A chi consigliare Love and Monsters?
Me lo sono chiesto nonostante cerchi di scongiurare il vizio, tremendamente invitante, di propormi come consulente cinematografico.
Guizzi di spocchia a parte, mi sono interpellato sul suo potenziale pubblico perché questo film è un sapiente jolly da giocarsi, in grado di soddisfare più palati.
Piacerà a chi desidera un’avventura teen con attori bellocci, ma anche a chi vuol concedersi uno spettacolo apocalittico fatto a dovere.
E colpirà l’attenzione di chi, come me, lo snobbava reputandolo un junk food da streaming.
I tratteggi a matita di Joel Dawson, definiscono i contorni distopici della sinossi.
In un domani da scongiurare, un meteorite è pronto a scagliarsi contro il pianeta ma viene distrutto da un massiccio bombardamento missilistico.
Le armi utilizzate si rivelano tanto efficaci quanto nocive; i residui bellici innescano mutazioni genetiche sulla fauna, dando vita a creature mastodontiche e spesso letali per i terrestri, costretti a nascondersi per sopravvivere.
Joel insieme ad un folto gruppo di ragazzi vive all’interno di un bunker sotterraneo dal quale uscire solo per procurarsi da vivere.
Le missioni esterne vengono destinate ai più abili nello scontro col ‘nemico’ e il nostro protagonista viene puntualmente messo all’angolo.
Tenta con tutti i mezzi di sfidare l’inevitabile paura nell’affrontare il pericolo ma non riesce a vincerla.
Entrato in contatto radiofonico con Aimee, sua ex fidanzata in salvo a molti chilometri da lui, deciderà di intraprendere un viaggio ad alto rischio per raggiungerla.
Ben sette giorni di cammino allo scoperto.
Il desiderio di strappar via l’etichetta di cucciolo indifeso e incapace che gli hanno cucito addosso gli offrirà l’opportunità di emanciparsi e di conoscersi.
I magnifici effetti speciali di Matt Sloan e team (Genevieve Camilleri, Matt Everitt e Brian Cox), celebrati da una nomination agli Oscar 2021, diventano la cornice di una narrazione che si concentra sugli uomini riservando ai mostri l’incombenza di mozzarci il fiato.
A contribuire allo stupore ci pensa anche l’eccellente fotografia di Lachlan Milne che per poco più di 100 minuti ci regala scenari di una bellezza abbacinante.
Qua e là ci sono macerie, roulotte abbandonate o case fantasma ma per la maggior parte del tempo Joel attraversa paesaggi sterminati che vorrei anch’io percorrere, senza imbattermi però nelle sconvolgenti sorprese che, giorno dopo giorno, si ritrova a fronteggiare.
Ad accompagnare il ragazzo sarà l’impareggiabile Boy.
Tutti gli animali della storia, seppur digitalizzati ad arte, si rivelano straordinariamente credibili ed espressivi (basti pensare allo sguardo sofferente del granchio gigante delle ultime battute) e a capitanarli troviamo proprio Boy, il furbissimo pastore australiano che seguirà Joel sino alla fine, procurandogli, per via della tempra autoritaria, anche qualche intoppo.
Gli altri due compagni di viaggio, la stramba coppia formata da una bambina iperattiva e da un burbero cowboy postmoderno, ci darà delle soddisfazioni impagabili.
A quest’ultimo, interpretato dal bravo caratterista Michael Rooker, è assegnata la battuta più incisiva.
‘Devi sempre ascoltare il tuo istinto…un buon istinto si costruisce commettendo errori. Se ti va bene e sopravvivi a qualche errore, riuscirai a cavartela.’
Ed è esattamente quel che farà Joel, inciampando sulle paralisi e sui traumi non superati; inizialmente per amore di Aimee, di Boy e poi unicamente per sé stesso.
Dylan O’ Brien, interpreta questo valido personaggio, che a differenza dei numerosi ruoli di imberbi imbranati alle prese con sottane e pruriti adolescenziali, si impegna a scavare nelle emozioni e a trovare la sua strada.
E riesce ad assolvere l’impegno consegnandoci al meglio un’intensità sottile e fragile, mostrandosi annichilito e tremante, per poi fiorire di una conquistata fermezza.
Vestirà i panni di eroe romantico che nella ricerca della vecchia fiamma troverà il bisogno imprescindibile di vivere difendendo gli affetti più autentici.
Per i genitori persi durante la tragedia non ci sarà modo di rimediare ma si potrà ancora lottare per altri amori, come quello per i vecchi ‘coinquilini’.
C’è chi ha dato molto peso al tema della reclusione leggendo l’opera in chiave Covid, ma non è il vero punto, quello da rilevare.
Una scena, fra le più belle del film, quella dell’incontro con Mav1s, robot superstite del futuro, sulle note di Stand By Me, ci illumina.
Una presa d’atto fiera, la difesa di un’Odissea intrapresa in nome dell’Amore e non dell’amata; un brano da dedicarsi per ritrovarsi ad Itaca seppur senza Penelope.
In altri termini è l’accento sulla crescita personale il vero nodo, la necessità di staccarsi dal tepore domestico per capire come scrivere la propria vita.
Joel modellerà col sudore i suoi nuovi connotati di adulto.
Conquistando la libertà di decidere.
E di ritornare.
Dietro la macchina da presa Michael Matthews, regista sudafricano al suo secondo lavoro, già pronto a sostituire Ridley Scott nella regia della serie Disney ‘Merlino’.
Il successo di Love and Monsters fa pensare ad un possibile sequel.
Speriamo di non vederlo.
Lasciamoci col The End e non ripensiamoci su.
Edizione esaminata e brevi note
Regia di Michael Matthews
Love and Monsters
Con Dylan O’Brien, Jessica Henwick, Michael Rooker, Ariana Greenblatt
USA, Canada, 2020
Per approfondimenti:
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