice, e che abitava vicino allo stabilimento balneare dove Pietro andava coi suoi. Però sono passati vent’anni, e il nostro eroe (o meglio antieroe) neanche è sicuro che riconoscerebbe Alice pure se ce l’avesse davanti…
Insomma, non è facile incasellare il libro di Nuzzolo, e non so neanche se ne valga davvero la pena. Diciamo che è la storia di un trentenne che non è cresciuto, e sembra vivere (a) nel rimpianto di un amore infantile, da cui la sua scombinata ricerca della perduta Alice e (b) nell’amore maniacale per quella band inglese capitanata da Robert Smith scoperta a metà degli anni Ottanta, e poi diventata forse l’unica vera passione della sua vita. Per il resto, Pietro vive ancora coi suoi, non ha un lavoro, s’è fidanzato con una perfettissima e assolutamente insopportabile donna di nome Giuliana che invece le idee ce le ha anche troppo chiare: famiglia, figli, bella casa, ecc.
Sullo sfondo, il Veneto visto dalla Romea, e dai ricordi e dalle considerazioni di Pietro capiamo bene che in questa regione ossessionata da lavoro, soldi e sfoggio dei suddetti non ci si trova proprio per niente. Il problema è che questo trentenne non proprio cresciuto sembra più che altro in balia della propria famiglia (che ancora gli organizza il compleanno con tanto di nonni e zii, come se avesse ancora – per l’appunto – dodici anni) e della perfettissima fidanzata, e non pare trovarsi in realtà tanto bene né con la prima né con la seconda. E le nozze incombono…
Non stupisce, dati questi presupposti, che Pietro s’imbarchi nella ricerca di Alice, sotto copertura di un concerto tenuto proprio a Rimini da una band di amici suoi: rockettari che, a differenza di lui, la musica la suonano davvero, e sono stati talmente bravi da attirare l’attenzione di una giovane produttrice musicale in carriera, di nome Alice…
Basta, mi fermo qui altrimenti rovino tutto. Aggiungo solo a questo quadretto tutt’altro che idilliaco di un gruppo di famiglia non solo in un interno che, proprio mentre Pietro e l’amico di una vita Mario sono in viaggio verso Rimini sulla macchina stralusso del fratello del protagonista (Giorgio, che in quel brodo famigliare invece ci si trova benissimo, e ha aderito con convinzione alla religione dei soldi e dello sfoggio), cominciano ad arrivare telefonate da casa che annunciano un disastro: il padre di Piero e Giorgio ha mollato moglie e suoceri e figli e sembra seriamente intenzionato ad andare a vivere con una donna di vent’anni più giovane, anzi, forse ancor più di vent’anni – l’apocalisse!
Nuzzolo è di Mestre, e raccontandoci questa storia di suoi concittadini propone anche uno spaccato di civiltà (forse) veneta del XXI secolo. Contemporaneamente, sottopone ad anatomia la passione musicale del protagonista, nonché la storia dei Cure, che sembra a tratti una metafora della vita di Pietro, e forse di un’intera generazione. Lo fa concedendosi ogni tanto pirotecnie tipografiche (tutto sommato giustificate) e dando prova di una certa capacità di fotografare situazioni, stati d’animo, emozioni. Dà prova anche di avere una visione piuttosto pessimistica dei destini dei trentenni-quarantenni d’oggidì, anche se il finale alquanto aperto sembra non voler chiudere tutte le porte.
Non è un libro perfetto, non dico questo, ma è un libro che – a differenza di tanti prodotti standardizzati – osa rischiare, osa provare a fare qualcosa di completamente diverso, come dicevano i Monty Python, osa uscire dai soliti binari. La mia impressione è che Nuzzolo sia uno scrittore ancora in cammino, ma che ha potenziale e soprattutto la buona volontà di rischiare – cosa che manca a troppa gente nella scena letteraria nazionale d’oggigiorno. Sono curioso di vedere dove arriverà, e mi aspetto sorprese. Intanto mi risento qualche album dei Cure, che mi ha convinto a riascoltarli…
Edizione esaminata e brevi note
Massimiliano Nuzzolo, autore dei romanzi La verità dei Topi, Fratture, L’agenzia della buona morte e della raccolta di racconti La felicità è facile. Appare in numerose antologie tra cui I nuovi sentimenti (Marsilio). Ha curato i libri Mestre per le strade e La musica è il mio radar (Mursia). Per Jost Multimedia è produttore di svariati dischi tra cui L’ESPERIENZA SEGNA dei Soluzione.
Massimiliano Nuzzolo, L’ultimo disco dei Cure, Arcana
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