“Ma è davvero ipotizzabile una Terza guerra mondiale che, partendo da Polonia e Lituania, rapidamente potrebbe intensificarsi fino ad un Armagenddon? (pp.6). Questo è soltanto uno degli interrogativi oggetto del nuovo libro di Luca Ciarrocca, di fatto un’inchiesta estremamente approfondita – grazie a fonti “open source intelligence”, colloqui con analisti e agenti della diplomazia parallela – sul dietro le quinte del potere militare globale e, soprattutto, sulla rinnovata corsa ad incrementare ulteriormente tutti quegli arsenali atomici che, da un momento all’altro, potrebbero portarci ad un suicidio collettivo.
Suicidio evidentemente non contemplato per decenni anche dalle nostre parti, visto che Ciarrocca, con un’inconsueta meticolosità, ci ha messo al corrente delle decine di atomiche degli Stati Uniti custodite in Italia in base a tutta una serie di accordi bilaterali – e segreti – siglati a varie riprese tra Roma e Washington; poi parzialmente declassificati durante l’esecutivo di Massimo D’Alema. Ma “Terza guerra mondiale” è molto altro, non soltanto un’inchiesta sugli arsenali atomici disseminati nel mondo. È semmai, sempre grazie a strumenti tipici della geopolitica – e del buon senso – il tentativo di dare una risposta a tutti coloro che vorrebbero fermare l’escalation bellicista. Escalation, o suicidio che dir si voglia, che potrebbe accadere sia per una precisa decisione strategico militare, per un errore umano – si pensi a Stanislav Petrov nel 1983 e a molti altri casi meno noti – oppure per un errore dell’intelligenza artificiale. Escalation che, in tutta evidenza, torna più che mai d’attualità nel corso della guerra russo-ucraina; ma che, complice la pluridecennale tendenza all’appecoronamento dei nostri ed altrui vertici politici, viene tutt’ora sottovalutata in questo contesto vissuto col consueto manicheismo, ovvero con assenza del cosiddetto “pensiero critico”, per lo più tacciato di putinismo.
Da questo punto di vista “Terza guerra mondiale” non sottovaluta proprio nulla ed anzi ci allarma in virtù di scenari tangibili, tutt’altro che improbabili; a cominciare dalla proliferazione dei missili ipersonici – oggetto di un ampio e dettagliatissimo capitolo – di cui proprio la Russia e la Cina sono all’avanguardia; per continuare con il pericolo concreto – testimoniato, per esempio, dal generale Mark Milley alle prese con Trump – della valigetta atomica in mano a personaggi squilibrati.
“Terza guerra mondiale” tuttavia non si limita ad analizzare questo scenario terrificante, oltretutto con una grande attenzione alla geopolitica di USA, Russia e Cina, ma, in virtù del rivendicato spirito pacifista di Ciarrocca – o meglio, nel suo caso, dovremmo parlare di antimilitarismo e di disarmismo – il libro propone delle possibili vie d’uscita per l’Italia e l’Europa da questo suicidio programmato; visto che “il principio cardine su cui si fonda l’esistenza di migliaia di testate atomiche attive, la deterrenza, è ancora il vero caposaldo dell’architettura di strategia militare europea in funzione antirussa” (pp.137). Proposte che partono dall’analisi del Tpnw, trattato di proibizione delle armi nucleari, firmato da ottantasei paesi ma non dall’Italia; del fallimentare e ridicolo progetto di un’Europa della Difesa – appena 5000 uomini a fronte dei 280.000 russi impegnati nell’invasione ucraina -; dell’intera politica dell’Unione Europea, “imbelle tra Nato e Russia”.
L’idea di Ciarrocca, ma chiaramente non soltanto di Ciarrocca, è imperniata sulla cosiddetta neutralità europea, diversa da quella svizzera; e, non a caso viene citata Micheline Calmy-Rey già presidente della Confederazione elvetica: “se l’Unione europea scegliesse la neutralità non si chiuderebbe al mondo e i suoi soldati non sarebbero necessariamente confinati all’interno delle frontiere europee: la neutralità attiva dell’Europa potrebbe permetterle sia l’autonomia sia la partecipazione agli affari mondiali” (pp.314). Insomma, secondo la Calmy-Rey “solo un’Europa più autonoma e più forte può lavorare efficacemente con gli Stati Uniti per rafforzare il multilateralismo. La neutralità non è un fine in sé: è uno strumento di difesa degli interessi al servizio della politica estera” (pp.317). Ma soprattutto, ad epilogo del libro, è menzionato Sergio Romano, “uomo abituato a mettere in luce le contraddizioni che i media mainstream non vedono” (pp.324), che, in tempi non sospetti, è stato “il massimo fautore della neutralità dell’Ucraina e perfino dell’Unione europea, una posizione minoritaria […] pragmatica e intelligente” (pp.320).
A conti fatti, prendendo atto di un’Italia che di fronte alle iniziative Nato e USA “ha sempre partecipato con grande e supina solerzia”, la nostra politica estera e, di conseguenza, quella dell’Unione europea, quasi a voler delineare una strategia alternativa valida per tutti i paesi del mondo, dovrebbe distinguersi da quella fino ad ora subita.
Edizione esaminata e brevi note
Luca Ciarrocca, (Roma, 15 giugno 1953) è un giornalista, scrittore e imprenditore. Ha vissuto per molti anni a New York, dove è stato corrispondente di importanti testate. Nel 1999 ha fondato “Wall Street Italia”, il primo sito italiano indipendente di economia e finanza, che ha diretto per quindici anni. È autore di “I padroni del mondo” (Chiarelettere 2013), “Rimetti a noi i nostri debiti” (Guerini e Associati 2015), “Intervista sulla Cina” (Gangemi Editore 2018), “L’affaire Soros” (Chiarelettere 2020). Combatte per una riforma del capitalismo finanziario e per un controllo dell’hate speech sui social media, tramite l’associazione StopSocial.it. Nel 1997 ha vinto il premio di giornalismo “Premiolino” e nel 2016 ha vinto il Premio Giornalistico Amerigo (ottava edizione).
Luca Ciarrocca, “Terza guerra mondiale”, Chiarelettere (collana “Principioattivo”), Milano 2022, pp. 368.
Luca Menichetti. Lankenauta, agosto 2022
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