Quarto titolo del giornalista e scrittore irpino Stefano Iannaccone, Piovono bombe è un romanzo che con un ritmo serrato e una prosa versatile, che alterna più registri, ci racconta le vicende personali di due fratelli, due vite in realtà molto diverse, molto lontane tra loro, almeno apparentemente, ma in fondo più vicine di quanto si pensi: quella di Marta, giovane e talentuosa cantante a inizio carriera coinvolta in un famoso talent show, e quella di Diego, cooperante rapito in Siria, nei pressi di Aleppo, da un gruppo di jihadisti.
I temi proposti dall’autore sono indubbiamente di grande attualità e forniscono al lettore interessanti spunti di riflessione: dalla cruda narrazione della guerra in Siria, appunto, e dai tragici orrori dovuti al fanatismo religioso, che in nome di un dio e della sua volontà mostra il suo volto disumano, si passa infatti a una implacabile descrizione del bieco cinismo dello show-biz musicale che persegue quasi esclusivamente fini commerciali, al di là di quanto venga professato agli occhi dei più; a quella della malattia mentale che può sopraggiungere quando meno te l’aspetti e che può spingerti a scelte estreme, ma anche al ricordo doloroso dell’adolescenza dei due protagonisti, di quell’età spesso critica ma sempre fondamentale in cui si delineano i percorsi che conducono all’età adulta, tra amori ideali o complicati e passioni più o meno corrisposte, amicizie vere o presunte, e quelle scelte cruciali che tanta importanza hanno nella vita di tutti.
La guerra in Siria, in primo luogo, ci viene restituita per esempio attraverso gli occhi di Diego, con una testimonianza diretta a cui si accompagnano articoli di giornale o brevi notizie di agenzia (“La Gazzetta della Sera 6 settembre 2014 Italiano rapito in Siria, Era partito come volontario. Diego De Rossi è stato catturato nei pressi di Aleppo. Nessuna rivendicazione jihadista. Il cooperante italiano Diego De Rossi è stato rapito oggi nei pressi di Aleppo punto la notizia è trapelata In un primo momento da ambienti vicini alla galassia terrorista…“) che hanno l’effetto, con la loro freddezza e distanza “cronachistica”, di stridere enormemente con il vissuto emotivo del protagonista, già provato da un oscuro passato (“Le pulsazioni del mio cuore sono al ritmo giusto. Il panico non mi appartiene, è solo emozione ciò che sto provando, penso. Solo un’emozione Tra le tante, nulla di più, ripenso. Come l’amore. Lo inalo quasi con assuefazione. Devo abituarmi. Mi sono già abituato all’idea di morire.“). Emergono allora, in questo caso, i dubbi e le riflessioni sul ruolo formalmente “asettico” di certa informazione e sul fatto che questa ci descriva spesso un orrore quotidiano a cui siamo ormai così assuefatti da risultare purtroppo indifferenti, col risultato assai poco lusinghiero di aver posto fine a una qualsivoglia presa di coscienza (“La televisione ha gracchiato queste parole, il giornalista ha recitato la propria parte mostrandosi adeguatamente indifferente alla storia, distaccato non solo come professionista. Un uomo glaciale ha raccontato a me, Marta De Rossi, che Diego De Rossi è finito nelle mani di pazzi.“).
Al tempo stesso acuto e interessante è lo sguardo che Iannaccone pone sul mondo della musica e dello spettacolo: lo racconta dal di dentro, mettendone in rilievo i meccanismi e gli aspetti spesso cinici, esclusivamente commerciali, e l’insensibilità fredda che non guarda in faccia alle vicende personali dei singoli ma che fa della notizia e della popolarità il suo interesse principale nonché la sua fonte principale di guadagno (“devi dimostrare tanta sensibilità e dolore al pubblico punto quando gli piacerà, questa storia punto esclamativo Ma stai attenta a non esagerare, sennò sembra che gli dai ragione, a tuo fratello, sembra.“), a cui la giovane Marta però dimostrerà di non adeguarsi arrendevolmente, non avendo alcuna volontà di apparire come l’ennesimo prodotto televisivo lanciato sul mercato dai talent scouts.
Ne risulta una trama ad incastro che, alternando alla narrazione delle due vicende principali flashback sul passato adolescenziale e notizie di attualità, vicende internazionali e spunti di cronaca, finanche tragedia e gossip, con un assemblaggio di “pezzi” che pare alludere al flusso ininterrotto di notizie che ci assale quotidianamente, ci offre tanti validi spunti di riflessione sul mondo dell’informazione e sul ruolo che essa ha nelle nostre vite, sul tema della manipolazione e su quello della distorsione delle vicende (come anche della riscrittura “ad uopo” del passato autobiografico) e del travisamento intenzionale (e inaccettabile) degli avvenimenti, tanto che a fine lettura vien del tutto naturale chiedersi che fine abbiano fatto l’amore sincero per la verità, il desiderio di informare e far conoscere le cose per quello che sono, come l’etica professionale richiederebbe, in un mondo in cui l’informazione è spesso divenuta, purtroppo, spettacolo o solo propaganda.
Edizione esaminata e brevi note
Stefano Iannacone, Piovono bombe, Les Flâneurs Edizioni , 2020, 206 p.
Stefano Iannaccone (Avellino, 1981) è giornalista, e vive a Roma. Scrive per Panorama, Fanpage e Left, occupandosi di politica e inchieste, per Impakter Italia, trattando i temi di sviluppo sostenibile, ed è addetto stampa politico. Ha scritto anche per Lettera43, Ilfattoquotidiano.it e il quotidiano La Notizia. Ha pubblicato tre romanzi, Andrà tutto bene, Fuori tempo massimo e Storia di un amore all’anatra, e il saggio sulla diffusione delle armi Sotto Tiro.
Recensione apparsa sul blog www.gianlucamassimini.it
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