Il nucleo originario de “Le cinque ferite” è rappresentato da un racconto scritto per il New Yorker nel 2009. Il titolo fa riferimento alle cinque ferite che, secondo la tradizione cristiana, vennero inflitte a Gesù Cristo durante la crocifissione: quelle alle mani e ai piedi, quella al costato, quelle sul capo provocate dalla corona di spine e, infine, quelle riportate su tutto il corpo a seguito delle frustate ricevuto sulla via crucis. Ed è proprio con una crocifissione che Kirstin Valdez Quade apre il suo romanzo. Una crocifissione messa in scena a Las Penas, villaggio del New Mexico, durante i riti della Pasqua: Amadeo, un uomo di 33 anni, accetta di impersonare Gesù. Per lui, disoccupato che lotta da tempo contro l’abuso di alcool, padre sciagurato di una sedicenne incinta e figlio troppo figlio di una madre eccessivamente misericordiosa, vestire i panni di Cristo (rivivendo intimamente anche il suo martirio) potrebbe rappresentare un momento di riscatto, una rivalsa nei confronti della vita, una sorta di personale redenzione.
“Amadeo è madido di sudore. Amadeo suda, ma di solito non per la fatica. Suda quando mangia, suda quando beve troppo. Ha trentatré anni, gli stessi di Nostro Signore, ma Amadeo non è un uomo ambizioso. Persino sua madre ve lo direbbe, anche se le spezza il cuore ammetterlo. Yolanda ancora cucina per lui, mettendogli il piatto a tavola“. La crocifissione di Amadeo avviene sul serio: in una sorta di mistico delirio accetta di farsi piantare veramente dei chiodi sui palmi delle mani. Pensa che se tutti assisteranno al suo supplizio, Dio compreso, la sua esistenza possa, in un modo o nell’altro, mutare fin dalle radici. Ovviamente non avviene nulla del genere: niente redenzione, niente miracoli. Basterebbe, in fondo, che Amadeo imparasse a fare il padre, almeno. È ciò che vorrebbe Angel, sua figlia, rimasta incinta a 16 anni durante uno dei tanti rapporti sessuali a casaccio avuti con ragazzini della sua scuola.
Las Penas non è un posto per realizzare desideri. A Las Penas è già una fortuna avere un figlio che non si droga, non è in carcere o non muore per overdose. Sarà anche per questo che Yolanda, madre di Amadeo e nonna di Angel, unico sostegno finanziario della famiglia, si accontenta del poco o nulla che suo figlio ha combinato nella vita. Anche lui è diventato padre troppo presto e per sbaglio, sarà anche per questo che Angel lo fa sentire costantemente a disagio, inadeguato, colpevole. Il sogno di una vita diversa, più stabile e sana, è la costante di ogni personaggio, ma per tutti rimane un percorso complicato da realizzare. Amadeo è colmo di buone intenzioni ma, alla fine, resta un inetto, figura letteraria sempre affascinante.
Attorno alle figure che popolano “Le cinque ferite” tutto appare sempre troppo precario e frangibile. Soprattutto i rapporti affettivi: ci sono sempre equilibri in bilico, parole scagliate, colpe da confondere. Ogni prospettiva può vacillare e schiantarsi con un soffio: Kirstin Valdez Quade è bravissima a costruire e a muoversi tra tali e tante fragilità. Lo fa, va pur detto, con uno stile che tracima culminando in una sovrabbondanza di dettagli descrittivi che potrebbero indurre alcuni lettori (vedi la sottoscritta) a qualche logoramento di troppo. Seguire la “saga” di tre generazioni di Padilla contempla qualche sforzo, è vero, ma il coinvolgimento è inevitabile soprattutto dal momento in cui viene al mondo Connor, il figlio di Angel, nipote di Amadeo, pronipote di Yolanda. La nascita del bimbo rivoluziona le esistenze dei suoi familiari, forse le migliora persino. Sarà per via di ciò che in molti si ostinano a chiamare il “miracolo della vita”.
Edizione esaminata e brevi note
Kirstin Valdez Quade è un’autrice statunitense di madre messicana. La sua raccolta di racconti, “Night at the Fiestas”, è stato un caso letterario, è stato nominato “New York Times Notable Book” e miglior libro del 2015 dal “San Francisco Chronicle” e dall’American Library Association oltre ad aver vinto numerosissimi premi. I suoi scritti sono apparsi, tra gli altri, su: “The New Yorker”, “The Best American Short Stories”, “The O. Henry Prize Stories”, “The New York Times”. “Le cinque ferite” è il suo primo romanzo con cui ha vinto il Center for Fiction’s First Novel Prize, ed è stata finalista al PEN/Hemingway Award per il romanzo d’esordio e all’Aspen Words Literary Prize. Insegna scrittura creativa a Princeton.
Kirstin Valdez Quade, “Le cinque ferite“, La nave di Teseo, Milano, 2022. Traduzione di Claudia Durastanti. Titolo originale: “The Five Wounds” (2021).
Pagine Internet su Kirstin Valdez Quade: Sito ufficiale / Wikipedia
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