Un libro che parla di musica, scritto da un musicista. Spesso quando si leggono le autobiografie di famosi musicisti, la musica è relegata al contorno e le pazze vicissitudini del protagonista si prendono la scena. In questo libro invece è decisamente il contrario.
L’autore è il britannico Richard Thompson, classe ’49, chitarrista e cantautore ancora oggi in attività. Considerato uno dei migliori chitarristi di sempre, fondatore dei Fairport Convention, un gruppo che probabilmente è più popolare in patria che nel resto del mondo ma che ha indubbiamente il merito di aver dato una forma al genere folk rock britannico e di perseverare su questa linea quando la maggior parte del mondo musicale intorno al loro cambiava e andava verso altri lidi (rock, arena rock, punk).
La storia del gruppo inizia nel 1967, Thompson ci racconta i retroscena, la storia dei loro inizi, delle difficoltà, del successo e degli innumerevoli concerti in giro per il Regno Unito, gli Stati Uniti e anche un po’ di Europa. In un capitolo ci parla anche di un concerto avvenuto a Roma, nel 1967. Furono invitati ad un festival ma si trovarono subito ad aver a che fare con un mondo molto diverso dalla realtà britannica: “Sfortunatamente, pareva che noi fossimo i primi uomini con i capelli lunghi calati a Roma dai tempi dei Visigoti nell’Anno Domini 410, e l’accoglienza fu più o meno la stessa.” Il Festival si concluse con un raid della polizia durante l’esibizione di un’altra band.
Queste pagine sono una vivida testimonianza del mondo musicale di quegli anni, intravediamo in lontananza altri artisti che i Fairport Convention incrociano qua e là ma che Thompson tratta con un certo distacco, Led Zeppelin, Bob Dylan, Who, Beatles, Rolling Stones, insomma grandi nomi della scena rock mondiale, sembra quasi che l’autore stesso voglia sentirsi diverso da loro, non uno da “Top of the Pops”, trasmissione nominata spesso e in cui i Fairport Convention suonarono anche una volta, senza troppo successo ed entusiasmo. L’impressione che si ha è che i Fairport Convention abbiano sempre cercato di trovare il pubblico adatto per la loro musica, e non di adattare la loro musica ai gusti della massa. Un approccio decisamente alternativo ma che ovviamente, in termini di popolarità non porta agli stessi risultati.
Le pagine si susseguono fino a circa il 1975, dopo numerosi tour, album, problemi, un tragico incidente stradale ed un numero imprecisato di concerti. Il libro è diviso in capitoli e alla fine dopo l’epilogo e la postfazione c’è qualche interessante pagina dove l’autore riporta alcuni suoi sogni, una sorta di “bonus track” ma in formato scritto.
Come detto all’inizio, i fatti biografici hanno il loro spazio e sono nominati, ma la musica è la vera protagonista: ogni canzone viene destrutturata, la sua genesi viene spiegata, il suo arrangiamento, le influenze che hanno portato a questa o quella scelta stilistica. Si tratta forse di “tecnicismi” che i lettori musicisti troveranno incredibilmente affascinanti ma che i più profani potrebbero trovare noiosi. Di sicuro però, musicisti o no, leggere questo libro fa venire la voglia di andare ad ascoltarseli.
In generale, un libro scritto con sentimento, uno stile crudo, abbastanza minimale, mai volgare, sempre con una sua dignità e un pelo di spocchia britannica che in dosi limitate risulta sicuramente interessante. Lo consiglio ai musicisti e a coloro che invece non hanno idea di chi siano i Fairport Convention.
Edizione esaminata e brevi note
Richard Thompson: considerato tra i migliori 20 chitarristi di tutti i tempi, è stato il fondatore dei Fairport Convention, leggendaria formazione di folk-rock britannico in cui ha militato fino agli inizi degli anni Settanta, prima di incidere altri album epocali insieme alla moglie Linda e poi da solista. Nativo di Londra, vive da tempo negli Stati Uniti. È stato insignito del Lifetime Achievement Award for Songwriting su entrambe le sponde dell’Atlantico. All’età di 72 anni, continua a scrivere e suonare in tutto il mondo.
Richard Thompson, “Beeswing – I Fairport Convention, Il Folk-Rock, La Mia Voce 1967-75″, traduzione di Gianluca Testani, Jimenez Edizioni, Roma, 2021.
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