Girardin Elena

Le madri imperfette

Pubblicato il: 18 Febbraio 2022

Una fuga d’amore che segna in modo indelebile le sorti e le vite di una famiglia, quella di Emilio e Santina. Sono giovanissimi e ingenui, è anche lo spirito dei tempi. Alla fine degli anni Settanta, dopo una breve storia, lei rimane incinta. Emilio non la conosce abbastanza, in città Santina ha fama di essere una libertina, ma lui si prende comunque le sue responsabilità. Palermo li soffoca; le famiglie avrebbero fatto di tutto per ostacolare la loro unione. Allora meglio fuggire al Nord, arrivarci per tappe in una ebbra avventura on the road, a bordo di una fiammante Cinquecento turchese farfalla, serie R. Santina è irruenta e vorace di esperienze, trabocca di sensualità e vive come se non ci fosse un domani. Emilio è più docile e posato, pensa al loro futuro insieme; pur essendo un giovane immaturo comprende che dovrà rimboccarsi le maniche per trovare un lavoro e dare un tetto alla creatura in arrivo. Perciò mettono radici in un piccolo paesino della pedemontana veneta, Carrè.

Questo il propulsore narrativo di Le madri imperfette (L’Erudita, 2021), bel romanzo di Elena Girardin sul quale l’autrice innesta le vicende di altre due donne: Adele, figlia di Emilio e Santina, e Luna, la figlioletta di Adele. È un romanzo declinato al femminile, senza dubbio, ma c’è tanto di più. Attraverso un montaggio ben calibrato, che insegue le peripezie delle tre voci in un arco temporale che dal 1980 arriva ai giorni nostri, in un gioco col lettore quasi continuo di flashback e flashforward, Girardin ci offre un percorso di formazione e di ricerca di identità non lineare che si frange – non senza conseguenze – sull’ostinazione a sbagliare, assecondando i propri impeti del momento, per “cogliere l’attimo”, il desiderio bruciante e noncurante degli altri piuttosto che il più assennato proposito di costruirsi un’esistenza confortevole, nella tela rassicurante degli affetti.

«Adele metteva a dura prova entrambi. Le bugie, i sotterfugi li sfinivano. Eppure, per qualche misteriosa ragione, non facevano nulla per opporsi. Risultavano inabili al combattimento, due genitori impotenti davanti all’arroganza dell’adolescenza. Tanto più vulnerabili perché incapaci di ammettere le loro debolezze.» Adele è un personaggio irrequieto; crescendo avverte un senso di colpa profondo per aver complicato i programmi dei suoi genitori; si sente oscuramente responsabile della loro infelicità e detesta la vita grigia (ai suoi occhi) e colma di sacrifici che conducono. Si sente inadeguata, Adele: potrebbe essere questa la causa della sua balbuzie, del suo imbarazzante tartagliare che Girardin non manca di scandire – con grande forza espressiva ed emotiva – nei dialoghi. Adele ha un tratto in comune con la madre Santina: ha la volontà feroce di non indietreggiare rispetto a quanto la vita le riserva, per quanto insidiosa. È ribelle, contravviene alle norme dei genitori, anche quando si fanno più severe, anche quando Santina diviene irremovibile, più per proteggerla da sé stessa, intuendone la natura autodistruttiva.

La storia sembra ripetersi, da nonna a madre a figlia, in una sorta di impietoso contrappasso: Adele si perde, brucia le tappe con foga; oltrepassa il limite e si concede a una serie di eccessi, mai paga di provare sensazioni forti e nuove. Anche la gravidanza, capitatale quasi per sprezzo del caso, per eccessiva noncuranza di sé, sembra non scalfirla, all’inizio. La piccola Luna verrà cresciuta dai nonni, in una condizione di disagio per quei genitori che non ha e nella difficile relazione con i suoi coetanei; con i suoi primi, complicati, turbamenti amorosi, tra scoperte di improvvise felicità e altrettanti disamori, preda di una confusione emotiva anche sul versante della sua identità sessuale. Così ce la presenta la sua autrice, in prima battuta: «Un paio di occhiali di plastica rossa, capelli crespi e stopposi, naso camuso e pelle scura, corpo piccino e tondetto, mani nervose e passo incerto. Tra milioni di possibilità, questa è lei.»

Cosa mi è piaciuto di Le madri imperfette? Prima di tutto la verosimiglianza delle dinamiche psicologiche, delle reazioni emotive e dei pensieri dei personaggi, costruiti con acume e sensibilità, dove il lettore si può identificare facilmente, per situazioni che ha vissuto o in parte ancora vive e ricorda del suo nucleo famigliare. Per la circolarità della sua costruzione, sia sul piano temporale – come abbiamo visto – che spaziale. Un viaggio che incomincia a Sud e va verso Nord. Il tracciato di Luna, il suo passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta, avverrà in senso inverso, da Nord a Sud, divenendo in parte anche romanzo di formazione. Elena Girardin offre le sue storie con una scrittura piana e solida, ben ancorata all’intreccio e all’evoluzione dei personaggi, priva di sbavature ed empatica nel riverberare al lettore l’emotività delle relazioni che di volta in volta allacciano o disgregano, aprendosi talvolta a sprazzi di concreta e asciutta poesia del vivere quotidiano. Imperdibile il capitolo iniziale, in soggettiva, del parto di Adele.

Ah, dimenticavo: non perdete d’occhio quell’oggetto transizionale, la Cinquecento turchese farfalla serie R, ultimo modello prodotto a Termini Imerese, 1974, che il padre di Emilio vinse in una riffa e gliela intestò: è destinata a macinare chilometri su chilometri, lungo tutto il romanzo.

Edizione esaminata e brevi note

Elena Girardin vive in provincia di Vicenza, dove lavora come insegnante di Lettere. Ha pubblicato i romanzi: Favola di paese (La Gru, 2012), Le petit Omar  (Panda Edizioni, 2014), la raccolta storica dedicata alle figure femminili venete Le ali in tasca (La Meridiana, 2016), il racconto Due donne in Io sono il Nordest (Apogeo Editore, 2016).

Elena Girardin è reperibile su Facebook.

Elena Girardin, Le madri imperfette, (L’erudita). Prima edizione novembre 2021; marchio di Giulio Perrone, Roma. www.lerudita.it

Alberto Carollo per Lankenauta, 17 febbraio 2022.