Molisani Eleonora

Romanticidio. Spoesie d’amore e altre disgrazie

Pubblicato il: 11 Luglio 2021

Qualche anno fa un celeberrimo poeta americano, John Ashbery, se ne uscì con una frase che potrebbe fare da epigrafe al libro di Eleonora Molisani: “C’è l’idea che la poesia dovrebbe migliorare la tua vita. Penso che la gente la confonda con l’Esercito della salvezza”. Non sappiamo con quale intenzione l’avesse pronunciata ma di sicuro quel fare disincantato si adegua al “Romanticidio” edito da Neo; raccolta di “spoesie d’amore e altre disgrazie”, dove i sentimenti sono rappresentati senza alcuna mielosità, nonché messi a dura durissima prova dalla quotidianità.
Non fosse altro per dissacrare l’immagine dell’amore, soprattutto in era “social”, raccontato per lo più con un romanticismo farlocco, a fortissimo rischio diabetico, Eleonora Molisani si è cimentata con una serie di poesie (o meglio “spoesie”) che alternano grande ironia, sarcasmo, disincanto molto poco in linea con i cuoricini dispensati di questi tempi in ogni dove e – diciamolo pure –  con una buona dose di ipocrisia.

Poesie, spesso in rima baciata o alternata – che quindi fanno il verso allo stile con cui più si sono accaniti i poetastri più sdolcinati -, ricche di piccole e grandi provocazioni, anche se mai cedono ad un vero e proprio cinismo; semmai in cui la poetessa (o per meglio dire la spoetessa) aggiunge buone dosi di acidità. Provocazioni che in fin dei conti appaiono rappresentazioni della realtà più ordinaria. Tipo in “Se russi non riesco a sognare”: “Quando scende la notte sento il respiro del tuo dormire, poi mi domando che si può fare: il tuo russare mi fa incazzare. Quando scende la notte cerco remoto un bel pensiero, per non far sogni da cimitero” (pp.14).

Se le poesie (o spoesie) si possono apprezzare per l’inventiva, l’ironia, il gusto della dissacrazione, azzeccata è la scelta di intervallarle con delle brevissime prose, per la precisione brevissimi dialoghi, scambi di battute tra innamorati o presunti tali, che potranno avere il limite della barzelletta ma che – quello che davvero importa – alimentano il divertimento del lettore: “-Ti bramo – Dimmelo all’infinito – Bramare” (pp.57); “Amore, voglio renderti felice – Perché, già te ne vai?” (pp.40).

Senza essere particolarmente perspicaci, leggendo le poesie-spoesie, si coglie che obiettivo polemico di Eleonora Molisani è proprio il modo di vivere l’amore o l’apparenza dell’amore mediato dai social. Anche se a quanto pare ai social la poetessa-spoetessa attribuisce anche degli aspetti positivi. Da questo punto di vista è stata molto esplicita grazie ad un’intervista di Valentina Di Cesare su formicaleone.com. Da un lato la critica: “Oggi le relazioni, specie quelle online, si costruiscono su frasi fatte, su cuori a profusione. Il romanticismo è diventato una merce a buon mercato, in vendita un tanto al chilo, a botte di like. Ma è facile essere le persone migliori del mondo al di là di uno schermo, mentre la prova del fuoco è la vita vera, quella delle lavatrici, dei compiti dei figli, delle bollette e delle preoccupazioni quotidiane, che ormai non si ha più il coraggio di vivere fino in fondo. Con le spoesie ho cercato di abbattere – a colpi di accetta – il facile e comodo romanticismo da social network”. Dall’altro gli aspetti positivi: “Da qualche anno, anche grazie ai social network, la poesia ha cambiato pelle. C’è stata una sorta di exit strategy dai territori lirici tradizionali, che molti lettori vivono come lontani dalla realtà. Siamo sulla strada di una nuova “avanguardia”, una generazione di “impoeti” che sta portando questo genere alla portata di tutti […] Questi nuovi poeti si allontanano dalle forme classiche della poesia, per sconfinare in un territorio più selvaggio, con un linguaggio più vicino al sentire contemporaneo. Tutti i linguaggi sono in evoluzione, e trovo che anche la poesia subisca l’influsso dei tempi. E se diventa più pop, che male c’è? Magari il lettore sarà poi invogliato a riscoprire anche quella dei grandi del passato”.

Chiaramente non siamo in grado di sapere se questo “territorio selvaggio” potrà diventare veicolo per letture più impegnate e impegnative. Visti esperimenti e situazioni simili capitate nel campo della musica ci permettiamo di dubitare. Ma quello che in questo momento conta è che “Romanticidio” risulta una lettura divertente e per molti aspetti sorprendente.

Edizione esaminata e brevi note

Eleonora Molisani, vive a Milano. Giornalista professionista dal 1997, si occupa di attualità, di cultura e di libri per il settimanale Tu Style. Collabora come docente di giornalismo, comunicazione e new-media, con la Scuola di linguaggi Mohole di Milano, dove cura anche la rassegna letteraria annuale “Parolibere”. Ha collaborato alla redazione di libri di scolastica e saggistica per Garzanti e McGraw-Hill. Suoi i romanzi Il buco che ho nel cuore ha la tua forma (Priamo & Meligrana, 2014) e Affetti collaterali (Giraldi, 2019). Ha partecipato alle antologie di racconti Pausa Caffè (Prospero, 2015), Lettere al padre (Morellini, 2019) e Reboot-Lettere d’amore a Milano (BookaBook, 2020). Organizzatrice di eventi culturali, online ha fondato la community “Natural Born Readers and writers”, per la tutela della bibliodiversità. Per “Scrittori a domicilio” cura la rubrica settimanale Book and Mood, un libro per ogni paturnia.

Eleonora Molisani, “Romanticidio. Spoesie d’amore e altre disgrazie”, Neo edizioni (collana “Intimate”), Castel di Sangro 2021, pp. 120.

Luca Menichetti. Lankenauta, luglio 2021