Massimiliano Nuzzolo, il curatore di “Ti racconto una canzone”, intervistato dal sito readandplay.it, ha dichiarato che l’idea di fondo di questa raccolta di racconti sta proprio nello “spremere il succo di una canzone”, ovvero raccontarne “l’essenza”.
Ovviamente in questa sede non possiamo analizzare uno ad uno tutti i quarantasei racconti, ma basti leggere i nomi degli autori – Lucio Angelini, Gianluigi Bodi, Andrea Brancolini, Rino Bregani, Annalisa Bruni, Marta Cai, Luca Caviglione, Giovanni Cocco, Francesco Consiglio, Enrico Corradini, Giuseppe Costigliola, Eugenio Delmale, Francesco Dezio, Marco Drago, Edoardo Ghiglieno, Marco Innamorati, Franz Krauspenhaar, Nicolò La Rocca, Massimiliano Maestrello, Andrea Martina, Guido Michelone, Elena Marrassini, Michele Monina, Raul Montanari, Gianluca Morozzi, Ivano Mugnaini, Domenico Mungo, Chiara Negrini, Massimiliano Nuzzolo, Sandro Ossola, Angelo Petrella, Luca Pasquinelli, Marco Patrone, Luca Ragagnin, Sergio Restagno, Paolo Restuccia, Alberto Rimini, Umberto Rossi, Eleonora Serino, Ugo Sette, Marco Steiner, Leo Taverna, Stefano Trucco, Filippo Tuena, Lorenzo Vargas, Carmelo Vetrano – per comprendere come, vuoi per differenze generazionali e culturali, diventa inevitabile parlare, proprio come ha fatto Nuzzolo, di “estrema eterogeneità”, sia per quanto riguarda gli stili narrativi sia per i contenuti.
Eterogeneità che in questo caso potrebbe diventare un pregio, in considerazione che il lettore, al di là della qualità dei racconti, ovviamente diseguale, si troverà probabilmente a rivalutare il senso di canzoni fino ad ora poco considerate; ovvero confrontarsi con i propri giudizi e pregiudizi. E, a proposito di giudizi o pregiudizi, potrebbe sorprendere che nel “raccontare una canzone” si trovi la terza sinfonia di Beethoven, grazie al sarcasmo distopico di Marco Innamorati e della sua “Eroica riscoperta”. Abbinamento sinfonia – canzone che, volendo essere giustamente pedanti, qualche purista considererebbe un errore da matita blu. Ma sappiamo che per molti non addetti ai lavori, ogni brano musicale diventa “canzone”; e quindi probabilmente anche questa singolarità potrebbe apparire specchio dei nostri tempi, adatto a una raccolta eterogenea di racconti.
Di certo molte delle canzoni abbinate al racconto sembrano più un pretesto – tanto che per individuarla bisogna necessariamente andare all’indice – per poi narrare qualcosa che va ben oltre la musica. Appunto, magari “per raccontare una storia che probabilmente non c’entra nulla” del brano musicale di riferimento. Hanno molto a che fare con la musica e i loro interpreti, anzi del tutto, quei racconti – non racconti che di fatto sono degli autentici piccoli saggi. Tipo “Black Eyed Dog” di Luca Raganin, efficace squarcio nella vita malinconica del giovanissimo Nick Drake; oppure “Thunder Road” di Giovanni Cocco con un altrettanto giovane Bruce Springsteen intento a “scrivere e riscrivere. Limare. Perfezionare. Togliere. Condensare” (pp.137), in attesa di prendere il volo col successo di “Born to run”.
Registri e stili diversi, tra i tanti, li troviamo con Filippo Tuena e il suo “Simple Twist of Fate” (Bob Dylan) con un’impostazione quasi autobiografica, alle prese con un malinconico “scherzo del destino”; con “Tengo na minchia tanta” (Frank Zappa) di Francesco Consiglio, storia delirante di erotomane contemporaneo; oppure “Il vino, le stelle, adius” nel quale Andrea Brancolini ritrae con efficacia un ubriaco, i suoi deliri confusi, secondo le suggestioni musicali ed il testo dettato da Piero Ciampi e il suo “Il vino”. Canzoni, belle o brutte che siano, diventano impressioni, sollecitazioni per esercizi letterari nonché motivi per evocare passato, presente e futuro, con buone dosi di autentica autobiografia (presumibilmente anche in “Quizz Kid” di Franz Krauspenhaar); per ricordarci come si possa letteralmente analizzare un brano musicale con autentica emozione (Marco Steiner con “È lì” di Lucio Dalla).
Insomma, poco importa che si tratti di canzoni di musicisti celeberrimi, pessimi oppure sconosciuti ai più ma meritevoli di tornare in auge. Ricordiamo ancora che in “Ti racconto una canzone” i racconti prendono spunto da Beethoven arrivando a Sabrina Salerno, passando per Billie Holiday, Jimi Hendrix, I Jethro Tull, Valeria Rossi e i Radiohead, giusto per citarne soltanto alcuni. L’importante è il risultato che, nel caso di “Ti racconto una canzone”, nel complesso appare di ottima qualità. Una volta tanto senza aver letto racconti particolarmente criticabili o modesti.
Edizione esaminata e brevi note
Massimiliano Nuzzolo, romanziere veneziano (L’ultimo disco dei Cure, La verità dei topi, Fratture), ha curato per Mursia La musica è il mio radar. Collabora con «Il Gazzettino» e con «Rockerilla».
Eleonora Serino, milanese, è freelance in diversi ambiti. Amante di tutte le forme d’arte, appassionata di animali, supereroi, collabora con «Rockerilla».
A cura di Massimiliano Nuzzolo, Eleonora Serino, “Ti racconto una canzone”, Arcana (collana “Musica”), Roma 2022, pp. 256.
Luca Menichetti. Lankenauta, settembre 2022
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