Secondo capitolo della “trilogia di Sorme”, “L’uomo senza ombra”, pubblicato tre anni dopo “Riti notturni” (Ritual in the Dark, 1960), rappresenta, in forma di diario, un “romanzo di idee” che si apre progressivamente ad una vera e propria narrazione; dove quindi una trama tende a prendere il sopravvento rispetto i ricordi “sessuali” del protagonista. Romanzo peraltro “irregolare” per più di un motivo. Innanzitutto nell’ampia e colta prefazione Colin Wilson riflette sulla funzione del romanzo, della trama, della libertà che questa forma letteraria offre al suo autore, a partire dalle opere di Defoe e Richardson: “Ma il prezzo da pagare per questa libertà è pesante: il romanziere è vincolato a una giostra di emozioni umane, vale a dire che è limitato dalla vicenda che racconta, dal plot” (pp.10). Dopo aver citato Flaubert e la “purificazione” della sua opera – ovvero aver riconosciuto che “l’obiettivo non è importante quanto ciò che succede lungo il percorso” – Wilson ricorda il “fallimento” del suo precedente “Riti notturni”: accontentarsi di un romanzo che raccontava una storia, pur soffermandosi, ove possibile, sulle idee. Mentre con “L’uomo senza ombra” sarebbe tornato ad una forma e ad una sostanza del “romanzo che Flaubert aveva abbandonato perché impura” (pp.18).
Volendo usare le parole di Wilson, possiamo affermare che “L’uomo senza ombra” è a tutti gli effetti “un romanzo esistenziale sul sesso”. Argomento molto presente anche in “Riti notturni” se torniamo a rileggere le parole di padre Carruthers: “Ma cosa c’entra questi con l’assassino? Ha a che fare con il sesso. Perché il sesso è il mezzo preferito dall’uomo per evocare lo spirito […] Ma neppure il sesso è infallibile. E l’uomo non sopporta l’idea di non avere nessun potere sullo spirito. Più i suoi sistemi fisici si rivelano inadeguati e più lui li persegue, con avidità. I suoi sistemi di evocare lo spirito diventano sempre più frenetici” (pp.246). Ma questa volta – e qui altro aspetto “irregolare” – non siamo di fronte ad un vero e proprio racconto nero, come nel precedente romanzo, motivato da perversioni sessuali. La seconda parte della narrazione, ovvero quanto accade dopo l’incontro con l’ambiguo e carismatico Caradoc Cunningham, che quindi limita parzialmente l’approccio del primo Flaubert, non arriva a replicare le vicende di un noir, di sicuro molto originale, ma con tanto di morti ammazzati. Insomma, se già “Riti notturni” è stato definito da qualche critico una sorta di romanzo filosofico, seppur in salsa noir, tanto più “L’uomo senza ombra” si merita questa definizione.
Semmai rimane l’atmosfera di inquietudine e di grande ambiguità, come se da un momento all’altro davvero potesse capitare qualcosa di tremendo. È vero che gran parte dell’Uomo senza ombra, sotto forma di diario, narra le esperienze e le pulsioni sessuali Gerard Sorme, senza per questo produrre filosofia spicciola e nemmeno elucubrazioni incomprensibili – da questo punto di vista lo stile di Colin Wilson è una garanzia – ma aprendosi ad una sorta di fenomenologia del sesso, del potere del proibito, che va ben al di là del clima di vita vissuta da Gerard Sorme; e soprattutto evidenziando l’interesse dell’autore per i temi magici, esoterici: “di una cosa sono certo: l’energia sessuale è quanto di più vicino alla magia – al soprannaturale – che gli esseri umani abbiano mai sperimentato. Merita uno studio continuo e attento” (pp.36). Ed ancora: “Il sesso è un atto di magia, un incantesimo di ciò che non si vede, delle forze stranamente pazienti e intelligenti dell’evoluzione” (pp.113).
Le cose cambiano, come abbiamo già accennato, in una biblioteca pubblica di Whitechapel quando Sorme si imbatte in un “omone grasso, tra i trentacinque e i quarantanni, con la testa completamente calva” che, osservandolo da lontano, finisce per allontanarsi con una ragazza, come al termine di una sorta di rituale di seduzione: è appunto Caradoc Cunningham, che presto conoscerà personalmente, un tipo a dir poco ambiguo, dedito alla magia nera e a quella sessuale. Pur rendendosi conto che sicuramente le spara grosse, in qualche modo affascinerà il nostro giovane scrittore; tanto da favorire la sua frequentazione con Gertrude e Caroline, già protagoniste nella vicenda tenebrosa di Austin Nunne, nonché con alcune delle sue più recenti conoscenze, come lo scombinato compositore Kirsten e la sua giovane e sconsolata moglie Diana. Caradoc Cunningham, che racconta di aver conosciuto Aleister Crowley, con le sue provocazioni sembra effettivamente un personaggio in tutto e per tutto – i discorsi e i veri e propri atti di magia nera – sessuale, la scoperta della sua bisessualità, l’uso delle droghe – attagliato alla figura del più famoso esoterista britannico. Diventando come una sorta di cartina tornasole rispetto alle riflessioni, agli interrogativi che il giovane Sorme si stava ponendo in merito ai misteri del sesso.
Insieme ad un Caradoc che “ha detto che ci sono due tipi di energia sessuale, una celeste e una diabolica, e che l’atto sessuale non è un atto fisico, ma un gesto simbolico, esattamente come evocare dei demoni” (pp.161), la vicenda, grazie anche al coinvolgimento di tutti gli amici, amanti ed ex amanti di Sorme, assume un carattere ben più coinvolgente, ambiguo e oscuro, rispetto ad una ordinaria “indagine esistenziale”. Fino all’epilogo – un mese dopo la realizzazione di un rito magico terminato in maniera molto spiacevole – nella quale Sorme, scrivendo della fine fatta da Caradoc Cunningham, cita i “Metodi e tecniche di autoinganno”, pubblicato nell’autunno del 1957: in questo modo lasciando intuire cosa Wilson probabilmente pensasse di un personaggio come Aleister Crowley – Cunningham, tra consapevolezza della sua ciarlataneria ed una sorta di ammirazione per le capacità di intuizione e di predisposizione agli itinerari insoliti della conoscenza.
Edizione esaminata e brevi note
Colin Wilson, (Leicester, 1931 – Cornovaglia, 2013) è stato uno scrittore britannico. Le opere di Wilson comprendono saggi nell’ambito della psicologia, archeologia, letteratura e arte, nonché romanzi di fantascienza, horror e gialli. Nel 1956 pubblicò “The Outsider” dove analizzava il ruolo dei cosiddetti “outsider” nel campo della letteratura e della cultura affrontando alcuni personaggi di rilievo, indagandoli sotto l’aspetto dell’alienazione sociale
Colin Wilson, “L’uomo senza ombra. Il diario sessuale di Gerard Sorme”, Carbonio Editore (collana “Cielo stellato”), Milano 2020, pp. 304. Traduzione di Nicola Manuppelli.
I libri di Colin Wilson in Lankenauta
Luca Menichetti. Lankenauta, gennaio 2021
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