Un romanzo di formazione ma al contrario, dove il protagonista, Luca Migliorini, imprenditore maremmano di mezza età, si ritrova a dover reimparare molte delle cose che pensava di sé stesso, trovandosi presto a ponderare che tipo di persona sia veramente.
Ci troviamo a Grosseto e dintorni, nella Maremma così cara all’autore Otello Marcacci, già recensito qui su Lankenauta per i suoi altri libri “La Terra Promessa – Autobiografia Rock”, “Sfida All’Ok Dakar” e “Tempi Supplementari”.
Il romanzo si sviluppa sotto forma di diario che va da metà maggio a metà agosto di un anno non specificato, ma in ogni caso ai tempi nostri. Luca è un ingegnere, che dopo qualche anno di apprendistato nelle officine meccaniche del nord, ha deciso di aprire una sua azienda, che ha funzionato anche bene finché la crisi non ha colpito. Ha cominciato quindi lentamente a perdere affari e adesso si ritrova con due milioni di debiti, l’agenzia delle entrate alla porta e la quasi certezza di dover licenziare tutti i suoi dipendenti. L’unica possibilità che vede per poter uscire da questa situazione è quella del suicidio, in questo modo i soldi dell’assicurazione sulla vita potrebbero dare un po’ di ossigeno alla sua impresa.
La prima parte del libro si dedica molto alla pianificazione del suicidio, a partire dal giorno, proseguendo con la modalità per poi passare al funerale. Questa pianificazione e meticolosità d’intenti ricorda la leggenda attorno al suicidio dello scrittore polacco Jan Potocki: affetto da depressione, sembra che un giorno abbia staccato una piccola fragola d’argento che decorava una teiera e che l’abbia limata giorno dopo giorno fino a farne una sfera delle dimensioni di una pallottola, che poi utilizzò per spararsi alla tempia.
Luca fortunatamente non arriva a compiere l’estremo gesto, anzi si trova a dover affrontare situazioni impreviste: loschi individui che gli offrono una via d’uscita ma ad un prezzo altissimo, un ragazzino figlio di un suo ex dipendente che vuole essere riportato dal padre, che si trova da qualche parte in Calabria, e molto altro.
Il tutto è condito da un lessico colorito e da una serie di personaggi dai soprannomi dissacranti, Cardinale Sborromeo, Agonia, La Prostata solo per citarne alcuni, un aspetto questo, che sembra essere parte integrante del popolo maremmano, che come spiega il protagonista stesso, discende dai banditi che dai primi dell’Ottocento si rifugiarono in quest’angolo d’Italia infestato dalla malaria: “I maremmani indomiti, ribelli, grezzi e poco avvezzi a maneggiare le cose con cura. Sospettiamo di chi si arricchisce in fretta, ma siamo pronti a farci in quattro per aiutare chi ha bisogno. Maledettamente generosi ma volgari, spigolosi, incapaci di mezze misure, facinorosi e con una malinconia latente che vive sottopelle e ogni tanto affiora nelle parole sussurrate. Non esistono vie di mezzo, la Maremma non lascia indifferenti: o si ama o si odia.”
La prima parte del libro si legge facilmente ed è scorrevole, tra partite di calcetto e poker, piani di suicidio e una presentazione generale dei personaggi. La seconda si complica un po’ di più e risulta forse leggermente farraginosa, ma fa parte della narrativa dell’autore, che ha una intrinseca dualità di fondo che oscilla tra il canzonatorio divertente e il profondamente triste, con una costante aggiunta di dissacrazione generale di tutto e tutti che appunto sembra essere una caratteristica della Maremma.
Nota positiva per la playlist di canzoni presenti alla fine e che fungono da colonna sonora ideale per la lettura.
Un libro certo non di facili temi e che non lesina critiche verso il Bel Paese e il suo sistema economico in generale, che affronta argomenti complessi e attuali ma con una voce originale e interessante. Lo consiglio a tutti i maremmani e a tutti coloro che hanno mai pensato di aprire una propria impresa.
Edizione esaminata e brevi note
Otello Marcacci, è nato a Grosseto il 13 marzo 1963. Laureato in Economia, vive a Lucca circondato da problemi sotto forma di donne, sogni da realizzare, tasse da pagare, libri da leggere, sei elettroni, vicini inquietanti e ordini angelici di Serafini, tormentato da una maledetta ernia iatale e dalla saudade per le vecchie storie degli anziani.
Otello Marcacci, “Nottambuli a Cena”, Les Flâneurs Edizioni, Bari, 2022
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