“Il ministro Speranza a metà settembre ha dichiarato di essere sicuro che per la Pasqua 2021 saremo del tutto fuori dall’incubo. Lo crede anche lei?” (pp.22). Questa la domanda di Cecchi Paone al viceministro della Salute Pierpaolo Sileri contenuta nel breve libro-intervista “Covid segreto” che, in considerazione del suo sottotitolo “tutto quello che non sapete sulla pandemia”, oggi, col senno di poi, probabilmente andrebbe riscritto in “tutto quello che non sapevamo sulla pandemia”. La risposta di Sileri è molto più accorta rispetto le affermazioni del suo ministro e si limita, prima di delineare un generico programma di contenimento del virus, ad un “però, non mi arrischierei a fare una previsione così netta e definitiva”. Verosimilmente una parte dei lettori affezionati all’idea della dittatura sanitaria riterrà che le affermazioni di Sileri siano state più dittatoriali di quelle di Speranza; mentre altri penseranno l’esatto contrario.
Ma al di là del pensiero riduzionista – complottista di tanti nostri concittadini – tanto più paradossale in questi giorni in cui governa Mario Draghi, già invocato per mettere fine alla dittatura sanitaria e attualmente prossimo ad operare nuove restrizioni – in “Covid segreto” di segreto c’è poco. Quanto meno c’è tutto quello che una persona di media cultura e buonsenso aveva già capito da tempo. Quindi, se bisogna dare atto a Cecchi Paone di aver posto delle domande non proprio da scendiletto, altrettanto Sileri ha risposto garbatamente, senza toni esageratamente polemici, senza i trionfalismi e la boria buroniana, delineando una situazione drammatica per motivi che qualcuno potrebbe definire “diversi e convergenti”. Peraltro più che condivisibile quanto scrive Cecchi Paone nell’introduzione al libro e poi, di fatto, confermato dal suo interlocutore: “Purtroppo la struttura e i linguaggi dell’informazione spettacolo hanno trasformato gli scienziati, i ricercatori, gli esperti in opinionisti in contrapposizione tra loro. Un danno terribile per la medicina, che non è notoriamente una scienza esatta, ma mai si era esposta a continue pubbliche contraddizioni e contestazioni interne al suo stesso ambito” (pp.9). Semmai è sul “che non è notoriamente una scienza esatta” che ci sarebbe da discutere o quanto meno da farlo capire a tanti luminari; ma andando al sodo, e soprattutto lasciando ad altri l’idea che la pandemia sia un’invenzione o un’esagerazione volta ad accaparrarsi il potere, Sileri individua nei “tagli dissennati, sperequazioni regionali, sbilanciamenti fra pubblico e privato, corruzione” i motivi, o quanto meno gran parte dei motivi, “che ci hanno fatto trovare impreparati di fronte alla pandemia” (pp.37).
Altro aspetto affrontato da Cecchi Paone e Sileri è l’infodemia, ovvero “l’epidemia di informazioni”, che non ha voluto dire soltanto le cosiddette fake news – pane quotidiano per chi, affetto da sindrome Dunning-Kruger, si inventa epidemiologo dalla mattina alla sera dopo folgoranti carriere da allenatore di calcio, politologo, storico, economista – ma con precise responsabilità da parte “della massima autorità mondiale in materia”: “senza dimenticare che si è trattato della prima pandemia al tempo dei social media. Per fare un esempio, si pensi allo smarrimento che una persona, non del settore, può avere dinanzi un sintomo interpellando il ‘dottor Google’ o esperti improvvisati del web, senza avere uno specialista che può invece seguirlo nel percorso dalla diagnosi alla eventuale terapia” (pp.70). E poi ancora, sempre molto prudente: “Che nell’infodemia alimentata dagli scienziati un ruolo l’abbiano giocato narcisismo, presenzialismo, antiche rivalità personali, sbarramenti di genere, conflitti di potere, è possibile in alcuni casi. Hanno parlato tutti troppo, e spesso contro. E questo è stato sicuramente un danno per il prestigio popolare e per l’autorevolezza del nostro mondo in Italia” (pp.72). Le conseguenze poi, sempre secondo Sileri, si ritrovano nel Comitato Tecnico Scientifico: “avrei ad esempio coinvolto di più fin da subito chi aveva più volume di pazienti trattati. Anche perché evidenza scientifica sull’approccio al Covid non c’era e quindi tutto nasceva dall’evidenza clinica all’inizio” (pp.80).
In merito alla vicenda dei verbali dei Comitato, secretati, poi desecretati, che ha fatto pensare tanti complottisti, al punto di proporre denunce penali per strage, a fronte della domanda di Cecchi Paone (“In realtà, abbiamo poi scoperto, si trattava di informazioni non classificate controllate. Cioè il più basso livello di protezione per i documenti pubblici”), è stato costretto ad ammettere, memore del suo lungo periodo da segregato causa Covid, gli effetti di “una burocrazia inutile che avuto come effetto finale quello di limitare la mia conoscenza tempestiva delle notizie e delle scelte decisive” (pp.89). Scelte burocratiche, o definibili ancor peggio, che avrebbero dato luogo agli scontri interni al Comitato, con tutte le conseguenze che ormai conosciamo. Così mentre Cecchi Paone accusa (“Il Cts nasce come centro di potere romanocentrico e maschilista”), il viceministro rincara: “Formazione e gestione del Cts sono all’origine della rissosità fra infettivologi, virologi, epidemiologi”.
In sostanza “Covid segreto” un libro che secondo i suoi autori doveva “rispondere all’ansia della popolazione che non riesce a capire fino in fondo cosa sta succedendo” (parole di Cecchi Paone), mentre il racconto prosegue tra scoperte “inquietanti ed altre molto confortanti”. Anche se, a cose fatte, gli esiti di questa presunta dittatura sanitaria, forse davvero troppo poco dittatoriale, sembrano smentire le frasi fin troppo incorraggianti di Sileri: “In attesa del vaccino, farmaci vecchi e nuovi curano ormai bene i nuovi malati. Gli ospedali non vivono il sovraccarico dei mesi di marzo e aprile. La sanità territoriale è più pronta sebbene con differenze. Vi sarà maggiore circolazione del virus, e chiaramente più circolerà più dovremo avere rispetto delle regole anche tra i familiari per proteggere i nostri anziani” (pp.24). Rispetto delle regole. Probabilmente la frase più contestata, vuoi da chi ritiene che proprio la mancanza del rispetto delle regole sia una delle cause della recrudescenza dei contagi, vuoi da chi ritiene che il rispetto delle regole imposte da una banda di criminali sia la causa di una dittatura sanitaria. E, visto come vanno le cose c’è da dubitare che un libro come questo di Cecchi Paone e di Sileri, possa convincere qualcuno a cambiare la propria opinione.
Edizione esaminata e brevi note
Alessandro Cecchi Paone è nato a Roma. Laureato in scienze politiche e giornalista professionista, ha lavorato in Rai dal 1977, conducendo svariati programmi per la radio e la televisione. Ha lavorato anche per Sky e Mediaset, ha diretto il mensile La macchina del tempo e collabora a quotidiani e riviste. Nel 2012 è autore assieme a Flavio Pagano di un libro intitolato Il campione innamorato, pubblicato da Giunti editore.
Pierpaolo Sileri, è medico chirurgo e accademico italiano. Professore associato presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è autore di oltre duecento pubblicazioni e trattati scientifici internazionali. Nel settembre 2019 viene nominato vice ministro della Salute.
Alessandro Cecchi Paone, Pierpaolo Sileri, “Covid segreto. Tutto quello che non sapete sulla pandemia”, PaperFIRST, Roma 2020, pp. 121.
Luca Menichetti. Lankenauta, marzo 2021
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